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La Cina identifica l’obiettivo della sua missione di difesa planetaria Impactor

La Cina ha scelto l'obiettivo per la sua missione combinata di test di deflessione e osservazione di asteroidi. Il lancio è previsto nel 2026 e il target della missione è 2020 PN1, un Near Earth Object (NEO).

Mila Racca di Mila Racca
Luglio 14, 2022
in Cina, News, Scienza
Near Earth Object

Una rapresentazione artistica di un Near Eartg Object (NEO) mentre si avvicina alla Terra. Credits: SA/P.Carril

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Long Lehao, capo progettista della serie cinese di razzi Lunga Marcia, ha presentato alcuni dettagli della missione Impactor in una recente conferenza della serie Science and Innovation China. Si tratta di una missione di difesa planetaria dagli asteroidi vicino alla Terra, molto simile a DART, lanciata lo scorso dicembre dalla NASA. La missione americana ha come obiettivo la deviazione della traiettoria di Dimorphos, una luna dell’asteroide Dydimos.

Come Dimorphos, anche l’asteroide preso di mira dai cinesi non comporta alcun reale pericolo per la Terra. Esso funge però da banco di prova per eventuali future missioni di difesa planetaria. È stato reso pubblico come target della missione cinese proprio da Long Lehao durante la conferenza.

I nuovi dettagli sulla missione Impactor

Dalla presentazione di Long, pare che la missione Impactor combini alcuni elementi di DART con altri della missione Hera dell’ ESA. Quest’ultima osserverà Didymos e Dimorphos più avanti in questo decennio, per determinare gli effetti della collisione. Impactor verrà invece lanciata nel 2026 su un razzo Lunga Marcia 3B.

L’obiettivo del test cinese è 2020 PN1, un asteroide la cui traiettoria attraversa la quella Terrestre. Si tratta quindi di un compagno co-orbitale temporaneo della Terra. 2020 PN1 stato scoperto nel 2020 e in base alla sua luminosità e al modo in cui riflette la luce, 2020 PN1 ha probabilmente un diametro compreso tra 14 e 63 metri. Si tratta dunque di un asteroide da piccolo a medio (di dimensioni molto approssimativamente paragonabili a uno scuolabus).

New details on China's asteroid deflection mission: launch in 2026 on Long March 3B rocket, targeting Earth-crossing, near-Earth asteroid 2020 PN1 (~40m diameter). It will combine an orbiter and impactor, according to a slide from a lecture by Long March designer Long Lehao. pic.twitter.com/GRWpRDCbgy

— Andrew Jones (@AJ_FI) July 12, 2022

2020 PN1, un Neart Earth Object

La NASA ha classificato il 2020 PN1 come “Near Earth Object” (NEO), ovvero uno di quei corpi minori del Sistema Solare la cui distanza al perielio è inferiore a 1,3 UA (Unità Astronomiche). Questo a causa della vicinanza della sua orbita alla Terra, ma non è considerato potenzialmente pericoloso perché le simulazioni al computer non hanno indicato alcuna probabilità imminente di collisione futura. 2020 PN1 orbita attorno al Sole ogni 365 giorni, avvicinandosi fino a 0,87 UA.

La Cina aveva già annunciato ad aprile alcuni piani per tentare di alterare l’orbita di un asteroide potenzialmente minaccioso con un test d’impatto cinetico. La missione Impactor è parte di un piano per la difesa planetaria molto articolato. Durante la conferenza, Lehao ha stabilito più chiaramente quali sono i loro propositi in merito.

Oltre agli impattatori cinetici e a un orbiter, la China National Space Administration (CNSA) ha dichiarato che istituirà un sistema di allerta precoce e svilupperà un software per simulare le operazioni contro gli oggetti vicini alla Terra e testare e verificare le procedure di base.

Le differenze tra Impactor e DART

I ricercatori cinesi avevano precedentemente pubblicato un articolo sull’impattatore cinetico “Assembled Kinetic Impactor” (AKI). Il primo è un normale impattatore cinetico come quello della missione DART. Nonostante i rischi di frammentazione, questa rimane una strategia promettente per la deflessione degli asteroidi.

DART è costituito da un veicolo spaziale di 555 kg che colpisce la luna di Didymos a una velocità relativa di 6,65 km/s, generando una variazione di velocità di 0,8-2 m/s e un cambio di rotta di circa qualche metro. Tuttavia, questo non è un metodo efficiente nel caso d’impatti con grandi asteoridi. Infatti a causa del peso limitato dell’urto artificiale, usare un veicolo spaziale per colpire un grande asteroide è simile a usare un uovo per colpire una roccia. Anche a una velocità d’impatto più elevata, il miglioramento dell’efficienza di deflessione per i grandi asteroidi è limitato.

In questo senso entra in gioco il concetto di Enhanced Kinetic Impactor (EKI). I cinesi lo propongono per deviare grandi Oggetti Potenzialmente Pericolosi (PHA) manovrando rocce spaziali.

Rappresentazione artistica del funzionamento di EKI. Sono ben visibili le 4 fasi: lancio, incontro con un corpo minore, manovra, impatto. Credits: Li et al. 2020

Il funzionamento dell’Enhanced Kinetic Impactor

Il funzionamento di EKI è descritto in quattro fasi chiave come segue.

  1. Lancio: un veicolo di lancio pesante esistente, ad esempio Long March 5, viene utilizzato per lanciare un veicolo spaziale senza pilota dalla Terra.
  2. Appuntamento con un asteroide vicino alla Terra (NEA) e raccolta di rocce: il veicolo spaziale si dirige verso un NEA intermedio. Esso si deve trovare lungo la traiettoria per il PHA. EKI puo’ prelevare più di cento tonnellate di rocce da NEA o l’intero asteroide se non è di dimensioni eccessive.
  3. Manovra: una volta asseblate le rocce nell’EKI, il sistema di propulsione elettrica inizia a manovrare l’EKI  verso il PHA.
  4. Impatto con il PHA: l’EKI viene manovrato per colpire il PHA ad alta velocità. Dopo l’impatto, il PHA sarà più lontano dalla Terra durante l’incontro ravvicinato.

Se il solo peso dell’impattatore non è sufficiente a deviare un grande asteroide, lo sarà il suo peso sommato a quello di un altro asteroide più piccolo che viene catturato da EKI durante il tragitto.

Lo studio su EKI, pubblicato per Icarus, è disponibile qui.

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Tags: AsteroideasteroidiDARTEKIimpatto cineticoLunga Marcia

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