In questi giorni la Federal Aviation Administration sta svolgendo alcuni incontri per raccogliere pareri del pubblico riguardo ai lanci di Starship dallo Space Launch Complex 39A, presso il Kennedy Space Center. L’agenzia federale ha infatti dato il via al processo di stesura di una nuova analisi di impatto ambientale, l’Environmental Impact Statement (EIS). La consultazione terminerà il 24 giugno, dopodiché la FAA procederà alle fasi successive dell’analisi.
SpaceX aveva già ottenuto i permessi per realizzare le infrastrutture per lanciare Starship, nel 2019. I numerosi cambiamenti apportati al progetto richiedono ora nuove analisi da parte della FAA, per valutare quali siano gli impatti sull’ambiente circostante. Le agenzie coinvolte nella realizzazione dell’EIS, oltre alla FAA, sono: la NASA, il Dipartimento dell’Aeronautica Militare, la Guardia Costiera degli Stati Uniti, l’U.S. Fish and Wildlife Service e il National Park Service.
La nuova versione di Starship
Nell’informativa rilasciata dalla FAA è possibile leggere come l’EIS prenda in considerazione la versione finale di Starship, presentata da Musk ad aprile. La terza versione di Starship sarà alta 150 metri, 30 in più rispetto alla versione attuale. Il Super Heavy monterà 35 Raptor, mentre la Ship ne avrà 9, di cui 6 ottimizzati per il vuoto.
Il primo stadio di questa terza versione potrà contenere fino a 4.100 tonnellate di propellente, mentre il secondo 2.600 tonnellate. Per potersi sollevare, i motori del Super Heavy genereranno circa 10.000 tonnellate di spinta, circa il triplo rispetto al Saturn V. I piani di SpaceX prevedono di effettuare fino a 44 lanci di Starship dal complesso di lancio 39A all’anno.
Questo elevato numero di voli servirà a supportare le future missioni del programma Artemis, e probabilmente anche diverse missioni commerciali. Per le missioni verso la Luna (e in futuro Marte) SpaceX prevede che la Starship venga rifornita in orbita e l’intera operazione richiederà circa una decina di lanci.
Le due torri
A differenza di quanto presentato in passato, ora SpaceX prevede di realizzare due diverse torri al 39A, che saranno simili a Mechazilla che si trova a Starbase. La torre deve svolgere due diversi compiti: collocare il Super Heavy e la Starship sul pad di lancio e catturarli al volo al loro rientro.
Inizialmente SpaceX aveva proposto solamente una torre per il 39A, ma ora ne hanno aggiunta un’altra, che ha il solo scopo di recuperare i due vettori. Avere due Mechazilla consentirebbe a SpaceX di catturare entrambi i mezzi nel caso in cui questi debbano rientrare a breve distanza l’uno dall’altro. Inoltre, se dovessero emergere problemi durante il rientro della Starship o del Super Heavy, causando anche danni a una torre, si eviterebbe di perdere anche l’altro vettore, catturandolo con la seconda torre.
Attualmente SpaceX non ha ancora rilasciato dichiarazioni su come intenda utilizzare le due Mechazilla. Hanno però previsto che, come accade con il Falcon 9, sia la Starship che il Super Heavy potrebbero rientrare anche su una chiatta posta nell’Oceano.
Anche su queste imbarcazioni dovranno poi realizzare una torre in grado di afferrare i due mezzi. Potrebbero esserci casi in cui SpaceX non intenda recuperare il primo stadio e questo dovrà ammarare e distruggersi non più vicino di 9 km dalla costa. Ciò potrebbe avvenire anche con la Starship, in una regione che va da 55 gradi di latitudine sud a 55 gradi di latitudine nord.
Per i lanci della terza versione di Starship è previsto che SpaceX utilizzi circa 3,7 milioni di litri di acqua per il Water Deluge System (WDS), per contenere il calore e il rumore durante il decollo. L’attuale WDS ne consuma circa 1,4 milioni, poco più della metà di quella contenuta in una piscina olimpionica.