Mancano poco più di 24 ore allo schianto della sonda DART sull’asteroide Dimorphos. Questo schianto modificherà l’orbita del piccolo asteroide, che a sua volta orbita attorno al più grande Didymos, che ha un diametro di 780 metri. L’obbiettivo della sonda DART ha invece un diametro di 160 metri. Lo schianto è previsto alle ore 01:14 del 27 settembre italiane.
La NASA ha programmato questo schianto con l’obbiettivo preciso di cambiare l’orbita di Dimorphos, in modo da raccogliere dati per una eventuale futura missione di difesa planetaria. I due asteroidi in questione non sono infatti pericolosi per la Terra, ma ce ne sono altri che potrebbero esserlo. Se mai ne sarà scoperto uno, la cui orbita prevede una possibile collisione con la Terra ci serviranno dei metodi per deviarne la traiettoria. Uno di questi è proprio quello di lanciare un oggetto da Terra, che si schianti contro l’asteroide.
La missione di DART è quindi quella di testare questa strategia di difesa planetaria, ottenendo dati utili alla creazione di modelli e strategie futuri. DART navigherà per schiantarsi contro Dimorphos a una velocità di circa 6,6 km/s. La massa totale del veicolo spaziale DART è stata di circa 610 kg al momento del lancio e 550 kg all’impatto. Per osservare lo schianto della sonda, a bordo è presente anche il satellite italiano LICIACube, che già ora è in volo solitario e indipendente.
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Abbiamo posto alcune domande a Simone Simonetti, Head of System Engineering Unit di Argotec, l’azienda italiana che ha costruito e gestisce il satellite LICIACube, per l’Agenzia Spaziale Italiana. Il Dott. Simonetti sarà nostro ospite anche il 26 settembre, alle 18:00 sul nostro canale Youtube per discutere della missione DART e LICIACube.
Cosa farà il satellite dopo lo schianto di DART?
Il satellite rimarrà in orbita intorno al sole e scaricherà a terra tutte le immagini acquisite durante e dopo lo schianto di DART. Infatti, si suppone che l’impatto sull’asteroidi crei dei detriti che verranno immortalatati da LICIACube.
Che tipo di foto verranno prodotte? Cosa potremmo osservare in queste foto?
Verranno raccolte 2 tipi di foto. Infatti, LICIACube ha 2 camere, un telescopio in bianco e nero per fotografare i dettagli e una ad apertura più ampia e a colori per catturare le immagini dei detriti rilasciati dall’impatto. Dalle foto raccolte durante la fase di avvicinamento si potrà vedere l’impatto di DART, i detriti rilasciati dall’impatto e la morfologia dell’asteroide.
Dopo il rilascio dalla sonda DART, LICIACube funziona con un sistema di propulsione autonoma? Che tipo di propulsione possiede? Anche il sistema di propulsione è stato sviluppato da Argotec?
Il sistema di propulsione è stato sviluppato ad hoc per la missione in collaborazione con un’azienda americana. Esso è un sistema a gas freddo composto da 4 ugelli, 2 assiali per effettuare delle manovre orbitali e 4 inclinati per effettuare manovre di controllo d’assetto e desaturazione delle ruote di reazione.
Come riuscite a mantenervi in contatto con LICIACube? Che tipo di antenne possiede il satellite?
Argotec ha sviluppato un centro di controllo per satelliti direttamente collegato con le antenne del Deep Space Network della NASA. Il satellite possiede 4 antenne in banda X, due per ricevere i comandi da terra e 2 per trasmettere le telemetrie e le immagini acquisite.
LICIACube potrebbe lasciare l’orbita di questo asteroide finita la sua campagna di osservazione?
LICIACube rimarrà nella sua orbita fino a fine vita. Passati circa sei mesi dal suo rilascio e dopo aver scaricato a terra tutte le immagini acquisite, il satellite effettuerà una manovra di fine vita per espellere tutto il propellente rimasto a bordo e scaricare la sua batteria.
Dopo LICIACube e ArgoMoon quale sarà il prossimo satellite interplanetario di Argotec?
Attualmente sono in corso diversi progetti in collaborazione con l’agenzia spaziale europea e l’agenzia spaziale italiana per sviluppare nuovi satelliti interplanetari. Ad esempio, la missione HENON ha lo scopo di monitorare con un piccolo satellite il “meteo spaziale” e di fornire un segnale di allerta a terra prima che avvenga una tempesta geomagnetica.

Le operazioni prima dello schianto. Dove seguire l’impatto?
Gli asteroidi come Didymos e Dimorphos sono oggetti piuttosto conosciuti grazie alle osservazioni da Terra, ma non solo. Sulla base dei dati ottenuti con i telescopi, gli scienziati creano dei modelli per stimare la composizione sulla base dei parametri orbitali e osservativi. Uno dei modi con cui sapremo quanto è cambiata l’orbita di Dimorphos è l’osservazione del suo compagno più grande Didymos. Il satellite più piccolo infatti, orbita attorno al più grande, oscurandolo periodicamente.
Noi dalla Terra osserviamo quindi la luminosità di Didymos, che cambia quando il piccolo asteroide gli passa davanti. Nelle prossime settimane vedremo quanto i dati orbitali post impatto differiscono da quelli precedenti, ricavando così informazioni su quanto è cambiata l’orbita. Nonostante questo gli asteroidi sono oggetti piccoli, e molto lontani. Per questo LICIACube sarà lì, osservando l’impatto da vicino e mostrandoci cosa è successo all’asteroide subito dopo l’impatto.
La notte del 27 settembre, la NASA terrà una live per comunicare i risultati del’impatto appena saranno disponibili. Noi seguiremo l’evento, come sempre sul canale telegram di Astrospace.it
Alle ore 18:00 del 26 settembre invece, sul canale Youtube di Astrospace.it saremo in live con l’ingegnere Simone Simonetti di Argotec, per discutere la missione del loro piccolo satellite, ma anche il funzionamento di tutte le operazioni. Vi aspettiamo, e preparate le domande!
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