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Dalla NASA 415 milioni per tre stazioni spaziali commerciali

Stefano Piccin di Stefano Piccin
Dicembre 3, 2021
in Agenzie Spaziali, NASA, News, Space economy
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La NASA ha assegnato i primi 415 milioni di dollari di finanziamento del programma CLD (Commercial Low-Earth Orbit Destinations). Questo programma è stato creato dalla NASA per finanziare destinazioni commerciali in orbita terrestre bassa. L’obbiettivo è ottenere delle stazioni americane prima che venga dismessa la ISS, in modo da non perdere la leadership delle destinazioni in orbita. Le proposte ricevute dalla NASA erano 11, ma solo tre aziende sono state finanziate.

  • Blue Origin per 130 milioni di dollari.
  • Nanoracks LLC per 160 milioni di dollari.
  • Northrop Grumman Systems Corporation per 125,6 milioni di dollari.

“Sulla base delle nostre iniziative di successo di collaborazione con l’industria privata per consegnare merci e astronauti alla Stazione Spaziale Internazionale, la NASA sta ancora una volta aprendo la strada alla commercializzazione delle attività spaziali”, ha affermato l’amministratore della NASA Bill Nelson. “Stiamo collaborando con le società statunitensi per sviluppare le destinazioni spaziali che le persone possono visitare e in cui vivere e lavorare, consentendo alla NASA di continuare a forgiare un percorso nello spazio a beneficio dell’umanità e promuovendo allo stesso tempo l’attività commerciale nello spazio”.

I prossimi passi del CLD

Il programma CLD è diviso in due fasi. Nella prima, che continuerà fino al 2025, le aziende vincitrici dei finanziamenti lavoreranno con la NASA per definire le caratteristiche di ogni progetto, in base alle esigenze governative e private. È bene infatti ricordare che la NASA, una volta dismessa la ISS, continuerà a usufruire di tempo e spazio in orbita, ma lo farà “semplicemente” pagando il servizio a bordo di queste stazioni commerciali. L’Agenzia Americana sarà quindi il primo cliente di queste Stazioni.

All’interno di questo finanziamento non è compresa la stazione spaziale di Axiom Space in quanto essa ha intrapreso un percorso prima delle altre società. Axiom sta già costruendo i moduli, e il primo verrà lanciato nel 2025. Il contratto assegnato dalla NASA ad Axiom nel 2020, di 400 milioni di dollari, fa parte del CDISS (Commercial Destination ISS), mentre quelli del programma CLD sono CDFF (Commercial Destination Free Flyer).

Nella seconda parte del programma CLD la NASA intende valutare tutti i progetti e iniziare ad acquistare spazio e tempo a bordo delle stazioni. I contratti di missioni specifiche saranno quindi firmati e discussi solamente più avanti, un grande cambiamento rispetto al passato. Per le capsule Dragon e Starliner ad esempio, il primo contratto di finanziamento prevedeva già l’acquisto di un tot di missioni. Questa variazione permetterà di risparmiare molto alla NASA.

Le due fasi di costruzione di Orbital Reef previste da Blue Origin. Credits: Blue Origin.
Le due fasi di costruzione di Orbital Reef previste da Blue Origin. Credits: Blue Origin.

Orbital Reef

Orbital Reef è la più grande delle tre stazioni presentate, ed è un progetto di Blue Origin in collaborazione con Sierra Space. Al progetto parteciperanno anche Boeing, Redwire Space e Genesis Engineering. La stazione si prevede sia in orbita nella seconda metà di questo decennio, prima quindi del 2030 e dovrebbe avere circa lo stesso spazio abitabile della Stazione Spaziale Internazionale.

Orbital Reef è presentato come un vero e proprio Parco Spaziale, dove si potranno eseguire ricerche, sia private che pubbliche, missioni turistiche o industriali. La Stazione sarà raggiungibile con il Dream Chaser di Sierra Space e con la capsula Starliner di Boeing. Il primo, nella sua versione cargo, verrà usato anche per rifornire la stazione.

Un render di Starlab. Credits: Nanoracks
Un render di Starlab. Credits: Nanoracks

Star Lab

Star Lab è invece la stazione spaziale presentata da Nanoracks e Voyager Space in collaborazione con Lockheed Martin. È previsto che diventi operativa a partire dal 2027, con uno spazio pressurizzato di circa un terzo della ISS. La Stazione sarà composta da un modulo gonfiabile progettato e costruito da Lockheed Martin, oltre a un modulo che fungerà da nodo di attracco e un terzo elemento di propulsione. Sarà dotato di un braccio robotico e permetterà il mantenimento continuo di quattro astronauti.

Starlab ospiterà il George Washington Carver Science Park con quattro dipartimenti operativi principali. Un laboratorio di biologia, una serra, un laboratorio di scienze fisiche e di ricerca sui materiali e un’area di lavoro aperta. Star Lab sarà inoltre progettato per essere espanso in futuro, se sarà necessario.

La Stazione Spaziale di Northrop Grumman

La terza stazione finanziata è quella di Northrop Grumman che lavorerà in collaborazione con Dynetics e altri partner da annunciare. Si sa poco di questa proposta, se non che si baserà sulla grande esperienza dell’azienda nel costruire elementi per la ISS e il Lunar Gateway, e che verrà rifornita con una capsula Cygnus.

La Stazione di Northrop Grumman
La Stazione di Northrop Grumman

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Tags: Blue OriginNasaOrbital ReefStar LabStazioni spaziali

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