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Astronomi amatoriali scoprono una nuova nebulosa intorno ad Andromeda

L'astrofotografo francese Yann SAINTY ha scattato una fotografia della nostra vicina galassia Andromeda scoprendo una struttura mai evidenziata prima.

Federico Palaia di Federico Palaia
Gennaio 17, 2023
in Astronomia e astrofisica, Divulgazione, News, Scienza
Andromeda arco

Immagine della galassia Andromeda in cui è ben visibile in alto a sinistra la struttura simile ad un arco azzurro, composta da ossigeno ionizzato. Per ottenere questa immagine sono serviti quasi 4 mesi ed un totale di 111 ore di integrazione. Credits: Marcel Drechsler, Xavier Strottner, Yann Sainty, Robert A. Fesen, Stefan Kimeswenger, J. Michael Shull, Bray Falls, Christophe Vergnes, Nicolas Martino, Sean Walker

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  • L’astrofotografo francese Yann Sainty ha scattato una fotografia della nostra vicina galassia Andromeda, scoprendo una struttura mai evidenziata prima.
  • L’oggetto ha una forma ad arco, non appartiene ai flussi stellari di Andromeda e non è un artefatto fotografico.
  • La ragione della scoperta tardiva di questa nebulosa sembra essere la combinazione della luminosità estremamente bassa e delle sue dimensioni angolari insolitamente grandi.

Nell’agosto 2022, l’astrofotografo francese Yann Sainty ha scattato una fotografia della nostra vicina galassia Andromeda (M31). Per effettuare lo scatto, in aggiunta ai soliti filtri utilizzati in astrofotografia, Yann Sainty ha utilizzato un filtro a banda stretta che serve a catturare solo l’ossigeno ionizzato, [O III]. Dopo aver osservato i dati raccolti, gli astrofili Marcel Drechsler e Xavier Strottner hanno notato una struttura a forma di arco a sud-est di M31. Una continua elaborazione dei dati a banda stretta ha rivelato una struttura isolata che sembrava essere completamente indipendente dall’alone galattico di M31.

Per confermare la scoperta ed eliminare possibili fonti di errore, l’astronomo Bray Falls è stato chiamato a fare una seconda serie di astrofotografie. Grazie alla sua strumentazione, il suo campo visivo era più ampio e mostrava per la prima volta l’arco di [O III] nella sua interezza. La nebulosa in entrambe le foto era congruente, confermando quindi che non si trattava di un artefatto.

La nuova nebulosa denominata Strottner-Drechsler-Sainty Object 1 fotografata in RGB e OIII.Credits: Marcel Drechsler, Xavier Strottner, Yann Sainty, Robert A. Fesen, Stefan Kimeswenger, J. Michael Shull, Bray Falls, Christophe Vergnes, Nicolas Martino, Sean Walker.
La nuova nebulosa denominata Strottner-Drechsler-Sainty Object 1 fotografata in RGB e OIII. Credits: Marcel Drechsler, Xavier Strottner, Yann Sainty, Robert A. Fesen, Stefan Kimeswenger, J. Michael Shull, Bray Falls, Christophe Vergnes, Nicolas Martino, Sean Walker

Perché non è mai stata trovata prima?

Considerando la posizione dell’arco di ossigeno ionizzato, si è ipotizzato che questa nebulosa potesse essere uno dei numerosi flussi stellari di Andromeda. I flussi stellari si formano quando vecchi ammassi globulari o piccole galassie si allungano e deformano mentre orbitano intorno ad una galassia più grande. Tuttavia, un confronto con i flussi stellari già conosciuti ha mostrato che l’arco di [O III] non corrisponde a nessuno di quelli conosciuti. Si tratta di un oggetto celeste fino ad ora completamente sconosciuto alla scienza.

Ulteriori ricerche non hanno trovato nessuna corrispondenza apparente con la nebulosa fotografata e altre formazioni simili nei pressi di Andromeda. Bisogna quindi chiedersi come mai non sia mai stata osservata prima questa struttura, considerando il fatto che Andromeda è una delle galassie più studiate e fotografate.

Una spiegazione può risiedere nel fatto che le deboli nebulose a emissione [O III] come quella in questione, sono praticamente invisibili nelle fotografie scattate con filtri a banda larga o fotocamere a colori. Il team inizialmente, aveva considerato l’emissione di [O III] come un artefatto causato dalla luce diffusa, dai riflessi oppure dall’elaborazione delle immagini difettosa. La ragione della scoperta tardiva di questa nebulosa, sembra quindi essere la combinazione della luminosità estremamente bassa e delle dimensioni angolari insolitamente grandi.

L’origine di questa nebulosa è ancora ignota

Strutture curve e filamentose come questo arco di ossigeno ionizzato sono spesso osservate nelle nebulose planetarie. L’assenza di segnale infrarosso e ultravioletto potrebbe confermare questa ipotesi. Tuttavia, i modelli mostrano che sono necessarie temperature estremamente elevate per avere un rapporto tra ossigeno ionizzato e idrogeno simile a quello trovato in questa particolare nebulosa. Inoltre, nelle vicinanze non ci sono nane bianche abbastanza calde in grado d’ionizzare il gas in questo modo.

Una nebulosa filiforme, composta da ossigeno ionizzato, che brilla così intensamente potrebbe anche essere il residuo di una supernova galattica. Tuttavia, la mancanza di sorgenti radio e ultraviolette rende uno scenario di questo tipo molto improbabile.

A sinistra: illustrazione della regione intorno a M31. Il mosaico è stato fotografato dal telescopio Isaac Newton e sono evidenziate le 5 grandi strutture conosciute intorno ad Andromeda.A destra: Sovrapposizione con l'immagine di Bray Falls (rappresentazione in falsi colori). La figura mostra che l'arco [O III] è in un angolo di 90 gradi rispetto al noto "Giant Stream E". Credits: Bray Falls, Isaac Newton Telescope.
A sinistra: illustrazione della regione intorno a M31. Il mosaico è stato fotografato dal telescopio Isaac Newton e sono evidenziate le 5 grandi strutture conosciute intorno ad Andromeda.
A destra: Sovrapposizione con l’immagine di Bray Falls (rappresentazione in falsi colori). La figura mostra che l’arco [O III] è in un angolo di 90 gradi rispetto al noto “Giant Stream E”.
Credits: Bray Falls, Isaac Newton Telescope

Grazie ai dati forniti dal satellite GAIA, gli astronomi hanno scoperto che la galassia Andromeda punta esattamente nella direzione della nebulosa. Questo suggerisce una possibile interazione di M31 con la Via Lattea. Nonostante il movimento di M31 sia diretto quasi esattamente verso di noi, è molto probabile che la nebulosa si trovi all’interno dell’alone galattico di M31 e che non abbia a che fare con l’interazione tra le due galassie.La teoria più accreditata ipotizza che questo arco di ossigeno ionizzato è correlato ai numerosi flussi stellari di Andromeda, in particolare al Giant Stellar Stream, il cui bordo orientale è vicino alla struttura. Analisi più approfondite riguardo questa nebulosa appena scoperta forniranno informazioni sulla velocità radiale, utili a capire il suo rapporto con M31 e le sue strutture circostanti.

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Tags: AndromedaAstronomiastronomiaNebulosa

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