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In orbita 51 Starlink, condividendo il volo con il primo Sherpa-LTC di Spaceflight

Andrea D'Urso di Andrea D'Urso
Settembre 5, 2022
in News, Space economy, SpaceX
Il lancio della missione Starlink-4.20 del 5 settembre. Credits: SpaceX

Il lancio della missione Starlink-4.20 del 5 settembre. Credits: SpaceX

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Con l’ultimo lancio di SpaceX, Starlink-4.20, tornano le missioni Starlink in rideshare, ovvero con a bordo del Falcon 9 anche altri satelliti. In questo modo per le aziende è possibile pagare un prezzo inferiore per lanciare il proprio carico, evitando di dovere riservare un intero vettore. In quest’occasione, insieme ai 51 Starlink, vi era lo Sherpa-LTC2 realizzato da Spacefilght inc. un “rimorchiatore” alimentato a propellenti liquidi che vola in questa versione per la prima volta.

Il decollo è avvenuto dal complesso numero 40 di Cape Canaveral quando in Italia erano le 4:09 del 5 settembre. SpaceX ha così portato a termine la 40esima missione del 2022, mantenendo una media di un lancio ogni 6,2 giorni. L’azienda ha portato in orbita altri 51 satelliti Starlink, per un totale di 1315 lanciati solamente quest’anno. Da maggio 2019 invece sono 3257 gli Starlink arrivati nello spazio.

Spaceflight vede finalmente il suo Sherpa-LTC arrivare nello spazio dopo diversi problemi avuti in passato, e che le hanno causato anche l’estromissione da parte di SpaceX, dalle missioni Transporter.

Il primo volo dello Sherpa a propellenti liquidi

Spaceflight ha sviluppato e lanciato diversi Sherpa nel corso degli anni, che permettono il trasporto e rilascio di piccoli satelliti. Ogni modello ha una propria caratteristica, per supportare vari tipi di missioni. La versione base è denominata Sherpa-FX, per il semplice trasporto di Cubesat. Sherpa-AC invece è una versione più evoluta, in quanto in grado di mantenere e controllare un assetto ben specifico.

Liftoff! pic.twitter.com/OebHKPE7lu

— SpaceX (@SpaceX) September 5, 2022

Successivamente Spaceflight ha lanciato lo Sherpa-LTE, dotato di propulsione elettrica e alimentato con xenon. Questo è in grado di trasportare i carichi su orbite differenti, per soddisfare le richieste di un numero maggiore di clienti.

Lo Sherpa-LTC è anch’esso dotato di propulsori, ma questi sono alimentati con due diversi propellenti allo stato liquido, sviluppati da Benchmark Space Systems. Quest’azienda ha definito i propri propellenti “green”, in quanto sicuri da gestire a differenza della più comune idrazina, fortemente tossica. Questi sono: alcol isopropilico e un perossido altamente concentrato. È stato proprio a causa del sistema propulsivo però, che Spaceflight ha dovuto rimuovere il suo primo Sherpa-LTC1 dalla missione Transporter-3. Diversi sensori infatti avevano rilevato una perdita di carburante, e per evitare di danneggiare gli altri satelliti che avevano preso parte alla missione, SpaceX l’ha rimosso.

Avere un sistema propulsivo di questo tipo permette allo Sherpa di cambiare orbita più velocemente rispetto ai motori elettrici, in questo modo i Cubesat possono raggiungere prima l‘orbita operativa. Questi piccoli satelliti infatti non rimangono attivi per lunghi periodi, quindi risparmiare tempo permette ad aziende, università o enti di ricerca di poterli utilizzare in breve tempo. Nonostante debba trasportare dei satelliti, Sherpa-LTC ha dimensioni alquanto ridotte, ovvero 0,82 m x 1,42 m x 1,23 m. La sua massa, con tanto di propellenti, è di circa 180 kg.

sherpa Varuna
Lo Sherpa-LTC2 prima di essere inviato per il lancio.

Il carico a bordo di Sherpa

Su questo Sherpa-LTC2 non si trovano Cubesat come avvenuto in passato, ma solamente un carico chiamato Varuna-TDM (Technology Demonstration Mission). Lo Sherpa infatti, è utilizzato come corpo principale del satellite e su di esso sono stati agganciati i diversi carichi per questa missione dimostrativa.

Si tratta di programma realizzato da Boeing con il fine di testare diversi strumenti per l’utilizzo delle bande di frequenza V. Tali frequenze verranno poi utilizzate in futuro per una costellazione formata da 147 satelliti che viaggeranno in orbita terrestre bassa. Varuna quindi è composto dall’intero Sherpa e dai moduli realizzati da Astro Digital, che permettono comandare e controllare il satellite, otre a comunicare nella banda V.

Sherpa-LTC2, dopo essere stato rilasciato a circa 300 Km di altezza, utilizzerà i propri motori per raggiungere un’orbita a 1056 km. Dovrebbe rimanere a questa altezza per circa due anni, effettuando diverse serie di test, per poi abbassare la sua orbita nuovamente a 300 km. Il satellite poi si distruggerà rientrando in atmosfera.

Due lanci in 31 giorni

I 51 Starlink e lo Sherpa-LTC2 sono arrivati in orbita volando con il Falcon 9 B1052, utilizzato per la settima vota. La sua precedente missione, KPLO, ha avuto luogo soltanto 31 giorni prima e questo non è nemmeno uno dei riutilizzi più veloci di SpaceX. Il record infatti è di 21 giorni tra due missioni con il medesimo primo stadio, ma questo indica comunque la rapidità di riutilizzo dei vettori.

Con il B1052 inoltre, SpaceX sta dimostrando di poter convertire i booster laterali utilizzati per il Falcon Heavy in vettori da utilizzare singolarmente. Infatti con le prime due missioni del B1052 lo abbiamo visto formare proprio un Falcon Heavy. Da febbraio di quest’anno invece ha iniziato a volare da solo e ora ha completato il suo settimo lancio.

Per recuperarlo SpaceX ha utilizzato la chiatta Just Read The Instructions, che non vedevamo proprio da KPLO. L’azienda infatti ha dovuto effettuare alcuni lavori di manutenzione e ora l’imbarcazione è tornata operativa. In questo 2022 a JRTI ha supportato 12 missioni.

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Tags: sherpaspacefightSpaceXstarlink

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