Sony, la seconda più grande azienda per capitalizzazione del Giappone, ha annunciato il 2 giugno la fondazione di una nuova sussidiaria. Sony Space Communications Corporation (SSC), con sede a San Mateo (California) è una nuova compagnia controllata al 100% da Sony America. Obbiettivo della neonata branca è entrare nell’emergente mercato delle comunicazioni ottiche (o laser) spaziali. Una tecnologia che permette il trasporto di una maggiore quantità di dati per unità di tempo rispetto alle tradizionali telecomunicazioni nella banda a microonde e con considerevoli vantaggi in termine di sicurezza e flessibilità.
L’investimento di SONY si inserisce in una più ampia corsa allo sviluppo di sistemi di comunicazione ottici. Il recente successo di un esperimento DARPA è solo l’ultimo di una lunga lista di programmi di ricerca sui terminal laser. Frontiera su cui il Giappone è sempre stato all’avanguardia, testando con successo anche la prima connessione ottica nel 1995, con un esperimento della JAXA, connettendo con successo il satellite KIKU-6 con una stazione di terra a Tokyo a velocità di un 1 Mbit/s.
Nei piani di SSC c’è lo sviluppo dei terminal laser di piccole dimensioni per offrire un servizio al sempre maggior numero di microsatelliti. Questa è una fetta di mercato potenzialmente enorme viste le sempre più ampie megacostellazioni internet, ma anche per quelle più piccole di osservazione terrestre. Queste ultime potrebbero accedere a una velocità di trasmissione molto vicina al tempo reale. SONY intende sviluppare sia sistemi di comunicazioni laser tra satelliti che tra satellite-stazione di terra.
SONY e l’interesse verso lo spazio
L’interesse di SONY nello spazio non è certo una cosa nuova. Nel 2019 l’azienda ha lanciato verso l’ISS un esperimento noto come SOLISS (Small Optical Link for International Space Station) in collaborazione con la JAXA. Lo strumento, sviluppato dal laboratorio SONY CSL, ha stabilito con successo un collegamento bidirezionale ottico tra la stazione spaziale internazionale (modulo Kibo) e una stazione di terra nel 2020.

Da un punto di vista tecnico, SOLISS ha utilizzato un meccanismo di puntamento unico contenente un’unità di comunicazione ottica da 1 kg per fornire una velocità di downlink superiore a 100Mbps. Il sistema di comunicazione ottica utilizza un laser a 1550 nm emesso da un amplificatore con una potenza laser massima di 500 mW.
SOLISS ha dimostrato anche di saper operare in un ambiente non ottimale. In un altro esperimento è stato trasferito un file di dati completo in un ambiente di comunicazione simulato di bassa qualità e soggetto a errori. Il risultato è stato comunicato nei primi mesi del 2022 da SONY CSL ed è molto importante al fine di mitigare i problemi di disturbo che presenta l’atmosfera terrestre nella trasmissione dei dati.
Le grandi aziende giapponesi in prima fila
Lo sbarco di SONY nel settore aerospaziale è un’importante aggiunta a un crescente numero di sussidiarie create dai grandi conglomerati giapponesi che vedono lo spazio con grande interesse. Tra queste aziende uno degli esempi più notevoli è quello del colosso automobilistico HONDA, il quale ha in programma lo sviluppo di un lanciatore di piccole dimensioni e di tecnologie per produrre energia sulla Luna. Programmi simili anche per NISSAN e TOYOTA, entrambe coinvolte nello sviluppo di rover lunari. La prima sviluppa un rover di piccole dimensioni mentre TOYOTA lavora a un ambizioso rover pressurizzato per il programma Artemis, in collaborazione con JAXA e NASA.
In prima fila nel settore spazio anche la leader di fotocamere Canon che ha già lanciato diversi satelliti di osservazione terrestre a media risoluzione. La stessa Canon possiede il 50% di Space One, una startup giapponese che sta sviluppando una lanciatore solido di piccole dimensioni.
Non manca il sostegno anche da MITSUI, un altro dei più grandi conglomerati giapponesi, insieme a Mitsubishi. Mitsui ha investito in diverse aziende americane tra cui Axiom e ha acquistato uno dei leader del mercato rideshare, Spaceflight.inc.
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