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Cos’è questa storia del doppio cratere sulla Luna?

Stefano Piccin di Stefano Piccin
Giugno 30, 2022
in Agenzie Spaziali, Cina, Luna, News
Il doppio cratere lunare creatosi il 4 marzo. Credits: NASA/Goddard/Arizona State University
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Il 24 giugno la NASA ha comunicato di aver fotografato con il Lunar Reconnaissance Orbiter due nuovi crateri sulla superficie della Luna. La loro origine è dovuta al famoso stadio di un razzo che si sarebbe schiantato sul nostro satellite il 4 marzo. Ancora non ci sono però conclusioni definitive sull’origine di questo razzo e i due crateri infittiscono solamente il mistero.

Inizialmente si pensava che il razzo alla deriva che si sarebbe schiantato sulla Luna fosse un secondo stadio di un Falcon 9. Bill Gray, un astronomo e autore del software di tracciamento di oggetti spaziali artificiali Project Pluto, aveva identificato questo elemento artificiale come il secondo stadio del Falcon 9 che ha lanciato la missione DSCOVR nel 2015. Jon Giorgini, ingegnere al JPL della NASA ha però eseguito alcuni calcoli e simulazioni, partendo dalla traiettoria di lancio del razzo di SpaceX. Ha quindi dimostrato come fosse impossibile che il secondo stadio del Falcon 9 si trovasse in rotta verso la Luna. 

Riesaminando i database degli oggetti in orbita e le varie traiettorie di lancio, Bill Gray ha trovato un nuovo candidato. Si trattava di un Lunga Marcia 3C che nel 2014 ha lanciato la missione Chang’e 5-T1, una missione di test per la futura Chang’e 5 che nel 2020 ha recuperato campioni di roccia dalla Luna. Attualmente questo Lunga Marcia 3C è il candidato più probabile ma ancora non c’è la certezza che sia lui, e forse non l’avremo mai.

La foto dei due crateri scattata dal LRO della NASA. A sinistra uno zoom, la foto ha una larghezza di circa 370 metri. La foto al centro è invece un ingrandimento con una larghezza di 1,1 km. Quella a destra è la foto originale del LRO, con una larghezza di 110 km. Credits: NASA/Goddard/Arizona State University
La foto dei due crateri scattata dal LRO della NASA. A sinistra uno zoom, la foto ha una larghezza di circa 370 metri. La foto al centro è invece un ingrandimento con una larghezza di 1,1 km. Quella a destra è la foto originale del LRO, con una larghezza di 110 km. Credits: NASA/Goddard/Arizona State University

Il mistero del doppio cratere

Le foto della sonda lunare della NASA hanno mostrato come nell’impatto del quattro marzo si siano formati due crateri. Quello a destra nell’immagine poco sopra ha un diametro di 18 metri, quello a sinistra di 16 metri. Sono crateri abbastanza piccoli e compatibili con l’impatto di uno stadio di un razzo. Studiando gli impatti precedenti, la NASA ha poi confermato la stranezza di avere due crateri per questo tipo di eventi.

In passato è infatti già successo che degli stadi andassero ad impattare contro la superficie lunare, per poi essere studiati. Lo hanno fatto gli ultimi stadi del Saturn V delle missioni Apollo. In quelle occasioni non si è mai originato un doppio cratere, ma singoli e con un diametro variabile fra i 35 e 40 metri. Solitamente a generare l’impatto più importante è la zona dello stadio dove si trovano i motori, che è la parte più massiccia di uno stadio di un razzo. La spiegazione più semplice all’origine del doppio cratere è quindi che lo stadio si sia separato in due parti prima dell’impatto.

Questo aspetto rappresenta anche un indizio sul tipo di razzo. Attualmente non è infatti ancora certo al 100% che si tratti del Lunga Marcia 3C, ma questo evento potrebbe essere un altro piccolo indizio che “incrimina” il razzo cinese. Se confrontato con il secondo stadio del Falcon 9, il terzo stadio del LM 3C è molto simile. Il primo è alto 16 metri, il secondo 11.5 metri. L’unica grande differenza è che il razzo cinese dispone di due motori, mentre quello del Falcon 9 solamente di uno, un Merlin adattato per il vuoto.

Il mistero rimane

La soluzione al doppio impatto potrebbe quindi essere nella disgregazione dello stadio durante la discesa, e nella separazione dei due motori. Questa non è comunque una soluzione ovvia, in quanto non essendoci atmosfera sulla Luna non è scontato che il detrito si danneggi durante la discesa verso la superficie. Anche nel caso del Saturn V però, che in passato ha originato singoli crateri sulla Luna, l’ultimo stadio possedeva un singolo motore J-2.

Attualmente il razzo cinese rimane comunque il principale indiziato, dati i parametri orbitali rilevati prima dell’impatto che coincidevano con questo stadio. Per avere una prova certa dovremmo però aspettare che qualche astronauta si avvicini al cratere, sperando di trovare qualche detrito riconoscibile. Fino ad allora questi due crateri sulla Luna rimarranno un mistero solo parzialmente risolto.

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Tags: CrateriDetritiFalcon 9LunaLunga Marcia 3cScienza

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