Nelle prossime due settimane, le comunicazioni tra la Terra ed il Pianeta Rosso saranno impossibilitate dal disco solare che si frappone tra i due pianeti. L’evento di congiunzione astronomica, che si presenta periodicamente, non ha colto impreparata la NASA, che ha previsto un rallentamento delle attività delle proprie missioni marziane. Perseverance è attualmente parcheggiato in una zona pianeggiante, circondato da dune sabbiose e piccole formazioni rocciose. Fino alla metà di Ottobre, rimarrà fermo in quella posizione, occupandosi principalmente di osservare il meteo e i fenomeni atmosferici marziani, dust devils in primis.
Ingenuity, invece, rimarrà fermo nella posizione raggiunta dopo il tredicesimo volo, a 175 metri di distanza dal rover. Entrambi non riceveranno comunicazioni dalla Terra fino al termine del periodo di congiunzione, ma potranno comunicare tra loro. Ingenuity, in particolare, invierà su base settimanale le condizioni di salute dei propri sistemi al rover. Questi dati verranno poi inviati a Terra dopo la metà di Ottobre, e saranno utili ai tecnici per comprendere quali effetti abbia uno stop prolungato sulla capacità di operare dell’elicottero marziano.
Ingenuity si godrà dunque due settimane di meritato riposo, prima di riprendere le proprie attività con una nuova fase di missione. Dopo aver brillantemente superato tredici voli, seppur con qualche inconveniente, la NASA ha comunicato la propria intenzione di sottoporre l’elicottero a un particolare test.
Nuovi orizzonti per il drone marziano
Anche su Marte ci sono le stagioni, e come sulla Terra, anche il Pianeta Rosso sperimenta variazioni periodiche dei propri parametri ambientali. Uno di questi, il valore della pressione atmosferica, era stato assunto circa costante durante la progettazione di Ingenuity. La scelta era più che condivisibile, dato che nella più rosea delle aspettative l’elicottero avrebbe dovuto condurre al più 5 voli nell’arco di 30 giorni marziani. Durante quel lasso di tempo, la densità atmosferica marziana sarebbe rimasta pressoché costante, ad un valore preso come riferimento per dare forma alle particolari pale del rotore di Ingenuity.
Sappiamo però che la missione di Ingenuity sta continuando tuttora, oltre cinque mesi dopo il suo primo volo. Se la campagna, come tutti speriamo, dovesse continuare, Ingenuity si troverebbe ad operare in condizioni atmosferiche differenti da quelle di progetto. La densità atmosferica, in particolare, potrebbe scendere fino a 0.012 kg/m3 (sulla Terra al livello del mare il valore è 1.225 kg/m3).
Una minore densità, a parità di regime di rotazione del rotore, comporta una minor portanza e dunque una ridotta capacità del drone di autosostentarsi ed effettuare manovre. Per poter garantire l’operabilità dell’elicottero nelle nuove condizioni atmosferiche con un adeguato livello di sicurezza, occorre aumentare il regime di rotazione delle pale da 2540 rpm a 2800 rpm. Questa velocità non è mai stata raggiunta nemmeno sulla Terra durante i test pre-lancio.
I primi segnali di usura di Ingenuity
Il primo test a questa velocità ha avuto luogo con successo il 15 Settembre scorso, senza staccarsi dal suolo. L’obiettivo principale era verificare la fattibilità di raggiungere questo valore senza incorrere in pericolosi fenomeni di risonanza, che possono causare malfunzionamenti dei sensori o addirittura cedimenti strutturali.
Il passo successivo sarebbe stato un breve hover a bassa quota a un regime di rotazione di 2700 rpm, previsto per il 18 Settembre. Questo volo – il quattordicesimo – è stato abortito appena prima del decollo a causa di un problema a uno dei servomotori del piatto oscillante. Il piatto oscillante è una componente vitale di un elicottero, responsabile del controllo della posizione delle pale e, conseguentemente, dell’intero velivolo.
Essendo componenti critici per il volo, Ingenuity ne controlla lo stato di salute immediatamente prima del decollo. Uno di questi check ha dato esito negativo, il che ha triggerato l’abort. Il problema sembra dovuto al fatto che l’elicottero ha ormai alle spalle una vita operativa più che doppia rispetto a quella prevista, il che porta inevitabilmente alcuni componenti a usurarsi. La NASA ha poi condotto nei giorni successivi dei test dedicati sui servomotori di Ingenuity, che hanno dato esito positivo. Il quattordicesimo volo è dunque solo rimandato, serviranno solo altre due settimane di pazienza.
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