Il 23 luglio 2025, Diana Morant, ministro per la Scienza, l’Innovazione e l’Università in Spagna, ha annunciato che il Governo spagnolo intende offrire fino a 400 milioni di Euro (471 milioni di dollari) per “salvare” il progetto del Thirty Meter Telescope (TMT).
Il TMT, promosso finora come il prossimo grande osservatorio in costruzione sul Mauna Kea alle Hawaii, è attualmente a rischio cancellazione a causa dei pesanti tagli dei fondi alla National Science Foundation (NSF) americana nel budget FY2026 proposto dell’amministrazione Trump. Il finanziamento statunitense per il progetto è stato disposto solo per il progetto concorrente, il Giant Magellan Telescope (GMT) in Cile, mentre il TMT è stato escluso dalla fase di design finale.
La proposta formale spagnola prevede di trasferire il progetto sull’isola di La Palma, alle Canarie, presso l’Osservatorio del Roque de los Muchachos. Il Governo spagnolo ha già inoltrato l’offerta tramite il CDTI, il Centro nazionale per lo sviluppo tecnologico e l’innovazione. Secondo Morant, l’iniziativa garantirebbe decenni di operazioni scientifiche, occupazioni qualificate e un rilevante impatto economico e sociale per La Palma.
Una mossa resa possibile proprio perché, dopo anni di contenziosi con le comunità indigene hawaiane per la sacralità di Mauna Kea, il progetto ha già potuto considerare La Palma come sede alternativa in caso di impedimenti nei permessi a Mauna Kea.
Un telescopio da 30 metri di diametro, a rischio
Il Thirty Meter Telescope (TMT), con uno specchio primario composto da 492 segmenti esagonali per un diametro totale di 30 metri, è pensato per condurre osservazioni astronomiche ad altissima risoluzione, in particolare nella spettroscopia ad alta dispersione. L’obiettivo è indagare la formazione delle prime galassie, caratterizzare atmosfere di esopianeti e studiare la materia oscura e l’energia oscura.
Il progetto è stato sviluppato da un consorzio internazionale (TMT Observatory Corporation) che comprende il California Institute of Technology, l’Università della California, la National Astronomical Observatory del Giappone, il Canada, l’India e, in forma di osservatore, anche la Cina. Il TMT doveva operare in sinergia con il Giant Magellan Telescope (GMT), attualmente in costruzione nel deserto cileno di Atacama, per garantire una copertura completa dell’intera volta celeste: TMT per l’emisfero nord, GMT per quello sud.

Dalla sua approvazione, il TMT ha incontrato ostacoli significativi, soprattutto legati alla sua collocazione originaria sulla cima di Mauna Kea. Il sito, ideale per le osservazioni astronomiche per via delle condizioni atmosferiche stabili e dell’elevata altitudine, è anche un luogo sacro per le comunità native hawaiane. Le proteste contro la costruzione sono iniziate nel 2014 e hanno portato a una lunga sospensione dei lavori. In parallelo, nel 2016 è stata valutata come sede alternativa l’isola di La Palma, dove il progetto ha ottenuto i permessi necessari, oggi validi fino al 2026.
Il taglio dei fondi e l’intervento spagnolo
Il futuro del TMT è stato recentemente messo in discussione dal budget FY2026 della National Science Foundation, presentato nell’ambito della proposta di bilancio dell’amministrazione Trump. Nel documento, la NSF dichiara di voler sostenere un solo grande telescopio terrestre tra quelli attualmente in fase di sviluppo, e prevede solo per il GMT il passaggio alla fase finale di progettazione. Il TMT viene invece escluso da ulteriori finanziamenti, senza garanzie per le fasi successive. La scelta riflette una strategia della NSF di concentrare le risorse disponibili su un’unica infrastruttura astronomica di punta, a causa delle pesanti limitazioni imposte al budget complessivo.
In risposta a questa incertezza, la Spagna è ora pronta a offrire un massimo di 400 milioni di Euro per accogliere il TMT alle Canarie. L’osservatorio verrebbe ospitato presso l’Osservatorio del Roque de los Muchachos sull’isola di La Palma, già sede del Gran Telescopio Canarias (GTC).
La proposta si inserisce in un contesto più ampio in cui la Spagna intende rafforzare la propria posizione nel panorama scientifico internazionale, in un momento in cui altri Paesi stanno riducendo i propri investimenti nella ricerca. La ministra Morant ha definito l’iniziativa come “un impegno rinnovato verso la scienza e le grandi infrastrutture scientifiche, a beneficio della conoscenza globale”.
Al momento, non sono ancora giunte dichiarazioni ufficiali da parte del consorzio del TMT riguardo all’offerta spagnola. Resta da vedere se questa proposta rappresenterà una svolta decisiva per il futuro del telescopio, che da oltre un decennio attende di vedere avviata la sua costruzione.











