L’Agenzia Spaziale Europea ha annunciato una partnership con due diverse aziende private per studiare nuovi sistemi di rimozione dei detriti. Si tratta di OneWeb e Astroscale, che collaboreranno per testare i sistemi del satellite ELSA-M durante la sua prima missione prevista nel 2024. L’ESA ha investito 14 milioni di euro, in modo da coprire circa un terzo del costo dell’intera missione. Il resto dei finanziamenti provengono da Astroscale stessa e per una piccola parte dall’Agenzia Spaziale del Regno Unito.
L’orbita terrestre bassa sta diventando sempre più affollata. Questo è dovuto principalmente alle nuove costellazioni per fornire connettività, come Starlink e la stessa OneWeb, e a sistemi per monitorare il nostro pianeta. Detriti o satelliti fuori uso che si trovano nell’orbita bassa possono però mettere a repentaglio tutti i sistemi satellitari. Anche le diverse stazioni spaziali, come la ISS, la stazione cinese o la futura Axiom Station, potrebbero essere in pericolo.
ELSA-M
La missione di Astroscale sarà un vero dimostratore tecnologico per la rimozione di satelliti defunti. ELSA-M sarà infatti in grado di raggiungere e attraccare un satellite nella sua fase finale di operatività per poi riportarlo verso l’atmosfera. Attualmente diversi satelliti hanno sistemi per deorbitare in modo attivo, ovvero utilizzando i propri propulsori per abbassare gradualmente la loro orbita e rientrare in atmosfera. Per fare ciò però è necessario che il satellite abbia una riserva di carburante. Satelliti malfunzionamenti o privi di sistemi propulsivi non hanno tali capacità. In questi casi entra in gioco il satelliti di Astroscale.
ELSA-M sarà anche il primo sistema di questo tipo a poter agganciare diversi satelliti. Una volta riportato il “rifiuto” verso l’atmosfera ELSA-M potrà infatti sganciarsi e alzare nuovamente la sua orbita per raggiungere un altro bersaglio. Da qui l’origine della “M” di Multiple. Questo servizio sarà fornito da Astroscale a partire dal 2030. Per fare ciò sarà dotato di una doppia propulsione, sia chimica che elettrica, per poter operare al meglio in diverse situazioni e in modo preciso.
![Un render del satellite Chaser e Target della missione ELSA-d, precursore di ELSA-M. Credits: Astroscale](https://www.astrospace.it/wp-content/uploads/2021/01/photo_2021-01-14-00.18.30.jpeg)
Prima della cattura, ELSA-M orbiterà attorno al suo bersaglio, in modo da monitorarne lo stato oltre che scegliere il punto migliore di aggancio. I OneWeb sono dotati di un dispositivo per poter essere agganciati da altri satelliti ma ciò non vale per tutti satelliti che si trovano in orbita. Elodie Viau, Direttore delle Telecomunicazioni e delle Applicazioni Integrate dell’ESA, ha dichiarato:
“È fondamentale garantire l’uso responsabile dello spazio per proteggere il mondo interconnesso di oggi, perché la nostra economia e società digitali fanno affidamento sulla capacità di comunicare. Sono orgoglioso del track record dell’ESA nel promuovere l’innovazione nell’industria spaziale in Europa, portando a compimento nuovi modi per garantire l’uso sostenibile dello spazio, e del ruolo che i progetti di partenariato dell’ESA svolgono come partner di fiducia per investitori, operatori e industria.”
La collaborazione con OneWeb
OneWeb attualmente si trova in una fase di stallo, non potendo lanciare i suoi satelliti con i vettori russi. Al momento ha portato in orbita 428 satelliti e ne restano 222 per completare la costellazione, che sarà quindi poi composta da 650 satelliti a un’altezza di 1200 km. Ogni OneWeb ha una vita operativa che va dai cinque ai sei anni, dopo di che non sono più utilizzabili.
Ciò è dovuto principalmente al consumo di carburante utilizzato per le manovre in orbita. Se uno di questi satelliti non dovesse più essere in grado di deorbitare in maniera autonoma potrebbe impiegare anche decenni per rientrare passivamente. E più ci si allontana dalla Terra più il tempo in cui un satellite primo di propulsione impiega per rientrare aumenta.
È qui che entra in gioco Astroscale. A marzo dello scorso anno l’azienda giapponese ha lanciato un primo satellite per collaudare le operazioni di avvicinamento e cattura di un piccolo satellite. Chiamato ELSA-d (d per demostration), ha agganciato il suo bersaglio utilizzando un magnate. I dati e l’esperienza appresa con questo primo dimostratore tecnologico confluiranno in ELSA-M. Il servizio che offrirà questo sistema di aggancio e rimozione dei satelliti sarà fondamentale per pulire l’orbita dai residui delle nuove costellazioni in costruzione proprio ora, soprattutto a orbite elevate come per OneWeb.
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