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Cede un altro cavo all’Osservatorio di Arecibo

Nella notte di venerdì 6 novembre si è verificato un ulteriore guasto alla struttura dell’osservatorio. Ingegneri e tecnici al lavoro per valutarne la gravità e cercare soluzioni.

Giuseppe Sicolo di Giuseppe Sicolo
Novembre 10, 2020
in NASA, News
Il radiotelescopio di Arecibo, anche chiamato National Astronomy and Ionosphere Center, situato sull'isola di Porto Rico.

Il radiotelescopio di Arecibo, anche chiamato National Astronomy and Ionosphere Center, situato sull'isola di Porto Rico.

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Un cavo che supporta l’Osservatorio di Arecibo si è rotto venerdì alle 19:39, ora di Porto Rico. Non si tratta però del primo guasto che coinvolge la struttura. Il 10 Agosto scorso un altro tirante ausiliario era scivolato dal suo alloggiamento, provocando ingenti danni all’osservatorio e rendendolo per larga parte inutilizzabile. Stavolta il guasto è stato provocato da una componente principale del telescopio e le conseguenze sembrano essere ancora più serie. Sembra infatti che un altro cavo si sia spezzato e sia precipitato sulla parabola riflettente sottostante, causandole ulteriori danni e compromettendo altri cavi vicini. Entrambi i cavi erano collegati alla stessa torre di supporto.

Gli ingegneri stanno già lavorando per rendere stabile la struttura ed evitare che la situazione peggiori. Una zona di sicurezza è stata istituita intorno all’antenna per precauzione, e solo il personale necessario per rispondere all’incidente è autorizzato ad accedervi.




Il motivo per cui il cavo principale si è rotto non è ancora chiaro, ma si sospetta che sia correlato al carico extra che i supporti rimanenti hanno dovuto sostenere sin da agosto. Da allora, un team specializzato ha monitorato attentamente tutti i cavi e la piattaforma per definire un piano di riparazione di emergenza e la messa in sicurezza della struttura. Gli osservatori avevano notato fili rotti sul cavo principale, gli stessi che si sono guastati venerdì. La struttura attendeva, infatti, un team di ingegneri che avrebbero dovuto iniziare le riparazioni temporanee di emergenza relative all’incidente di agosto.

Si cerca di rimediare

“Questo non è certamente quello che volevamo vedere, ma l’importante è che nessuno si sia fatto male”, ha detto Francisco Cordova, il direttore dell’osservatorio. “Siamo stati attenti nella nostra valutazione e abbiamo dato la priorità alla sicurezza nella pianificazione delle riparazioni che avrebbero dovuto iniziare martedì. Ora questo. C’è molta incertezza finché non saremo in grado di stabilizzare la struttura. Ha tutta la nostra attenzione. Stiamo valutando la situazione con i nostri esperti e speriamo di avere presto altri contenuti da condividere “.

L’Università della Florida centrale in cooperazione con l’Universidad Ana G. Méndez e Yang Enterprises Inc. per la US National Science Foundation, ha lavorato durante la notte con numerose società di ingegneria per trovare una strategia per affrontare la nuova rottura. UCF ha anche informato NSF, che possiede la struttura e la NASA. Droni e telecamere vengono utilizzati anche per continuare a monitorare la struttura.

Il piano attuale prevede di ridurre la tensione nei cavi esistenti nella torre e di installare rinforzi in acciaio per alleviare temporaneamente parte del carico aggiuntivo che grava sui supporti rimanenti. Si stanno mobilitando esperti per svolgere il lavoro il più rapidamente possibile. UCF aveva già effettuato una richiesta di finanziamento supplementare alla NSF per effettuare riparazioni temporanee relative alla rottura originale. Per le nuove riparazioni invece non esiste ancora una stima dei costi che promettono però di essere ingenti.

Arecibo
La parte danneggiata dal cedimento di Agosto. Credits: University of Central Florida

L’osservatorio di Arecibo

L’Osservatorio di Arecibo ospita uno dei telescopi più potenti attualmente disponibili sul nostro pianeta. Vanta infatti una configurazione gregoriana, con un collettore principale sferico a curvatura fissa del diametro di quasi 305 metri, costruito all’interno di un avvallamento naturale. La superficie riflettente dell’antenna è costituita da oltre 38mila pannelli in alluminio, ognuno dei quali ha una dimensione compresa tra uno e due metri.

Arecibo ospita inoltre un team che gestisce il Planetary Radar Project supportato dal Near-Earth Object Observations Program della NASA presso l’Ufficio di coordinamento della difesa planetaria. Sebbene la struttura abbia sospeso la maggior parte delle sue operazioni dall’incidente di agosto, i ricercatori continuano a utilizzare i dati già raccolti da Arecibo per proseguire la loro ricerca.

La struttura che vanta più di 50 anni di attività ha resistito a molti uragani, tempeste tropicali e terremoti da quando è stata costruita. Ha continuato a contribuire a scoperte significative nella ricerca spaziale nell’area delle onde gravitazionali, della caratterizzazione degli asteroidi, dell’esplorazione planetaria e altro ancora. Per l’osservatorio di Arecibo sembra che gli anni inizino a farsi sentire. Non ci resta che sperare di non essere obbligati a rinunciare a uno degli “occhi” più potenti dell’Umanità.

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Tags: NasaOsservatorio di AreciboRadiotelescopioSpazio

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