Utilizzando i dati della missione Juno della NASA, i ricercatori hanno individuato l’eruzione vulcanica più intensa mai osservata su Io, la luna di Giove nota per la sua attività geologica estremamente dinamica.
I dati raccolti suggeriscono che l’evento abbia coinvolto un’enorme quantità di materiale espulso nello spazio, con una luminosità mai vista prima nei rilevamenti effettuati dalla sonda.
Le osservazioni che hanno permesso la scoperta provengono da un confronto tra i dati raccolti durante gli ultimi passaggi ravvicinati di Io, durante i quali la sonda ha ripetutamente osservato la sua intensa attività vulcanica. Le immagini e le misurazioni effettuate dalla strumentazione di Juno hanno permesso di identificare una regione particolarmente attiva, con segnali che indicano un’eruzione su vasta scala. L’energia emessa sarebbe pari a circa sei volte l’energia totale di tutte le centrali elettriche sulla Terra.

Un ambiente estremamente attivo
Io è il corpo celeste con l’attività vulcanica più intensa del Sistema Solare, con centinaia di vulcani in costante eruzione a causa delle potenti forze di marea gravitazionale esercitate da Giove e dalle altre lune galileiane. L’enorme energia generata da queste forze provoca un continuo rimescolamento del mantello interno di Io, alimentando eruzioni estremamente violente.
Uno degli ultimi sorvoli di Juno ha rivelato dettagli mai visti prima: i dati del Jovian Infrared Auroral Mapper (JIRAM) hanno mostrato un aumento significativo della luminosità in alcune aree della superficie, segno di lava incandescente e materiale espulso a grande distanza. Inoltre, la sonda ha rilevato cambiamenti nei pennacchi vulcanici, con segnali di eruzioni multiple in corso contemporaneamente.
In particolare, gli scienziati stimano che l’eruzione vulcanica individuata nell’emisfero meridionale di Io dalle ultime osservazioni di Juno si estenda per ben 100 000 km quadrati. Il precedente detentore del record su Io era Loki Patera, un lago di lava di circa 20 000 km quadrati.
È probabile che un’eruzione di questa portata lasci anche delle firme di lunga durata. Altre grandi eruzioni su Io nel corso del tempo hanno creato caratteristiche varie, come depositi piroclastici (frammenti di roccia composti fuoriusciti da un vulcano), flussi di lava e depositi di pennacchi vulcanici ricchi di zolfo e anidride solforosa.

Verso il prossimo sorvolo di Io
La missione Juno, originariamente progettata per studiare Giove, sta continuando a fornire informazioni straordinarie anche sulle sue lune, offrendo una finestra senza precedenti sulla complessa interazione tra il pianeta gigante e i suoi satelliti naturali.
Nel corso della sua missione estesa, la traiettoria di Juno passa accanto a Io ad ogni orbita attorno a Giove, sorvolando sempre la stessa faccia della luna.
L’ultimo sorvolo ha avuto luogo il 27 dicembre 2024, e ha portato la sonda a circa 74 400 km da Io. Prossimamente, il 3 marzo 2025, avverrà il sorvolo successivo, che Juno sfrutterà per osservare nuovamente questa eruzione vulcanica nell’emisfero sud e cercare cambiamenti superficiali intercorsi nel frattempo.
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