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La FCC rifiuta 885 milioni di dollari di sussidi a SpaceX per la diffusione di Starlink nelle aree rurali

Cora Daolio di Cora Daolio
Agosto 11, 2022
in News, Space economy, SpaceX
Starlink-14 partenza

La partenza del Falcon 9 della missione Starlink-14. Credits: Matt with Next Horizon

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Mercoledì 10 agosto la Federal Communications Commission (FCC) ha reso noto tramite un comunicato il rifiuto dell’assegnazione di sussidi federali a SpaceX per un ammontare di 885 milioni di dollari. Questi sussidi di cui SpaceX era vincitrice fanno parte del programma statunitense Rural Digital Opportunity Fund (RDOF), e servono per lo sviluppo e la diffusione di una connessione internet a banda larga in determinate aree rurali degli Stati Uniti.

Nel comunicato si legge che i fondi sono stati negati per l’incapacità da parte di Starlink, assieme a un’altra compagnia che partecipava alla gara (LTD Broadband), di dimostrare che i provider possano effettivamente fornire il servizio promesso.

Il Rural Digital Opportunity Fund

La FCC ha predisposto nel 2020 un piano di sussidi per usufruire di servizi di connessione a banda larga. Questo programma è nato dall’esigenza di colmare il digital divide statunitense. La FCC emette report periodici come quello del 2020 su cui si basano gli interventi del programma RDOF, nel quale evidenzia i progressi fatti ma anche le necessità di miglioramento in determinate aree caratterizzate da difficoltà di accesso a una connessione internet affidabile.

RDOF prevede l’assegnazione di 20 miliardi di dollari nell’arco di 10 anni ad aziende che forniscono il servizio di connessione idoneo a garantire l’accesso alla banda larga. Il meccanismo di assegnazione dei fondi avviene tramite gara. La FCC stabilisce quali siano i requisiti minimi da soddisfare in termini di velocità e latenza. Ciascun operatore partecipante all’asta presenta la sua offerta in cui include anche le tariffe proposte al pubblico.

A ottenere i fondi sono le aziende che richiedono la minore sovvenzione. Nella fase 1 di quest’asta, a dicembre 2020, la FCC ha assegnato 9,2 miliardi di dollari a 180 compagnie tra cui SpaceX che grazie a Starlink ha vinto 885 milioni di dollari per servire 35 stati.

Il processo di assegnazione di questi sussidi federali è abbastanza articolato e si compone di più fasi. Le aziende che desiderano partecipare all’asta, devono iscriversi presentando una “short form application”, in cui forniscono documenti che attestino esperienza nel settore, requisiti tecnici adatti a soddisfare i parametri di servizio e dati finanziari richiesti.

I 4 livelli di servizio stabiliti dalla FCC ognuno con le proprie caratteristiche in termini di velocità e limiti dati. I diversi livelli di velocità si intersecano con la latenza. Ciascun vincitore è obbligato a offrire la prestazione per la quale ha proposto la sua offerta (che sia livello minimum, baseline, above baseline, Gigabit).
I 4 livelli di servizio stabiliti dalla FCC ognuno con le proprie caratteristiche in termini di velocità e limiti dati. I diversi livelli di velocità si intersecano con la latenza.
Ciascun vincitore è obbligato a offrire la prestazione per la quale ha proposto la sua offerta (che sia livello minimum, baseline, above baseline, Gigabit).

Il problema con la costellazione Starlink

Al termine di questa prima fase, la FCC annuncia i vincitori. Successivamente l’operatore assegnatario del sussidio deve compilare quella che è chiamata “long form application”. Qui deve inserire ulteriori specifiche tecniche e presentare documenti di tipo finanziario e autorizzazioni legali a operare nei singoli stati. Proprio in questa fase sorge il problema per la rete satellitare Starlink che, ottenuti i permessi e le documentazioni, è stata sottoposta ad attenta valutazione da parte della FCC sul lato tecnico del servizio promesso.

Come si legge nel comunicato, Starlink ha richiesto fondi con la promessa di fornire una connessione alla velocità di 100 Mbps in download e 20 Mbps in upload a bassa latenza a una vasta area che copre quasi 643 mila località in 35 stati. La FCC, su base dati Ookla, osserva però prestazioni della rete Starlink in declino a partire dall’ultimo trimestre del 2021. In alcune aree degli stati uniti infatti, in determinati momenti le velocità non raggiunge neppure i 10 Mbps.

Questo problema di “ingorgo”, pare essere temporaneo e dovuto al fatto che la costruzione dell’intera rete satellitare è ancora in corso. A causa di questa sua caratteristica, unitamente al costo del servizio che richiede l’acquisto del terminale al prezzo di 600 dollari, l’ente governativo ha presentato il rifiuto. Il programma infatti, richiede che gli operatori possano garantire le prestazioni promesse e lo sviluppo della rete in un arco di tempo massimo tra i 6 e gli 8 anni. La FCC ha sottoposto a SpaceX ulteriori domande per accertare la capacità di assolvere alle obbligazioni ma ha ritenuto le risposte della compagnia non adeguate.

Conseguenze e possibili sviluppi futuri

SpaceX aveva ottenuto questo sussidio quando Starlink era ancora in fase beta e avrebbe costituito una fonte stabile di entrate nel territorio statunitense. Gli obbiettivi di Starlink sono proprio quelli del RDOF, ovvero servire le aree rurali difficili da raggiungere con altre tipologie di connessioni. Come fa notare il comunicato FCC però, Starlink offre delle promesse concrete.

Questo implica che, pur non ottenendo i fondi di cui era vincitrice nella fase 1 del programma, potrebbe sottoporre una nuova offerta nelle successive aste che serviranno a collocare i fondi rimanenti. Fino ad allora la costellazione continuerà a crescere, migliorando anche le prestazioni del servizio.

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Tags: SpaceXstarlinktelecomunicazioni

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