In circa un terzo del tempo impiegato da altri rover per superare situazioni analoghe, Perseverance ha di recente attraversato un campo di massi largo circa mezzo km. Si tratta di una regione soprannominata Snowdrift Peak.
Perseverance ha gestito da solo i punti più delicati della navigazione sul campo, grazie all’aiuto del sistema di guida autonoma AutoNav. Il percorso è stato tra i più difficili che il rover abbia dovuto affrontare fin dal suo arrivo sul Pianeta Rosso, disseminato di grosse rocce e molto accidentato.
Per aggirare Snowdrift Peak sarebbe stato necessario impiegare intere settimane di missione. Perciò il team che gestisce il rover al JPL ha deciso di tentare di attraversarlo. E grazie ad AutoNav, ci è riuscito, si è lasciato alle spalle il campo di massi e ora ha cominciato la sua quarta campagna scientifica.
L’attraversamento di Snowdrift Peak
Il 26 giugno Perseverance è entrato nel bordo orientale di Snowdrift Peak. Il percorso totale, in linea retta copriva 520 metri. In realtà, quando il 31 luglio il rover è uscito definitivamente dal lato occidentale del campo di massi aveva registrato in tutto 759 metri di percorso. L’eccesso è chiaramente dovuto alle operazioni extra imposte da AutoNav, per aggirare rocce troppo difficili da scavalcare per Perseverance.
“Se si escludono i giorni dedicati alla scienza della missione, la traversata attraverso Snowdrift Peak ha richiesto solo sei Sol di guida autonoma. Probabilmente 12 Sol più veloce di quanto avrebbe impiegato Curiosity” ha affermato Tyler Del Sesto, che ha lavorato al software di AutoNav per ben sette anni.
Rispetto a Curiosity, Perseverance presenta numerosi vantaggi: con fotocamere più veloci, il rover può scattare immagini abbastanza velocemente da elaborare il suo percorso in tempo reale. Dispone anche di un computer aggiuntivo dedicato interamente all’elaborazione delle immagini, cosa che elimina la necessità di fermarsi per decidere la mossa successiva.
Queste caratteristiche e AutoNav hanno consentito a Perseverance di stabilire nuovi record su Marte, tra cui una distanza di guida in un solo giorno di ben 347.7 metri e la guida più lunga senza revisione umana, pari a 699.9 metri. E questo ancora quando il rover stava attraversando il terreno pianeggiante del fondo del cratere Jezero, senza grandi rocce e altri crateri che si frapponevano sul suo cammino. Ecco perché questa recente navigazione sullo Snowdrift Peak, ricoperto di massi, ha impressionato anche gli ingegneri che pianificano le uscite del rover.
Una nuova campagna scientifica su Marte
Ora che si è lasciato alle spalle Snowdrift Peak, Perseverance è pronto ad affrontare le prossime sfide. Il 7 settembre è iniziata la sua quarta campagna scientifica, durante la quale sta attraversando una cresta ondulata lungo il bordo interno occidentale del cratere Jezero, chiamata Mandu Wall.
Il terreno è sempre più impervio. Il substrato roccioso è spaccato in più punti, i pendii sono molto ripidi e ci sono dune di sabbia che interrompono il percorso, oltre che piccoli crateri da impatto da attraversare.
Tuttavia, i dati orbitali indicano che quest’area è ricca di carbonati, materiale che potrebbe fornire dati preziosi sulla storia ambientale di Marte. E preservare segni di antica vita microbica, se questa c’è mai stata.