Europa, una luna di Giove, risente della vicinanza col gigante gassoso, subendo un irraggiamento di radiazioni e particelle non indifferente. Un nuovo studio del Jet Propulsion Laboratory della NASA, ha dimostrato che la superficie, anche quando non illuminata dal Sole, brilla in conseguenza dell’irraggiamento di Giove.
Non è strano che un corpo celeste brilli, lo fanno tutti quando riflettono la luce del Sole. In questo caso la probabile luminosità di Europa è però diversa e inaspettata. Da precedenti osservazioni sappiamo infatti che la superficie della luna è composta da una miscela di ghiaccio e sali comunemente noti sulla Terra, come il solfato di magnesio e il cloruro di sodio (il sale da cucina). Al JPL hanno incorporato questi sali nel ghiaccio d’acqua in condizioni simili a quelle di Europa e colpendolo con delle radiazioni hanno osservato un bagliore.
A cosa serve?
“Questo bagliore notturno, potrebbe fornire ulteriori informazioni sulla composizione della superficie di Europa. Il modo in cui questa composizione [del ghiaccio ndr.] varia, potrebbe darci indizi sul fatto che Europa porti condizioni adatte alla vita.” Così ha commentato Murthy Gudipati del JPL, autore principale del lavoro pubblicato su Nature Astronomy.
A seconda del “diverso colore” che viene rilevato, gli scienziati sono infatti capaci di comprendere che tipo di sostanza ha riflesso, o prodotto quella luce. Per farlo viene usato uno spettrometro, uno strumento in grado di separare la luce in lunghezze d’onda e collegare le distinte “firme”, o spettri, a diverse composizioni di ghiaccio.
Per studiare un modello di laboratorio della superficie di Europa, il team del JPL ha costruito uno strumento unico chiamato Ice Chamber for Europa’s High-Energy Electron and Radiation Environment Testing (ICE-HEART). Hanno portato ICE-HEART in una struttura a Gaithersburg, nel Maryland, e hanno iniziato gli esperimenti con un obbiettivo completamente diverso in mente: vedere come il materiale organico sotto il ghiaccio di Europa avrebbe reagito all’esposizione alle radiazioni. Il risultato è stato però completamente diverso. Aver trovato così diverse radiazioni riflesse a seconda della composizione del ghiaccio che veniva irradiato è stata una sorpresa.
Cambiano gli obbiettivi futuri?
Aver osservato una reazione di questo tipo non è una scoperta da trascurare. Se Europa fosse al posto della nostra luna, durante le fasi in cui parte della superficie lunare è in ombra, vedremmo un bagliore blue, verde e bianco, invece di una semplice ombra. Sarebbe uno spettacolo di rara bellezza.
Attualmente è prevista una missione verso la luna Europa, chiamata Europa Clipper. Questa sonda entrerà nel sistema gioivano con l’obbiettivo principale di osservare la luna e cercare prove dell’esistenza di molecole organiche sotto la superficie. Quello che si cercherà di capire ora è se gli strumenti della sonda saranno in grado anche di osservare e studiare questo fenomeno. Non capita spesso infatti di conoscere dei fenomeni planetari che aspettano solo di essere osservati in loco. Solitamente si scoprono direttamente con l’esplorazione e solo poi si cerca di riprodurli in laboratorio.
L’articolo completo su Nature Astronomy: Laboratory predictions for the night-side surface ice glow of Europa.
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