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| On 2 anni ago

Il governo americano conferma il supporto alla ISS fino al 2030. Incognita la partecipazione russa

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Il 31 dicembre la NASA ha confermato l’impegno dell’amministrazione in carica alla Casa Bianca per estendere il supporto alla ISS fino al 2030. Ufficialmente infatti il governo americano presentava ancora una scadenza dei finanziamenti dedicati alla gestione della Stazione nel 2024. Da alcuni mesi si sapeva che la NASA avrebbe spinto per l’estensione fino al 2030. Ora il tutto è reso ufficiale. Si tratta di un passo importante, che garantisce continuità agli investimenti commerciali in orbita terrestre bassa e che garantirà un passaggio senza interruzioni fra la ISS e le stazioni spaziali commerciali. Questa conferma presenta però anche un importante aspetto strategico.

L’estensione dei finanziamenti alla ISS fino al 2030 è approvata anche da tutti gli altri partner della ISS, tranne la Russia. Giappone, Canada ed ESA hanno infatti dichiarato di condividere la scadenza al 2030 e quindi di prolungare i programmi di finanziamento. La Russia da alcuni anni afferma invece di voler lasciare la ISS nel 2024, al più il 2025, ma c’è tanta confusione in queste affermazioni.

Ufficialmente l’abbandono russo della ISS è dovuto alla volontà di costruire una propria stazione spaziale. Essa non potrà però essere pronta prima del 2025 (si parla di 2028-2030 come data più credibile). Dato che la Stazione Spaziale Internazionale non è gestibile senza i segmenti russi e quindi senza il controllo di Mosca, la partecipazione al progetto sta diventando una vera e propria merce di scambio all’interno delle trattative sempre più delicate fra USA e Russia.


L’incognita Russa

Le relazioni fra USA e Russia attualmente sono piuttosto fredde, per usare un eufemismo. La pressione russa sull’Ucraina, che secondo alcuni analisti potrebbe sfociare in un attacco militare nei primi due mesi di quest’anno e al centro del dibattito. Restando in ambito spaziale il recente test antisatellite condotto dalla Russia il 15 ottobre ha solo peggiorato le cose. Dopo quel test si sono svolti diversi incontri fra funzionari russi e americani.

Una delle opzioni per ottenere la partecipazione russa sulla ISS dopo il 2024 sarebbe lo scambio con alcuni viaggi in orbita di cosmonauti con la capsula Dragon. Rogozin, amministratore di Roscosmos, ha già annunciato che la prima cosmonauta a volare con la Dragon sarà Anna Kikina, affermando di lavorare per un volo all’anno a partire dal 2022. L’accordo non è però ancora concluso, e sembra che dovrà essere rivisto completamente dal dipartimento di Stato USA prima che si faccia un ulteriore passo in avanti.

Dall’altro lato Rogozin ha dichiarato in una intervista al New York Times del 27 dicembre che per ottenere una partecipazione russa sulla ISS gli americani dovranno rimuovere le sanzioni a due aziende russe che costruiscono componenti essenziali per la ISS. Se da un lato gli USA pretendono e pretenderanno maggiori chiarimenti sul test antisatellite, e qualche garanzia che non vengano più effettuati, la Russia si trova in una situazione delicata, progressivamente abbandonata dalle collaborazioni americane e in bilico in una collaborazione cinese per l’esplorazione lunare. Tutto questa delicata situazione potrebbe però cambiare, in peggio, se la Russia invaderà veramente l’Ucraina.

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