In questi giorni si è riunito il comitato denominato Human Exploration and Operations, facente parte del NASA Advisory Council, per trattare lo sviluppo dei programmi di esplorazione spaziale umana. Nella giornata del 26 aprile, hanno analizzato i risultati ottenuti dalla Starship di SpaceX e i prossimi passi dell’azienda per eseguire il trasferimento di propellenti in orbita.
Durante il terzo volo di Starship, SpaceX ha per la prima volta eseguito un test di trasferimento dell’ossigeno tra il serbatoi dell’ossigeno e l’header tank. Alla conferenza hanno comunicato che l’azienda di Elon Musk ha eseguito questa prima prova con successo, ma i tecnici stanno ancora analizzando i dati ottenuti. Su X lo stesso Musk ha confermato che il trasferimento di propellenti tra due Starship è proprio uno degli obiettivi che vogliono raggiungere nel 2025.
Oltre a questo, l’obbiettivo è anche il recupero e riutilizzo sia del Super Heavy che della Starship, ma per quest’ultima sono necessari almeno due ammaraggi in un punto ben specifico prima che possa essere tentato un rientro a Terra. Un primo tentativo di cattura al volo di un booster potrebbe invece avvenire già entro la fine dell’anno.
Il quarto lancio di Starship invece sembrerebbe essere previsto per la fine di maggio e non più a inizio maggio come detto da Musk in precedenza. Ad annunciare questo piccolo rinvio è stato Amit Kshatriya, deputy associate administrator per il Moon to Mars Program della NASA.
Il profilo di volo per il rifornimento
Durante la conferenza hanno mostrato lo schema del piano di volo della prima dimostrazione in orbita del trasferimento di propellenti tra due Starship. Per effettuare questa prova, SpaceX dovrà effettuare prima il lancio di una Starship bersaglio (target), seguito dal decollo di una Starship inseguitrice (chaser). Quest’ultima dovrà raggiungere il suo bersaglio e collocarsi davanti a esso, per dare il via alle manovre di attracco.
Musk ha dichiarato che il docking tra due Starship dovrebbe essere di più facile gestione, in quanto entrambi i mezzi sono della stessa SpaceX, a differenza di quanto accade ora tra la Dragon e la ISS. Inoltre, sarà la Starship target ad avere un sistema di docking attivo (simile a quello della capsula di SpaceX), mentre sarà la Starship chaser a montare un meccanismo passivo (come sulla ISS).
Affinché l’attracco abbia successo, è necessario che funzioni correttamente il sistema di manovra in orbita della Starship. Questo sembrerebbe essere uno degli elementi che ha dato maggiori problemi durante il volo effettuato a marzo ed è tuttora in fase di test.
Una volta concluso l’attracco, avrà inizio la fase di trasferimento dei propellenti. Attualmente la NASA non ha dichiarato che quantità di propellente si aspettano di scambiare e se ciò avverrà sia per l’ossigeno che per il metano. Termite le operazioni, entrambe le Starship dovranno avviare i propri motori per eseguire le manovre di rientro sulla Terra.
Il trasferimento di propellenti è uno degli elementi cardine del progetto Starship, in quanto è necessario per far si che Starship possa lasciare l’orbita terrestre e trasportare grandi quantità di carico sulla Luna. Secondo le stime di SpaceX, l’ultima versione di Starship sarà in grado di portare nello spazio oltre 200 tonnellate di carico. Questo valore rimane anche per il trasporto verso la Luna proprio nel caso in cui si faccia un trasferimento di propellente in orbita.
Altri utilizzi della Starship
Oltre ai piani per l’imminente futuro del programma Starship, sono stati presentati anche i possibili utilizzi del vettore per l’esplorazione lunare. Queste nuovi utilizzi rientrano in un programma della DARPA chiamato LunA-10 (10-Year Lunar Architecture), all’interno del quale l’agenzia ha selezionato 14 aziende per creare studi di fattibilità per tecnologie e infrastrutture lunari. Tra queste vi è anche SpaceX e la Starship che, una volta arrivata sulla superficie lunare, potrà supportare l’esplorazione umana in diversi modi.
Grazie alle sue dimensioni, con un diametro di 9 metri e un’altezza di circa 55 metri (considerando anche le gambe di atterraggio), Starship può fungere sia da modulo abitativo che da “magazzino”. I suoi serbatoi potrebbero essere utilizzati per stivare propellenti da poter poi utilizzare per alimentare altri mezzi.

Potrebbe fornire l’alimentazione a diversi strumenti utili per l’esplorazione lunare, come i rover, o fungere da supporto per antenne per telecomunicazioni. La sua altezza infatti permetterebbe l’installazione di antenne in grado di coprire una vasta area. Sarebbe possibile inoltre smantellare alcune componenti delle Starship che non devono più lasciare il suolo lunare, come i motori, per riutilizzarne le componenti.
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