Il progetto di espansione del Deep Space Network (DSN), iniziato circa 10 anni fa, continua, ampliando la potenza di comunicazione della rete. Questo continuo aggiornamento garantisce il mantenimento delle antenne e garantisce le comunicazioni per le missioni di esplorazione del sistema solare, in aumento negli ultimi anni. L’ultima antenna entrata in funzione, la DSS-53 è stata attivata dopo solo un anno dalla precedente, la DSS-56 inaugurata, sempre al complesso di Madrid, a gennaio 2021.
L’antenna DSS-53 completa il Madrid Deep Space Communication Complex
Con la Deep Space Station 53, inaugurata il 16 marzo, si conclude il potenziamento del complesso di Madrid, gestito per conto della NASA dall’istituto nazionale di tecnologia aerospaziale spagnolo. Questo tipo di antenna è in grado di comunicare sulle frequenze più comunemente utilizzate dai veicoli spaziali della NASA. DSS-53 misura 34 metri e come le sue “sorelle” del DSN utilizza microonde nel range di frequenza compreso tra 30 e 100.000 MHz.
La sua costruzione è iniziata nel 2016. Negli anni successivi ci sono stati periodi complicati per la messa in produzione e servizio della stessa, compresa la settimana in cui ingegneri e tecnici hanno regolato ciascuno dei circa 300 pannelli riflettenti per ottimizzare le prestazioni. Bradford Arnold, project manager del DSN, ha affermato che “questa nuova antenna aggiunge circa l’8% di capacità in più alla rete. Il che significa 8% di scienza in più, e questo è molto significativo”.
All’inaugurazione erano presenti Filippo VI, re di Spagna, Kathy Lueders, amministratore associato per la direzione delle missioni spaziali con astronauti, e Badri Younes, vice amministratore associato per SCaN.
Il Deep Space Network
Il Deep Space Network è formato da tre grandi stazioni di comunicazione situate a Madrid, in Spagna, a Goldstone, in California e a Canberra, in Australia. Le tre stazioni sono distanziate quasi uniformemente, in modo tale da garantire una comunicazione costante con le varie missioni sparse per tutto il sistema solare (e oltre). In totale, contano 14 antenne operative che permettono di supportare circa 40 missioni, si prevede che ne gestiranno circa altre 40 nei prossimi anni. Il tutto è gestito dal Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA nel sud della California per lo SCaN (Space Communication and Navigation Program).
La NASA rende disponibile un sito dal quale si può osservare l’attuale stato del DSN con informazioni su ogni singola antenna. Per ognuna di esse si può sapere, con un aggiornamento ogni 5 secondi, se ci sono trasmissioni attive. Più precisamente possiamo sapere se un’antenna sta stabilendo una comunicazione o se sta inviando/ricevendo dati, in tempo reale. In questo momento, mentre sto scrivendo, la DSS-53 sta ricevendo dati dal rover Perseverance su Marte.
Le prossime operazioni di potenziamento del DSN si avranno nel 2025, con la messa in funzione della DSS-23 a Goldstone e poi con l’ultima nella struttura di Canberra, con data ancora da definire. Alla fine dei lavori ogni stazione avrà almeno quattro di queste antenne da 34 metri, a eccezione di Madrid che ne conta cinque. Inoltre, ogni struttura ha già un’antenna da 70 metri.
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