A meno di rinvii dell’ultimo minuto, alle 22.33 italiane di domani, 27 maggio, si farà la storia.
L’accensione dei nove motori Merlin del Falcon 9 farà riacquistare agli Stati Uniti l’indipendenza in materia di voli con equipaggio, ma non solo: SpaceX lancerà i suoi primi due astronauti con la capsula Crew Dragon.
L’equipaggio designato è composto da Bob Behnken e Doug Hurley, entrambi di grande esperienza e con all’attivo multipli voli sullo Space Shuttle. La capsula che li condurrà verso la Stazione Spaziale Internazionale è la Dragon 2, appositamente sviluppata dall’azienda californiana per il Commercial Crew Program.
SpaceX ha già condotto con successo una missione del tutto simile a questa, la Demo-1 a Marzo 2019, ma allora nessun astronauta era presente a bordo della capsula. Con il lancio di domani, la NASA prevede per i due astronauti fino a quattro mesi di permanenza a bordo della ISS. Un’eventuale estensione dovrà essere attentamente valutata in funzione del grado di deterioramento dei pannelli solari della Dragon 2.
Il giorno del lancio
Nonostante il liftoff sia previsto per il pomeriggio statunitense, i preparativi per i due astronauti avranno inizio all’incirca a mezzogiorno, quando riceveranno un aggiornamento meteorologico.
Il meteo, di grande importanza in qualsiasi lancio spaziale, sarà fondamentale per garantire un’adeguata sicurezza in ogni evenienza. Non saranno infatti sufficienti buone condizioni a Cape Canaveral: anche la zona di recupero in mare dovrà godere di ottimo meteo. Sarà lì che ammarerà la capsula nel malaugurato caso di un abort.
Le tessere da incastrare, com’è evidente, saranno molte, ed è del tutto possibile un rinvio del lancio alla successiva data utile: il 30 Maggio.
Se l’aggiornamento meteo avrà esito positivo, quattro ore prima del lancio avrà luogo la vestitura. Behnken e Hurley indosseranno le tute spaziali per poi dirigersi al pad LC-39A, lo stesso da cui l’Apollo 11 iniziò il proprio viaggio verso la Luna. Una curiosità: sarà una Tesla Model X ad effettuare il tragitto, messa a disposizione dalla casa automobilistica fondata dallo stesso Elon Musk.
Hurley e Behnken giungeranno ai piedi del Falcon 9 due ore e cinquanta minuti prima del lancio, saranno sottoposti ad una breve serie di controlli e mezz’ora dopo poseranno piede all’interno della capsula. Qui prenderanno posto, aiutati da un’apposita squadra di tecnici soprannominata “closeout team”.
Un’ora esatta dopo l’arrivo al pad, il portellone della capsula verrà chiuso e l’equipaggio verrà lasciato solo. Avranno qui inizio le procedure di controllo coordinate dal personale di terra.
Un’ora al lancio
Dopo le considerazioni sulle condizioni meteo, un’altra importantissima decisione verrà presa 45 minuti prima del lancio. In quel momento, basandosi sugli esiti dei check appena effettuati, il Launch Director darà l’approvazione – il cosiddetto “GO” – al caricamento del propellente nel Falcon 9.
Prima di procedere al rifornimento, però, verrà armato il Launch Abort System. Esso consiste di otto motori SuperDraco posizionati sulla capsula, pronti ad allontanarla dal razzo al sopraggiungere del minimo problema.
Gli astronauti infatti, negli ultimi trentacinque minuti precedenti il lancio, siederanno su una vera e propria bomba pronta ad esplodere. Il test di questo sistema è stata l’ultima prova che la Dragon 2 ha dovuto superare per essere abilitata al trasporto di esseri umani. Si è svolto il 19 Gennaio scorso ed è stato un completo successo.
T-10 minuti
Il caricamento del propellente continuerà fino all’ultimo, per compensare l’evaporazione all’interno dei serbatoi. Sette minuti prima del lancio, un po’ di questo propellente verrà fatto fluire nei nove motori Merlin del primo stadio, per raffreddarli ed evitare che un flusso improvviso all’accensione possa danneggiarli. Questa procedura è nota come “engine chill” o “chilldown”.
A T-5 minuti, i computer di bordo del Falcon 9 prenderanno il controllo del countdown e di tutte le procedure automatiche di controllo, pronti a chiamare un “hold” alla prima anomalia.
Se tutto procederà come da copione, 45 secondi prima del distacco da terra avverrà l’ultima decisione, il GO al lancio. Anche in questa occasione, sarà la voce del Launch Director a pronunciarlo.
LIFTOFF!
A tre secondi dal lancio, i nove motori Merlin avvieranno la procedura d’accensione, così da avere il tempo di raggiungere il massimo livello di spinta. A quel punto, le morse che tengono il Falcon 9 ancorato al pad verranno allentate e potrà iniziare il viaggio verso la Stazione Spaziale Internazionale.
Un minuto dopo, il razzo raggiungerà il cosiddetto Max Q, il momento di massimo stress aerodinamico. La resistenza, aumenta infatti con la velocità, ma decresce con l’altitudine per via della minor densità dell’aria; il Max Q è il punto in cui la somma di questi due fattori è massima.
Il booster continuerà ad accelerare la Dragon per un altro minuto e mezzo, quando cederà il passo al secondo stadio. SpaceX tenterà il recupero del booster – nuovo di zecca – facendolo atterrare sulla chiatta Of Course I Still Love You, posizionata nell’Oceano Atlantico.
Undici minuti dopo il lancio, ormai in orbita attorno alla Terra, la Dragon 2 si staccherà dal secondo stadio ed inizierà la fase di graduale avvicinamento alla Stazione Spaziale Internazionale. Il docking è previsto per le 11:29 ora della Florida, circa diciannove ore dopo il lancio.
Questo quarto approfondimento sulla missione Demo-2 è stat dedicata al periodo immediatamente precedente e successivo al lancio. Qui potete trovare i precedenti approfondimenti per capire appieno l’importanza di questo lancio e comprendere cosa succederà il giorno della partenza.