La NASA Space Apps Challenge è una competizione internazionale che si svolge lo stesso giorno in centinaia di città in tutto il mondo. L’edizione 2019 ha visto la partecipazione di 225 città di 79 Paesi diversi. In Italia si è svolta a Torino, Napoli e Brescia. La competizione Lombarda è stata organizzata da Chiara Chiesa e da Andrea Giannattasio, tra le altre cose Presidente e Vicepresidente dell’associazione INTERSTELLARS con la collaborazione dell’IEEE Student Branch di Brescia. Abbiamo raggiunto Benedetta Fugazza, membro del gruppo vincitore per farci raccontare qualcosa del loro progetto.
Benedetta ha solo 18 anni ed è iscritta alla quinta superiore del liceo Leonardo, insieme alla sua squadra ha proposto un’idea innovativa e sostenibile per ripulire gli oceani dalle plastiche e dai rifiuti. Con lei c’erano Andrea D’Urso, studente di ingegneria informatica; Andrea D’Amore, studente di ingegneria delle telecomunicazioni e Alessandro Crispiels studente di ingegneria aerospaziale. Il gruppo, che ha deciso di chiamarsi Plastic Busters, ha scelto di affrontare questo progetto basandosi proprio sulla loro composizione multidisciplinare.

Il progetto
Benedetta ci ha raccontato come la chiatta sia stata progettata utilizzando dati satellitari forniti dalla NASA sia per la navigazione ma anche per l’identificazione delle zone in cui sono presenti i rifiuti. I 4 Bresciani hanno inoltre pensato questo mezzo in modo che fosse completamente a propulsione elettrica con energia solare. Questo permette alla chiatta di muoversi in maniera autonoma e più efficace, rientrando al porto automaticamente e scambiandosi con altre barche.
Hanno inoltre dotato lo scafo della nave di diversi strati in grado di raccogliere anche microparticelle di plastica. Tutti i rifiuti sono invece raccolti attraverso una vite di Archimede posta nella parte superiore della chiatta.
Il lavoro dei Plastic Busters è stato giudicato direttamente dagli organizzatori della NASA; non è stato scelto come vincitore globale della NASA Space Apps Challenge ma rimane a disposizione della comunità internazionale come progetto Open Source.
Qualche giorno fa Benedetta ha ricevuto l’attestato di galactic problem solver direttamente da Chiara Chiesa, organizzatrice dell’hackathon. Ci ha poi raccontato come ora l’aspetti la scelta complessa di quale università fare, in dubbio fra fisica e ingegneria aerospaziale.
La NASA Space Apps Challenge sarà replicata anche quest’anno, anche nella sezione di Brescia.