Ieri, 6 Aprile 2020 il presidente americano Donald J. Trump ha firmato un atto chiamato “Executive Order On Encouraging International Support for the Recovery and Use of Space Resources“. In questo atto esecutivo il presidente conferma ufficialmente il supporto della politica americana ad un pieno sfruttamento commerciale della Luna e dello spazio. All’interno del documento si cita esplicitamente l’assenza di una legislazione sullo spazio come un grande freno agli investimenti privati.
L’unico grande trattato internazionale a governare lo spazio in questo momento è l’Outer Space Treaty, o trattato sullo spazio extra-atmosferico, siglato nel 1967 da 102 stati, tra i quali gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Questo trattato pone le basi per tutta una serie di accordi sull’uso pacifico dello spazio. In particolare manifesta la volontà di fine anni 60 dei vari stati di non portare armi di distruzione di massa in orbita. L’accordo è però basato sulle tecnologie a disposizione in quegli anni e non ha nessuna valenza commerciale e/o riguardo alle attività dei privati.
Un altro accordo, in particolare incentrato sulla Luna è stato firmato nel 1979: il Moon Treaty (Accordo sulla Luna). In questo documento si afferma che la Luna e tutti i corpi celesti sono sottoposti ad una protezione simile a quella dei fondali oceanici. Si vieta qualsiasi attività militare e impedisce che singoli stati ne rivendichino la proprietà. Il problema è che al 2019 il Moon Treaty è stato firmato da solo 18 paesi e nessuno di questi è una potenza spaziale.
Tutti dovranno trattare con gli USA e gli USA dovranno trattare con tutti.
Nell’atto esecutivo del 6 Aprile il presidente Trump rinnova la volontà degli Stati Uniti a non firmare questo accordo. Non solo, viene dichiarato che il Segretario di Stato si opporrà anche a qualsiasi volontà di farlo valere come diritto internazionale da qualsiasi altro stato o organizzazione. In seguito dichiara che nei prossimi 180 giorni il Segretario di Stato, col supporto di tutti i ministeri e di tutte le agenzie federali necessarie aprirà una serie di trattative internazionali. Queste avranno l’obiettivo di gettare le basi per il supporto legislativo e politico che gli Stati Uniti intendono dare allo sfruttamento commerciale della Luna (e probabilmente in futuro degli asteroidi).
L’atto esecutivo di Trump è un seguito diretto (per sua ammissione) di quello del 2017 con cui si gettarono le basi per le missioni Artemis. Il punto focale di questo documento rimane quindi che gli Stati Uniti non riconoscono la Luna e lo spazio come beni dell’umanità. Un altro risultato di questo atto esecutivo sarà quindi il spingere l’acceleratore sull’istituzione di accordi e di regole sullo spazio che da troppo tempo mancano. Di contro in questo modo gli accordi prenderanno direzioni bilaterali e diversificate a seconda dei firmatari, allontanandosi sempre più da un vero e proprio diritto internazionale.
Immediato e ovvio è arrivato il supporto dell’amministratore della NASA Jim Bridenstine:
I support the new @POTUS policy encouraging international support for recovery and use of deep space resources. With #Artemis, @NASA will develop & test new technologies including ISRU. More: https://t.co/wHLf88idkZ
— Jim Bridenstine (@JimBridenstine) April 6, 2020