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Vega-C è partito. Un lancio e una conferma importante per l’Europa

Stefano Piccin di Stefano Piccin
Luglio 13, 2022
in Agenzie Spaziali, ESA, News, Space economy, Spazio Italiano
Il Vega C poco prima della partenza del suo primo volo.

Il Vega C poco prima della partenza del suo primo volo.

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Il vettore europeo Vega-C ha volato per la prima volta, portando nello spazio sette diversi satelliti. Con questo nuovo vettore, creato come versione aggiornata e rivista del Vega, l’Europa si muove un po’ più avanti nel mantenere una autonomia nel raggiungimento dell’orbita. Vega-C permette anche di porsi sul mercato commerciale in modo più concorrenziale di quanto faceva Vega, dato il suo carico maggiore.

Il lancio è stato rimandato due volte durante la finestra di lancio, che si è aperta alle 13:13 italiane e si chiudeva proprio nel momento del lancio, alle 15:13. Il motivo non è ancora stato chiarito con precisione, ma per quello che sappiamo finora si è trattato di un problema software alle strutture di terra.

La missione è stata denominata VV21, in continuazione delle precedenti missioni del Vega. A bordo del Vega-C erano presenti il satellite italiano LARES-2 e sei diversi cubesat. Con questa missione di successo il vettore è ora qualificato al volo, e potrà essere immesso nel mercato. La C del nuovo vettore europeo sta per consolidamento, esemplificativo degli obbiettivi di questo vettore: consolidare il mercato del Vega.

Il payload

A bordo del vettore del vettore erano presenti sette satelliti. Il principale payload è stato il satellite LARES-2 (LAser RElativity Satellite-2), un progetto dell’INFN realizzato per l’ASI e in collaborazione con il Centro Fermi e l’Università di Roma La Sapienza. Partner industriale è anche OHB Italia, che ha fornito il sistema di rilascio.

Questo satellite, dalla massa di 295 kg, è ricoperto di riflettori e la sua orbita sarà misurata costantemente con altissima precisione con dei laser. In questo modo si misurerà la variazione di distanza dovuta alla presenza di corpi massivi come la Terra. Un fenomeno descritto dalla relatività generale di Einstein. A bordo c’erano anche sei cubesat:

  • Astrobio, un satellite di ASI e INAF.
  • Greencube, un satellite dell’Università di Roma La Sapienza.
  • Trisat-R, un satellite dell’Università di Maribor (Slovenia).
  • MTCube-2, un satellite dell’Università di Montpellier (Francia).
  • Celesta, un satellite dell’Università di Montpellier (Francia).
  • Alpha, un satellite di ARCA Dynamics.

Il vettore europeo

Il Vega C è alto 34.8 metri, 4.8 metri più del vettore precedente. Il fairing della nuova versione è stato aggiornato, diventando quasi il doppio più voluminoso. Questo permetterà di gestire satelliti molto più grandi, un’aggiunta fondamentale. Gli stadi sono rimasti quattro, ma tre di essi sono stati completamente aggiornati: i primi due e il quarto. I primi tre stadi sono inoltre rimasti a propellente solido.

Stadio

Massa di propellente [Tonnellate]

Spinta media kN

Tipologia

P120C

143.6 

4500

Solido

Zefiro-40

36.2

1304

Solido

Zefiro-9

10.5

314

Solido

AVUM+

0.740

2.42

Liquido

I primi due sono quelli che hanno ricevuto maggiori aggiornamenti. Il primo stadio, chiamato P120C, è importante anche perchè sarà usato come booster laterale del vettore Ariane 6. Nella versione Ariane 62 ce ne saranno due, mentre nella versione Ariane 64 ce ne saranno quattro. Avio, che si occupa per la grand parte di costruire e assemblare il primo stadio, avrà molto lavoro dopo le ultime commesse di Arianespace per l’Ariane 6. Nell’infografica seguente è mostrato uno spaccato del Vega-C con indicato chi costruisce le varie componenti.

Spaccato del Vega-C.
Spaccato del Vega-C. Credits: ESA

I sei satelliti a bordo del Vega-C si sono separati tutti correttamente, dimostrando anche l’efficacia del quarto stadio AVUM+. Esso è stato un componente discusso nei mesi scorsi, dato che come si vede nell’immagine poco sopra, il motore di questo stadio è costruito in Ucraina.

Questo stadio è particolare, in quanto l’unico a propellente liquido del Vega e l’unico che è in grado di accendersi più volte. Questo permette di raggiungere una determinata orbita, rilasciare un satellite e poi riaccendersi per raggiungere la posizione successiva. Questa particolarità dell’AVUM+ sarà particolarmente utile per il mercato dei lanci rideshare, missioni dove satelliti di diversi clienti (quindi con diverse destinazioni) condividono lo stesso razzo per raggiungere lo spazio.

Nel seguente grafico sono rappresentati i contributi percentuali dei vari Paesi europei allo sviluppo del Vega-C.

Con il lancio di Vega-C la serie di lanciatori europei diventa più solida e più affidabile. Il Vega-C inoltre, con il suo carico maggiore, lascia un po’ di spazio ai nuovi microlanciatori che si stanno sviluppando in Europa, razzi nella classe dei 1000 kg. Con Ariane 6 verrà invece coperta la categoria maggiore, quella oltre i 10000 kg. Vega-C è particolarmente importante anche per la immediata necessità d’indipendenza dai vettori russi Soyuz. Con questo nuovo vettore sul mercato europeo questo diventa sicuramente più facile. Come ricordato da Avio stessa, il Vega-C è in grado di portare in orbita il 90% dei satelliti sul mercato, mentre il Vega si fermava al 50%.

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Tags: AvioESAVega-c

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