La Federal Communications Commission (FCC) ha approvato mercoledì 3 novembre il progetto di una nuova costellazione satellitare presentato da Boeing. La costellazione sarà composta da 147 satelliti e avrà lo scopo di fornire copertura internet globale dallo spazio. La rete satellitare verrà disposta su due diversi piani orbitali. Il primo sarà composto da 132 satelliti in orbita terrestre bassa, a una quota di 1056 km. Gli altri 15 satelliti andranno invece a trovarsi su un’orbita più alta ed ellittica, con una quota di 27355 km x 44221.
Attualmente non ci sono piani chiari per il lancio di questi satelliti. In base alle regole della FCC, l’ente che concede l’utilizzo delle frequenze di comunicazione, l’azienda che ne ottiene l’utilizzo deve lanciare almeno il 50% dei satelliti previsti entro sei anni dalla concessione dei permessi, e il totale entro nove anni. Boeing, in base a una dichiarazione dell’FCC, ha richiesto una deroga a questo permesso. La deroga è stata però negata dall’ente americano, che ha inoltre affermato quanto manchino ancora molte caratteristiche alla rete di Boeing prima dell’approvazione al lancio. Fra queste, una chiara tecnologia per mitigare il rischio di detriti spaziali e un sistema di comunicazione con gli altri player satellitari per tracciare i satelliti in orbita.
La corsa alle costellazioni satellitari
Mancano ancora un po’ di anni prima che Boeing possa avvicinarsi al primo lancio quindi, ma questo nuovo progetto è un altro segnale di come anche la corsa alle costellazioni internet sia ormai iniziata. I due progetti più avanzati, Starlink e OneWeb, ormai sono in fase di attivazione. Starlink è attivo come Beta pubblica anche in Italia, con più di 1700 satelliti lanciati (e permessi per 12000). OneWeb ne ha invece lanciati 358 e dispone di permessi per 2000 satelliti. Amazon invece, ha annunciato qualche giorno fa di voler lanciare i primi due satelliti di test del progetto Kuiper entro la fine del 2022.
La corsa alle costellazioni internet non è però tutta qui. Sempre questa settimana la FCC ha concluso l’accettazione di progetti di nuove reti satellitari. Questa richiesta era stata fatta per poter assegnare nuovi permessi per l’utilizzo di frequenze della banda V. Ottenere questi permessi è il primo passo per poter anche solo pensare di progettare una rete satellitare. Sono stati presentati progetti per un totale di oltre 38 mila satelliti. Le aziende interessate sono le stesse già impegnate in progetti satellitari, come OneWeb e Amazon, ma sono presenti anche realtà minori.
- Amazon per un numero di satelliti totale di 7,774
- Astra per un numero di satelliti totale di 13,620
- Boeing per un numero di satelliti totale di 5,789
- Inmarsat per un numero di satelliti totale di 198
- Intelsat per un numero di satelliti totale di 216
- Hughes per un numero di satelliti totale di 1,440
- OneWeb per un numero di satelliti totale di 6,372
- SpinLaunch per un numero di satelliti totale di 1,190
- Telesat per un numero di satelliti totale di 1,373
Non tutti i permessi sono costellazioni
Ora, non è detto che tutti questi progetti vengano accettati dalla FCC. In questa fase inoltre, l’ente americano deve assicurarsi che le domande siano pertinenti e formulate correttamente, e non deve controllare la sensatezza e correttezza del progetto. È quindi probabile che alcune di queste idee siano formulate in modo generico e poi vengano abbandonate. Un’altra possibilità è che i permessi traslati in altri progetti o addirittura ad altre aziende. Per una Startup spaziale infatti, possedere dei permessi di sfruttamento di alcune frequenze è una sorta di proprietà intellettuale, che potrebbe spingere un’azienda più grande a un’acquisizione.
Quel che è certo è che sia il progetto di Boeing, che la enorme mole di richieste arrivate alla FCC sono un segnale di quanto il segmento delle costellazioni internet sia in crescita. Qualche anno fa, quando iniziò la costruzione di Starlink si pensava infatti già al problema di un monopolio. Sembra che a quanto pare potrebbe non essere così. L’altra faccia della medaglia è ovviamente il problema dell’inquinamento, non solo di quello astronomico, che ormai si è dimostrato in parte risolvibile, ma anche quello spaziale. Con sempre più satelliti in orbita, costruiti da aziende diverse, in modo diverso, la possibilità di detriti spaziali, o peggio ancora di scontri in orbita che ne originano diventa sempre maggiore, e non è certo uno scenario auspicabile.
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