Ad un mese dal volo storico del prototipo di Starship SN5, SpaceX si ripete con un altro balzo di 150 metri. Alle ore 19:49 del 3 Settembre, il prototipo di Starship SN6 si è staccato dal pad di test per compiere il terzo volo della storia di questo progetto, arrivando a quota 150 metri circa prima di toccare nuovamente terra.
SN 6 ha raggiunto il pad di volo prendendo il posto di SN 5, dopo che quest’ultima è stata riportata nella zona degli hangar per i controlli. Nelle due settimane successive, hanno eseguito quindi il test di pressurizzazione, per poi accendere il Raptor SN29, precedentemente montato. Da notare che tutti questi test, a differenza dei precedenti, sono stati effettuati senza simulatore di massa in cima che è stato montato successivamente.
Il volo era programmato inizialmente nel pomeriggio italiano del 30 agosto, ma a poco meno di 10 minuti dal possibile test, tutto è stato interrotto. Nonostante la sirena che preannuncia il volo avesse già suonato, a causa del forte vento nella zona del pad di lancio, SpaceX ha preferito rimandare il volo di SN6.
Come con il precedente prototipo, anche SN6 monta un solo motore Raptor nella sua posizione finale. La Starship è progettata per avere 6 motori, 3 ottimizzati per il volo atmosferico e 3 per il volo orbitale. Di conseguenza, montare un solo motore Raptor significa avere una spinta non allineata al centro di massa, motivo per cui si è tenuto obliquo durante il volo. Grazie al gimbal del motore e al Reaction Control System (RCS), SN6 ha potuto ovviare alla spinta asimmetrica ed è potuto atterrare in maniera ottimale.
Le gambe di atterraggio che hanno sorretto perfettamente il peso di SN6 anche se alla fine dell’Hop la Starship si è leggermente inclinata su un lato. Difficile sapere ora se si è trattato di un problema delle gambe o del pad di atterraggio. In quella zona si è anche originato un incendio, subito spento dal sistema di emergenza.
Dopo Starship SN5 e SN6
SN 6 e SN 5 probabilmente effettueranno ulteriori voli. Musk ha infatti dichiarato che l’intenzione futura di questi test è quella di effettuare più balzi consecutivi, con il prototipo che si stacca da terra, raggiunge i 150 metri per poi atterrare. Successivamente al primo atterraggio, il motore Raptor si riaccende per decollare nuovamente, effettuando probabilmente un volo verticale senza traslare. Ricordiamo infatti che la Starship è un razzo interamente riutilizzabile, che dovrà essere in grado di atterrare e ripartire anche a distanza di poco tempo, da diverse parti del globo o da altri corpi celesti.
SN6 sarà l’ultimo prototipo costruito con l’acciaio AISI 301, questo poiché SpaceX ha iniziato ad utilizzarne uno che maggiormente soddisfa le sue esigenze: l’AISI 304L.
SpaceX ha già testato questo tipo di acciaio con il serbatoio di prova SN7, ma verrà nuovamente messo sotto sforzo con il prossimo serbatoio SN7.1, prossimo allo spostamento sul pad di prova. Qui verrà pressurizzato e portato al punto di rottura come il precedente gemello, per testare anche delle nuove componenti.
Nel frattempo nel sito di costruzione si sta concludendo l’assemblaggio del primo prototipo formato interamente in acciaio 304L, SN8. Questo sarà completo di appendici aerodinamiche e nose cone. Il volo previsto per questo prototipo sarà il primo ad alta quota (circa 20 km) e per questo motivo sarà dotato di 3 motori Raptor nella loro configurazione finale. Difficile stabilire una data per questo volo.
La possibilità di vedere un primo volo orbitale di Starship per l’anno prossimo si fa sempre più concreta, come quella di rivedere il genere umano toccare di nuovo il suolo lunare e per la prima volta quello marziano entro questo decennio.
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