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AstroSpace

Vega torna a volare con due satelliti per la missione VV17

Stefano Piccin by Stefano Piccin
Novembre 16, 2020
in Agenzie Spaziali, ESA, News, Space economy, Spazio Italiano
Un rendere del satellite SEOSAT-Ingenio (sulla sinistra) e di TARANIS (sulla destra) Credits: ESA/CNES/Arianespace

Un render del satellite SEOSAT-Ingenio (sulla sinistra) e di TARANIS (sulla destra) Credits: ESA/CNES/Arianespace

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Martedì 17 novembre, alle ore 02:52 è prevista la partenza della missione VV17 del lanciatore italiano Vega. A bordo ci saranno due satelliti, il SEOSAT-Ingenio e il TARANIS. Il primo è un satellite spagnolo di osservazione della Terra. Eseguirà una serie di osservazioni in alta risoluzione e multi spettrali dell’intero territorio spagnolo, fornendo dati ai più svariati player della penisola. TARANIS è invece una missione scientifica organizzata da CNES, l’agenzia spaziale francese. Il suo obbiettivo è studiare i Transient Luminous Events, o TLE, dei fenomeni elettromagnetici molto brevi e rari che si verificano sopra grandi tempeste, ad altitudini variabili dai 10 ai 100 kilometri.

Questa missione sarà importante anche per Avio, che riporta il vettore Vega al lancio dopo la prima missione storica del programma SSMS di inizio settembre. VV17 sarà anche la penultima missione prima del debutto del Vega-C. Il suo lancio inaugurale è previsto a giugno 2021. Poi, per un periodo, verranno gestiti contemporaneamente Vega e Vega-C. Per capire un po’ meglio cosa ci aspetta da questo nuovo vettore, abbiamo posto qualche domanda a Andrea Preve, Head of Launch System Programs di Avio, che ci ha risposto direttamente dallo spazioporto di Kourou.

Rispetto alla missione precedente, che ha portato in orbita 53 satelliti di medie e piccole dimensione, inaugurando il programma Small Spacecraft Mission Service, questa è stata più facile da organizzare nonostante fossero due satelliti più grandi? 

E’ stata più semplice da organizzare perchè chiaramente nell’altra missione c’erano 53 satelliti c’era un dispenser, cioè un metodo di rilascio di questi satelliti completamente nuovo, ed è stata organizzata in una situazione di Covid, quindi di trasferimenti lavorativi molto difficili, in cui non c’erano ancora dei protocolli consolidati. Quindi siamo stati un po’ gli apripista per capire come andare all’estero, cosa servisse, com’era l’aspetto sanitario ecc. Questa volta ci siamo mossi sulla base dell’esperienza precedente e quindi siamo nel campo di un volo normale, seppur un volo doppio, quindi per il lanciatore una missione difficile. Però dal punto di vista organizzativo è stato semplice. 

Avio Vega.
Render del payload di Vega con 53 satelliti a bordo. Credit: ESA – J. Huart.
Quando ci sarà la prossima missione del programma SSMS? 

Noi abbiamo in programma un lancio all’anno del programma SSMS. La nostra interfaccia commerciale, che è Arianespace, si sta occupando di “contrattualizzare” il volo del prossimo anno. 

Il dispenser del programma SSMS subirà delle modifiche strutturali per essere lanciato a bordo del Vega-C o non sono necessarie? 

Noi cerchiamo di minimizzare gli impatti di cambio sui dispenser e quindi di utilizzare al meglio i dispenser esistenti. E’ chiaro che cambiando il lanciatore alcune piccole modifiche vanno apportate. In generale, il dispenser che vola oggi, il cosiddetto VESPA, con delle piccole modifiche sarà adattato anche a volare sul Vega-C. Il dispenser SSMS è invece completamente diverso da quello che vola oggi. Anche per questo dispenser ci saranno degli adattamenti per renderlo compatibile con il Vega-C, anche se è già stato progettato per esserlo e quindi semplicemente, si cercherà di “aumentarne le dimensioni”, soprattutto della piattaforma per renderlo più grande, e quindi per ospitare un maggior numero di satelliti e/o satelliti di massa maggiore. 

Per effettuare il primo lancio del Vega-C a giugno c’è necessità di rispettare le scadenze della missione VV17 e VV18, in modo poi da effettuare per tempo le modifiche alla rampa di lancio e adattarla al Vega-C. Quali sono queste modifiche?

Nella rampa di lancio, soprattutto per quanto riguarda la parte meccanica, abbiamo avuto delle modifiche per adattare le passerelle alle nuove altezze del Vega-C. Un’altra modifica importante è stata il cambio del carroponte, che ora deve sollevare degli stadi che ora sono notevolmente più pesanti di quelli del Vega. 

Avendo il Vega-C delle altezze diverse, abbiamo dovuto adattare tutta la parte fluidica, quindi tutto il caricamento dei propellenti alle nuove altezze. Essendo un lanciatore con un’avionica differente abbiamo dovuto aggiornare il banco di controllo. Quindi, lato ground, le modifiche sono notevoli e inizieranno la parte finale di implementazione di queste modifiche dopo il volo VV18, sopratutto per la parte elettrica, mentre la parte fluidica e meccanica è già stata realizzata.  

Avio VV17 Vega
Il fairing di Vega con all’interno i due satelliti della missione VV17 mentre viene sollevato all’interno dell’edificio di integrazione. Credits: Avio/Arianespace/Arianegroup.
Il primo stadio del Vega-C sarà utilizzato anche come booster dell’Ariane 6, questo richiede delle modifiche, seppur minime? 

No, in questo caso lo sforzo è stato fin dall’inizio quello di realizzare un motore che fosse compatibile sia nell’essere un booster per quel che riguarda il lanciatore Ariane 6, sia essere il primo stadio del lanciatore Vega-C. Fin dall’inizio lo sforzo è stato quindi di fare un design comune e orientato agli obbiettivi comuni, di convergere, dal punto di vista di sistema, ad avere un’unica specifica, un processo lungo ma alla fine successful. Quindi poi la realizzazione del motore è stata unica e ha portato alla qualifica e adesso al volo inaugurale su Vega-C.  

E’ possibile seguire il lancio del Vega per la missione VV17 direttamente da qui. 

Tags: ArianegroupAvioCNESESAVega

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