Un render di un mezzo di Redwire al lavoro sulla superficie della Luna.
La NASA ha annunciato il 25 luglio di aver finanziato 11 diverse aziende americane, per lo sviluppo di tecnologie e progetti di nuova generazione inerenti all’esplorazione lunare. Il valore totale dei finanziamenti concessi dalla NASA sarà di 150 milioni di dollari. Si tratta di tecnologie come la stampa 3D con regolite, il trasferimento di energia elettrica sulla Luna, la gestione di mobilità e operazioni sulla superficie.
Questi fondi serviranno a sostenere quasi completamente gli interi progetti, ma la NASA ha richiesto anche un finanziamento interno delle stesse aziende pari al 10-25% del totale, dipendente dalla dimensione e dalle risorse di ogni realtà.
Con questa nuova carrellata di finanziamenti quasi interamente dedicati a tecnologie per l’esplorazione lunare, la NASA conferma ancora quanto sia importante lo sviluppo di tecnologie e ricerche avanzate in aziende private, e quanto siano supportate dall’Agenzia.
Fra questi nuovi finanziamenti della NASA alcuni sono meritevoli di una nota aggiuntiva. Sicuramente il primo è Blue Alchemist, di Blue Origin, un sistema di cui avevamo già scritto qualche settimana fa. Con questa tecnologia l’azienda americana ha dichiarato di essere già riuscita a produrre delle celle solari partendo da della regolite (simulata) senza necessità di nessun elemento aggiuntivo, realizzando quindi un vero e proprio ciclo chiuso. Se si riuscirà a replicare sulla Luna una produzione di questo tipo in serie, si abbasserebbero enormemente i costi energetici di tecnologie e avamposti sulla Luna.
Anche la tecnologia in sviluppo da Astrobotic riguarda l’energia elettrica, perché una volta prodotta, andrà anche trasportata. L’azienda, con sede a Pittsburgh, sta diventando un vero e proprio colosso della Lunar Economy, dato che è già al lavoro su almeno tre missioni verso la superficie del programma CLPS. La prima, un lander chiamato Astrobotic, partirà con il lancio inaugurale del vettore Vulcan di ULA.
Un altro progetto interessante è quello di Zeno Power Systems, che mette in luce come la produzione di energia dai decadimenti radioattivi (inusuale inoltre con l’Americio) verrà probabilmente utilizzata anche sulla Luna. Si tratta di una tecnologia che garantisce energia elettrica in qualsiasi circostanza, non dipendente dal Sole o dall’ambiente, ma per valori di Watt piuttosto bassi.
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