Il sito tecnologico ArsTechnica ha affermato, notizia confermata da tre diverse fonti, che sarebbe in corso una discussione per la vendita della società United Launch Alliance, o ULA. La società di lancio americana era leader del settore nei primi anni 2000, fino all’arrivo sul mercato di SpaceX. Per anni ha costruito e lanciato il vettore Atlas V e Delta IV Heavy, e si sta preparando al lancio inaugurale del razzo Vulcan, previsto ad inizio maggio.
La notizia di una potenziale vendita della società potrebbe rivoluzionare completamente il mercato interno spaziale americano, in particolare quello dei servizi di lancio. ULA ha visto diminuire progressivamente la sua quota di mercato da quando il Falcon 9 è diventato pienamente operativo e ampiamente sicuro. Come ricordato da Eric Berger, giornalista autore dello scoop su Arstechnica, SpaceX è riuscita a recuperare più vettori di quanti ULA ne abbia lanciati in tutta la sua storia.
ULA è nata nel 2005 come una Joint Venture fra Boeing e Lockheed Martin, con quote paritarie al 50%. Uno dei motivi principali per la creazione di questa società era ottenere il monopolio dei servizi di lancio militari e per le sonde della NASA, che ULA ha detenuto praticamente fino al 2020. Attualmente il 60% dei contratti di lancio della Difesa americana fino al 2027 sono assegnati ai vettori di ULA.
Nonostante gli anni particolarmente difficili, la società sembra però in una nuova fase, con il vettore Vulcan che dopo diversi ritardi sta per essere lanciato. Esso ha già ricevuto diversi contratti di lancio, oltre a quelli della difesa anche da Amazon, per l’immissione in orbita della costellazione Kuiper. Vulcan sarà inoltre il vettore di lancio dello spazioplano Dream Chaser, mentre il vecchio Atlas V rimarrà operativo per il lancio della capsula Starliner di Boeing.
I possibili acquirenti
Secondo le fonti raggiunte da Eric Berger, sono almeno tre i possibili acquirenti che sono stati contattati, ma non è possibile saperne ora i nomi. La vendita sembra sia gestita da Morgan Stanley e la società di consulenza Bain & Company. Fra le aziende che potrebbero essere interessate, in primis Lockheed Martin, che rileverebbe le quote di Boeing.
Anche Northrop Grumman, che fornisce i booster a propellente solido del Vulcan, potrebbe essere interessata, o L3Harris, un’altra azienda legata alla difesa americana che sta acquistando il produttore di motori Aerojet Rocketdyne (società che per esempio produce il motore RS-25 del primo stadio di SLS).
Altre società interessate potrebbero essere quelle di Jeff Bezos, sia Amazon che otterrebbe un servizio di lancio per la sua costellazione Kuiper senza dover comprarlo un volo alla volta, oppure la stessa Blue Origin, che già produce i motori del Vulcan, ma che è in concorrenza con ULA principalmente con il vettore New Glenn.
Il problema principale di ULA al momento rimane la redditività, che diminuirebbe con il tempo man mano che si inseriranno nel mercato dei lanciatori pesanti e dei lanci per la Difesa, aziende più innovative come Rocket Lab, Firefly e Relativity. Per rimanere competitiva, ULA avrebbe bisogno di diversi miliardi di finanziamenti, che Boeing e Lockheed Martin non hanno fornito negli ultimi anni.
Articolo di ArsTechnica di Eric Berger.
Ti è piaciuto questo articolo? Lo abbiamo scritto grazie al supporto degli abbonati ad Astrospace Orbit. Solo questo ci ha permesso di scriverlo in modo competente, revisionandolo, rileggendolo e consultando diverse fonti. Ne è valsa la pena? Se ti sembra di sì, puoi iscriverti anche tu ad Astrospace Orbit, avrai accesso a diversi vantaggi e contenuti esclusivi.