Il 16 ottobre 2025 la capsula Orion, denominata “Integrity” dal suo equipaggio, è stata trasportata al Vehicle Assembly Building (VAB) presso il Kennedy Space Center della NASA, in vista dello stacking sul razzo Space Launch System (SLS). La Orion Integrity sarà il primo veicolo con equipaggio a bordo a viaggiare sulla Luna fin dall’Apollo 17. La partenza di Artemis II è prevista non prima del 5 febbraio 2026.
La capsula Orion è partita dal Launch Abort System Facility e ha percorso circa sette miglia (11‑12 km) fino all’ingresso di High Bay 4, arrivandoci intorno alla mezzanotte locale (le 06:00 italiane). Questo spostamento avviene a circa quattro anni di distanza dal trasporto dell’Orion della missione Artemis I.
Attualmente gli Stati Uniti sono in shutdown federale dall’1 ottobre, con molte attività NASA in pausa. Tuttavia, le funzioni critiche per Artemis II, III e IV sono state escluse dalle restrizioni, permettendo comunque la continuazione dei lavori preparatori.
L’integrazione di Orion e la fase di test
L’arrivo di Orion al VAB segna l’inizio della fase in cui la navicella sarà integrata al razzo SLS all’interno della High Bay 4. Nella High Bay 3, poco prima, verrà montato l’Orion Stage Adaptor, il componente che serve a collegare Orion al resto del razzo. Questo passaggio segna il momento in cui si passa dalla fase di costruzione a quella dei test.

Come nelle missioni precedenti, verranno eseguite prove come il test di comunicazione completo (End-to-End Comm Test) e quello di verifica delle interfacce. Con Artemis II, però, queste attività dovranno essere adattate alla presenza dell’equipaggio a bordo.
Tra i nuovi test ci sono il Countdown Demonstration Test (TCDT), che comprende la vestizione dell’equipaggio e il simulato countdown fino al terminal count, ed esercitazioni di uscita d’emergenza. Dopo queste prove, saranno avviate le fasi finali di chiusura del veicolo e il trasferimento alla piattaforma di lancio, dove si svolgeranno ulteriori test sul pad, come la configurazione dell’uscita di emergenza e il WDR (Wet Dress Rehearsal), cioè il riempimento dei serbatoi e il tentativo di countdown simulato fino a −29 secondi. Se non emergono problemi, il vettore non tornerà in VAB ma resterà in piattaforma per la sequenza di lancio prevista.
Si partirà davvero a febbraio?
L’operazione di trasporto e integrazione di Orion non è immune dal contesto politico-amministrativo in cui è inserita: l’attuale shutdown del governo federale statunitense, avviato l’1 ottobre, ha messo in pausa gran parte delle attività NASA. Tuttavia, sono state incluse delle esenzioni per le funzioni critiche legate alle missioni Artemis che hanno permesso la prosecuzione delle operazioni chiave come il trasporto al VAB.
Artemis II non potrà partire prima del 5 febbraio 2026 e l’obiettivo ufficiale è non posticipare la data oltre aprile 2026. Gli slot di lancio mensili disponibili sono selezionati in finestre di 4–8 giorni, e potrebbero essere soggetti a modifiche in funzione dei risultati delle prove precedenti, dei margini di manutenzione o di imprevisti tecnici. Qualsiasi ritardo nella catena può impattare la data effettiva di partenza.
Dal punto di vista operativo, l’integrazione della componente umana impone test più severi e controlli aggiuntivi rispetto alla missione senza equipaggio Artemis I. Questo introduce possibili punti critici: l’egress demonstration, l’attivazione del flight termination system in condizioni realistiche, e la compatibilità tra i sistemi del razzo e quelli della capsula con equipaggio.
A bordo di Artemis II ci saranno quattro astronauti (tre NASA e uno dell’Agenzia Spaziale Canadese), impegnati in una missione di circa 10 giorni per inaugurare il volo umano nel programma Artemis.
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