Il Vulcan sarà il vettore di punta di ULA, società nata dalla fusione delle divisioni di lancio di Boeing e Lockheed Martin. Il lancio inaugurale di questo razzo era previsto per il 4 maggio, dopo diversi anni di rinvii e ritardi, principalmente dovuti ai motori BE-4 di Blue Origin. Sono due di questi motori a spingere il primo stadio. Un problema avvenuto al secondo stadio il 29 marzo, invece, sta provocando altri rinvii, che sono stati confermati da Astrobotic, la società che lancerà il proprio lander lunare a bordo del primo Vulcan.
Il 2 maggio è stata proprio Astrobotic a confermare ufficialmente che non sarà più tentato un lancio il 4 maggio. Era ovviamente già chiaro, ma nessuna smentita ufficiale è arrivata da ULA dopo l’incidente del 29 marzo. Secondo Astrobotic, un nuovo tentativo sarà effettuato a giugno o luglio, a seconda di quando finiranno le indagini sull’esplosione dello stadio Centaur.
Un incidente decisamente inaspettato
Il secondo stadio del razzo Vulcan si chiama Centaur V, e sarà una versione aggiornata del Centaur montato a bordo del razzo Atlas V. Secondo il CEO di ULA, Tory Bruno, questo stadio sarà circa due volte e mezzo più efficiente della versione precedente, producendo più spinta, e per un periodo più lungo.
A marzo ULA stava effettuando una campagna di certificazione dello stadio, eseguendo delle prove di pressurizzazione allo stand 4670 del Marshall Space Flight Center in Alabama. Si tratta di un sito di test ricertificato da Blue Origin, dove sono già stati testati i motori BE-4 e BE-3U, e le prime notizie dell’incidente di fine marzo sono state rilasciate proprio da fonti di Blue Origin al sito ArsTechnica.
L’incidente è stato particolarmente grave, provocando una esplosione di dimensioni ragguardevoli. Tory Bruno, dopo aver commentato l’incidente solo dopo la pubblicazione dell’articolo di ArsTechnica, ha dichiarato che l’esplosione è stata provocata da una perdita di idrogeno durante il test. Ha inoltre specificato che non si trattava di un elemento di volo, ma solo di uno stadio di test, usato per certificare il Centaur. In questo video, pubblicato proprio da Tory Bruno, si nota la dimensione dell’esplosione.
Outside of the test rig/ stand. Test article is inside (you can’t see it). Hydrogen leak. H2 accumulated inside the rig. Found an ignition source. Burned fast. Over pressure caved in our forward dome and damaged the rig. pic.twitter.com/0d0KpI1ggj
— Tory Bruno (@torybruno) April 13, 2023
Quello che ancora non è chiaro, su cui negli States stanno discutendo particolarmente, è come e perchè ULA si trovasse a dover ancora certificare il Centaur dopo diversi mesi di ritardi additati solo alla mancata consegna dei motori BE-4. Ora i motori ci sono, ma il Vulcan non è ancora pronto al volo.
I ritardi di Vulcan e le conseguenze
Oltre ovviamente al lancio inaugurale di Peregrine, il lander lunare di Astrobotic, Vulcan possiede già una lista di prenotazioni piuttosto lunga. I più importanti sono quelli per la Space Force, che ULA si è aggiudicata nel 2020 insieme a SpaceX, per diversi miliardi di dollari. La stessa Space Force, che ora ha la priorità sui prossimi lanci di Vulcan, sta indagando separatamente sul ritardo del volo inaugurale.
A cascata, sono altri i lanci rinviati, come il volo inaugurale del Dream Chaser, lo spazioplano di Sierra Space che doveva partire questa estate con il terzo volo di Vulcan. Ora il suo lancio è previsto a fine 2023.
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