Per la terza volta nel 2022 una Dragon è decollata dallo storico pad 39A per raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale. A differenza delle missioni precedenti però, a bordo della capsula non c’erano astronauti bensì rifornimenti, esperimenti e strumentazione che utilizzeranno a bordo della ISS. Si tratta infatti della missione CRS-25, il lancio numero 25 del Commercial Resupply Service.
Con il rilascio in orbita della Dragon, avvenuto poco meno di 12 minuti dalla partenza, SpaceX ha completato il lancio numero 30 del 2022. Il decollo è avvenuto quando in Italia erano le 2:44 del 15 luglio. Ora manca solo una missione per eguagliare il record di lanci annuali, effettuati lo scorso anno. La Dragon attraccherà sulla ISS sabato 16 luglio verso le 17:20, rimanendo poi nello spazio per circa un mese.
Dal monitoraggio della Terra…
Nella parte non pressurizzata della Dragon, il trunk, si trova uno strumento chiamato EMIT (Earth Surface Mineral Dust Source Investigation). Il suo compito è quello di studiare la polvere e le particelle pesanti che si trovano nell’atmosfera e la loro influenzaa sul clima. La polvere sollevata e trasportata dal vento può avere diverse composizioni e quindi impattare in maniera differente. Polveri scure assorbono maggiormente la luce solare, portando così a un aumento della temperatura. Oltre a questo, possono ovviamente avere anche un grosso impatto sulla qualità dell’aria che respiriamo.
EMIT utilizzerà uno spettroscopio per analizzare la composizione delle polveri e il loro andamento. Per fare ciò prenderà posizione all’esterno della ISS. Nell’immagine seguente si possono vedere le aree interessate dalle rilevazioni di EMIT.
Per collocarlo nella sua postazione di lavoro gli astronauti utilizzeranno il braccio robotico Canadarm2 a cui agganceranno anche Dextre, uno speciale strumento dotato di ulteriori bracci e diversi strumenti. Insieme a EMIT, Dextre preleverà dal trunk della Dragon anche il Battery Charge/Discharge Unit, che collegherà sulla stessa piattaforma di EMIT. Potete trovare una simulazione delle operazioni di rimozione e aggancio qui.
Come parte del progetto ELaNa (Educational Launch of Nanosatellites) sulla ISS arriveranno anche cinque CubeSat. Questi sono stati selezionati dalla NASA tramite il CubeSat Launch Initiative, un programma che permette di poter lanciare piccoli satelliti a costi ridotti, direttamente dalla ISS.
Tra questi CubeSat uno è stato sviluppato dagli studenti del Massachusetts Institute of Technology e si chiama BeaverCube. Questo piccolo satellite, dalle dimensioni di 10x10x34,05 cm dovrà svolgere due compiti in orbita. Il primo è quello di studiare sia la temperatura degli oceani e delle aree costiere che della sommità delle nuvole. Per fare questo BeaverCube è dotato di una camera ottica e di due camere termiche. Il satellite registra la temperatura dell’oceano e il suo colore, per studiare anche la distribuzione di fitoplancton. Il secondo obbiettivo è il collaudo del sistema propulsivo chiamato Tiled Ionic Liquid Electrospray.
Gli altri quattro satelliti a bordo sono: CapSat-1, CLICK-A, D3 e JAGSAT.
…allo studio di cellule umane
A bordo della Dragon si trovano dei chip contenenti cellule umane collocate in una struttura stampata in 3D. Questi serviranno a studiare l’immunosenescenza, l’abbassamento delle difese immunitarie dovute all’invecchiamento. Le stesse condizioni che provocano un’accelerazione del processo d’invecchiamento del sistema immunitario agli astronauti sulla ISS permetteranno, grazie ai chip inviati sulla ISS, di studiare approfonditamente questo fenomeno per cercare di limitarlo.
Genes in Space-9 invece è un’altra ricerca che ha il compito di studiare la produzione di proteine senza la necessità di colture cellulari vive. L’obbiettivo è la realizzazione di dispositivi portatili a basso costo che potrebbero aiutare gli astronauti nei futuri viaggi spaziali. Un dispositivo simile infatti può essere utilizzato per rilevare contaminazioni oppure produrre vaccini o terapie a base di proteine.
Su questa Dragon non ci sono astronauti, ma ciò non vuol dire che non ci siano passeggeri. A bordo infatti si trovano anche 40 roditori per una ricerca che prende il nome di Effects of Spaceflight on Tissue Regeneration. Lo studio infatti ha il compito di esaminare come avviene la guarigione della pelle in un ambiente di forte stress come quello spaziale. In condizioni di microgravità infatti le cellule si comportano diversamente rispetto quanto accade sulla Terra. Comprendere come ciò accade sarà essenziale per studiare delle cure.
I problemi alla Dragon
La missione era inizialmente programmata per il 7 giugno, ma pochi giorni prima del lancio SpaceX ha rilevato un’anomalia i motori Draco. Durante il caricamento dei propellenti, tetrossido di azoto e monometilidrazina, i sensori hanno misurato valori anomali dei vapori di queste sostanze.
I motori Draco infatti sfruttano un propellente iperbolico, ovvero composto da due diverse sostanze che iniziano la combustione non appena entrano in contatto. Tetrossido di azoto e monometilidrazina sono altamente tossici e corrosivi, motivo per il quale vengono trattati con molta attenzione. Infatti una delle prime operazioni quando una Dragon attracca sulla ISS, oppure deve essere recuperata dal mare, è quella di analizzare la presenza di vapori di queste sostanze. Ciò permette poi di poter lavorare in sicurezza.
A causa delle loro proprietà corrosive, SpaceX si è vista costretta a sostituire i giunti d’ingresso delle valvole di tetrossido di azoto e monometilidrazina di uno dei 16 motori Draco. Durante le diverse ispezioni, SpaceX ha deciso anche di sostituire i quattro paracadute principali in maniera precauzionale, in caso fossero stati contaminati e danneggiati.
Dragon separation confirmed; autonomous docking to the @space_station Saturday, July 16 at ~11:20 a.m. ET pic.twitter.com/Lf0WJn6jKr
— SpaceX (@SpaceX) July 15, 2022
Tutti questi controlli e operazioni di sostituzione hanno costretto l’azienda a rinviare di più di un mese la terza partenza di questa Dragon. Questa capsula è stata la prima Dragon di seconda generazione in versione cargo utilizzata da SpaceX, durante la missione CRS-21 a dicembre del 2020. Successivamente ha raggiunto nuovamente la ISS ad agosto del 2021 con CRS-23.
Attualmente la flotta di SpaceX è formata da due Cargo Dragon e con queste l’azienda dovrà effettuare 15 missioni di rifornimento, per supportare la ISS fino al 2026. L’azienda ne ha già completate quattro e CRS-25 è la quinta. Avendo messo in pausa la costruzione delle capsule, è probabile che SpaceX voglia completare queste missioni solamente con le due Dragon a disposizione.
Rientro in mare con tre accensioni per il Falcon 9
La Dragon è arrivata in orbita grazia al Falcon 9 con numero di serie B1067, che completa così la sua quinta missione. È il booster che ha trasportato il maggior numero di capsule. La sua prima missione infatti, è stata CRS-22 a giugno 2021. Grazie al B1067 hanno raggiunto la Stazione Spaziale anche due diversi equipaggi, ovvero Crew-3 e Crew-4. Tra queste due missione, il Falcon 9 ha portato in orbita il satellite Turksat-5B.
Una volta decollato, il B1067 è atterrato sulla chiatta A Shortfall Of Gravitas circa 7 minuti e 33 secondi dopo il decollo. L’imbarcazione si trovava a 300 km di distanza, molto più vicina alla costa rispetto ad altre missioni. Ciò è possibile poiché il Falcon 9 ha eseguito un parziale boostback.
S tratta di una manovra durante la quale il booster ruota su se stesso di 180 gradi, avviando tre motori Merlin per invertire il senso di marcia. Successivamente il Falcon 9 ha effettuato un’altra rotazione per riposizionarsi con i motori rivolti verso il suolo. A questo è avvenuta un’altra accensione, per diminuire la velocità di discesa. Per l’atterraggio invece, il B1067 ha avviato solamente il Merlin centrale, che gli ha permesso di appoggiarsi delicatamente sulla chiatta.
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