Il CubeRover di Astrobotic Tecnology ha superato con successo i primi test di manovrabilità. Si tratta di più di 150 test di movimento riprodotti all’interno di un ambiente in grado di simulare la superficie lunare. Questi test daranno presto informazioni sul design delle ruote da disporre sulle tre tipologie di CubeRover. Ogni tipologia differisce dall’altra in base alle dimensioni del rover.
La compagnia di robotica spaziale statunitense Astrobotic ha sviluppato CubeRovers più piccoli della concorrenza: un rover di queste dimensioni non ha mai lavorato sulla superficie della Luna. Gli unici parametri di riferimento sono costituiti da precedenti missioni della NASA con i rover ben più grandi delle missioni Apollo. Il CubeRover è stato testato presso il NASA Kennedy Space Center’s (KSC) dove il team di Astrobotic ha effettuato i test su undici set di ruote. Nello specifico, è stata messa alla prova la manovrabilità e la forza di trazione nel simulatore di regolite lunare, necessario per ricreare il suolo lunare e la polvere presente sulla superficie del Satellite.
Prime impressioni
Troy Arbuckle, ingegnere meccanico responsabile della mobilità presso Astrobotic, ha tirato le prime somme rispetto ai test condotti. In particolare, ha affermato che rover grandi e piccoli interagiscono in maniera diversa con il simulatore di regolite lunare. Inoltre, ha continuato dicendo che i dati raccolti sul CubeRover non sono interamente validi. Infatti, due set di ruote non hanno superato le aspettative nei test. Secondo l’ingegnere, ciò indica la strada da perseguire verso il miglioramento della linea dei CubeRover.
Il test sul CubeRover ha avuto luogo al KSC, precisamente nel Granular Mechanics and Regolith Operations Laboratory, costituito da una sottile polvere che si compatta in roccia dura quando compressa. I sensori del CubeRover hanno raccolto dati sui test di trazione, pendenza e virata. In questo modo è stato possibile valutare le prestazioni delle ruote in un ambiente analogo a quello lunare. Mentre alcuni set di ruote erano in grado di scalare pendii di 30 gradi, altri procedevano correttamente e viravano in un profondo strato di regolite.
NASA finanzia Astrobotic
La collaborazione tra NASA ed Astrobotic per l’utilizzo del KSC nasce da un pogramma “Tipping Points”. Ogni anno, la NASA chiede alle industrie aerospaziali americane proposte da poter finanziare in ambito tecnologico. Le tecnologie devono essere giunte al punto tale che il finanziamento di NASA permetta la loro definitiva maturazione. Per questo devono essere al “tipping point”, il punto di non ritorno. Il finanziamento specifico ammonta a circa 2 milioni di dollari. Proprio grazie a questo contratto, Astrobotic continuerà a lavorare sull’ottimizzazione di forma e dimensioni delle ruote di CubeRover.
Ulteriori test continueranno presso la sede della Compagnia aerospaziale a Pittsburgh, dove saranno verificati i metodi di distribuzione del rover e il dispiegamento dei pannelli solari. Al contempo, verranno testate anche la resistenza termica e la sopravvivenza al lancio. L’obiettivo è di presentare un prodotto certificato per il volo nel 2022.
L’avvento dei CubeRover sancisce l’inizio di una nuova era dell’esplorazione spaziale ed in particolare della Luna. Per comprenderne l’efficacia, basti pensare all’idea dietro i CubeSat (piccoli satelliti di dimensioni standardizzate). Sulla loro falsa riga, l’intento è di standardizzare le dimensioni dei rover, abbattere i costi di produzione e rendere più efficace lo stoccaggio durante i lanci. Sfide raccolte da Astrobotic Tecnology, azienda privata americana che si occupa dello sviluppo di tecnologie robotiche per missioni lunari e planetarie.
Già a partire da luglio 2021, la startup americana avrà un CubeRover (progettato però dagli studenti della “Carnegie Mellon University”) a bordo del proprio lander “Peregrine” diretto verso la Luna. Se la missione fosse un successo, in poco tempo si potrebbe assistere ad una “invasione” del nostro Satellite ad opera di decine di CubeRover pronti ad esplorare la sua superficie.
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