L’Agenzia Spaziale Europea ha annunciato un contratto di 86 milioni di euro con la startup svizzera ClearSpace. L’obbiettivo del finanziamento è portare a compimento la prima missione di rimozione attiva di un detrito spaziale, denominata ClearSpace-1. Proprio con questo scopo è infatti nata la stessa startup: rimuovere i detriti spaziali.
ClearSpace è nata nel 2017 come spin-off dell’EPFL (Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne) e del Swiss Federal Institute of Technology a Losanna. Attualmente ClearSpace ha circa 30 dipendenti e sarà a capo del consorzio che gestirà il finanziamento di ESA. Nella missione ClearSpace non sarà coinvolta solo la startup omonima, ma essa guiderà un gruppo di aziende ed enti provenienti da tutta Europa. In svizzera ci si occuperò quindi della progettazione e gestione della missione mentre la costruzione sarà affidata ad altre realtà.
ClearSpace-1
La prima missione di rimozione di un detrito attivò si occuperò di deorbitare un dispenser di satelliti del vettore Vega italiano. Questo dispositivo, chiamato VESPA, si trova in un’orbita di 801×664 km, una particolare posizione raggiunta nel rispetto delle convenzioni di mitigazione dei rifiuti spaziali dell’ESA. Qui c’è infatti meno possibilità di impattare con i satelliti dell’orbita bassa. Questo dispenser è stato lanciato col secondo volo del vettore Vega nel 2013. Ha un diametro di 2 metri e un’altezza di 1.6 metri per un peso di 112 kg. Non si tratta quindi di un piccolo satellite, ma un oggetto dalle dimensioni “importanti”, ben diverse dagli esperimenti fatti da Astroscale già dal 2021.
La missione costerà all’incirca 100 milioni di Euro e tolti gli 86 milioni di euro forniti dall’ESA, il restante dovrà essere di provenienza industriale.
ClearSpace-1 sarà lanciata nel 2025 a bordo di un vettore Vega-C. Questo la porterà in un’orbita di circa 500 km, nella quale verranno effettuati i test per controllare il corretto funzionamento della sonda. A questo punto, con i propri propulsori raggiungerà in autonomia il suo obbiettivo. Fino all’avvicinamento di pochi metri dal detrito la sonda sarà guidata dalle osservazioni a Terra. Nella fase di avvicinamento e cattura, il satellite sarà invece guidato dalle proprie osservazioni, effettuate con sensori radar e camere ottiche. Un volta raggiunto il detrito verranno dispiegati 4 bracci robotici che agganceranno il dispenser. A questo punto, la sonda con il rifiuto catturato abbasserà la sua orbita fino a bruciare in atmosfera.
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