Un dirigente di SpaceX ha comunicato a Reuters che l’azienda sta per chiudere la produzione di nuove Crew Dragon. Attualmente è in fase di completamento l’ultima capsula, che gli astronauti della missione Crew-4 hanno chiamato Freedom. Il lancio di questa nuova capsula verso la Stazione Spaziale Internazionale è fissato per il 19 aprile e tra l’equipaggio vi sarà anche Samantha Cristoforetti. La flotta di Dragon sarà quindi formata da quattro capsule: Endeavour, Resilience, Endurance e Freedom.
Anche se SpaceX non costruirà più nuove Crew Dragon, continuerà a produrre componenti per ripristinarle e permettere loro di supportare altre missioni. Ciò è quanto affermato da Gwynne Shotwell, presidente di SpaceX, sottolineando che non si tratta di una chiusura definitiva della produzione, in quanto molto dipenderà dalla richiesta di voli.
Interrompendo la costruzione delle capsule però, l’azienda può concentrarsi maggiormente sullo sviluppo della Starship e sui suoi sistemi di supporto vitale. L’esperienza, i dati e il personale acquisiti infatti, verranno utilizzati per la realizzazione della versione per equipaggio del nuovo razzo, che permetterà all’uomo di tornare sulla Luna e poi di raggiungere Marte.
Quando l’azienda di Musk aveva presentato la capsula Dragon di seconda generazione aveva comunicato anche delle stime sul suo riutilizzo. La versione per equipaggio, denominata Crew Dragon, avrebbe potuto supportare 3 missioni, valore che sale a 5 per la capsula in versione Cargo.
Non ci sono ancora dichiarazioni ufficiali su che condizioni abbia una Dragon dopo che questa ha già volato nello spazio per due volte, come accaduto con Endeavour o Resilience. Come accaduto con il Falcon 9 però, SpaceX potrebbe aver sottostimato le potenzialità dei propri mezzi. L’azienda infatti aveva dichiarato che un Falcon 9 avrebbe potuto supportare 10 missioni prima di subire pesanti lavori di manutenzione. Il 19 marzo 2022 però, il booster con numero di serie B1051 è partito e rientrato per la sua dodicesima missione di successo. Ciò dimostra quanto l’azienda abbia preso confidenza con i propri mezzi grazie alle numerose missioni e i dati ricavati.
In ogni caso, alcune componenti non possono essere riutilizzate, ad esempio lo scudo termico della Dragon, quindi la loro produzione non può essere interrotta. Molte altre invece, subiscono interventi di manutenzione e poi tornano a volare. SpaceX esegue questi lavori in Florida, in una apposita struttura chiamata Dragonland.
Facendo il conto delle missioni, passate e future delle capsule Dragon, risulta evidente che la versione Crew potrà (e dovrà) essere utilizzata più di tre volte. Se si considera infatti questo valore come limite, e il fatto che la flotta è composta da 4 capsule, l’azienda potrebbe supportare solo 12 missioni. Quelle in programma però sono di più.
Secondo un nuovo accordo con la NASA, SpaceX dovrà supportare un totale di 9 missioni per la normale rotazione degli astronauti a bordo della ISS. L’azienda ne ha già completate due, mentre la terza è in corso. Bisogna inoltre considerare l’ultimo volo dimostrativo per certificare la Dragon (Demo-2), durante la quale è stata utilizzata la Dragon Endeavour. Quindi i voli congiunti tra NASA e SpaceX saranno in totale 10.
A questi bisogna aggiungere i voli privati come Inspiration4 e quelli per conto di Axiom Space, di cui ne sono programmati 4. SpaceX inoltre ha annunciato anche il programma Polaris, per testare nuove tecnologie che in futuro verranno adottate sulla Starship. Con Polaris sono previste due spedizioni con la Dragon. In conclusione, l’azienda di Musk deve portare a termine 17 missioni utilizzando solo 4 Dragon, e ciò significa che alcune capsule le vedremo volare per più di tre volte.
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