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Ecco tutti gli aggiornamenti dall’ultima presentazione di Musk a Starbase

Andrea D'Urso di Andrea D'Urso
Febbraio 11, 2022
in Esplorazione spaziale, News, Space economy, SpaceX
Elon Musk sul palco davanti a Starship all'inizio della presentazione

Elon Musk sul palco davanti a Starship all'inizio della presentazione

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Finalmente la tanto attesa conferenza di Musk sugli sviluppi del progetto Starship si è tenuta questa mattina alle 03:00 italiane. Era da settembre 2019 che l’azienda non organizzava un evento di questo tipo. Da allora SpaceX ha fatto volare ben sette diversi prototipi, di cui cinque le versioni complete di Starship che hanno superato i 10 km di altezza. Con la nuova presentazione Musk ha dato una panoramica di cosa sia Starship adesso, senza però entrare troppo nel dettaglio, lasciando ancora senza risposte molte domande. In compenso ha mostrato per la prima volta il motore Raptor 2.

L’evento si è tenuto al sito di test di Starbase, con il palco realizzato sul pad di atterraggio. A fare da sfondo Mechazilla, che regge la Starship posizionata sopra il Super Heavy. È la seconda volta che la Ship20 e il Booster 4 vengono uniti, componendo il razzo più grande mai costruito dall’essere umano. A differenza di quanto accaduto ad agosto però, questa operazione è stata eseguita da Mechazilla.

La presentazione. Tanto hype, poche novità

Come di consueto Musk ha iniziato la presentazione parlando della necessità dell’uomo di diventare una specie multiplanetaria. Per fare ciò è essenziale sviluppare mezzi riutilizzabili. Ha quindi dato una panoramica dei risultati ottenuti con i Falcon 9, che hanno portato a termine 144 missioni con successo. Di queste, 83 effettuate con booster riutilizzati. Musk ha poi nuovamente affermato che il focus è la riutilizzabilità di Starship e Super Heavy. Con le future missioni operative in orbita terrestre, SpaceX si aspetta di poter recuperare una Starship con un tempo che va dalle 6 alle 8 ore. Per il booster invece sarà necessaria solo un’ora.

Nessuna novità riguardo il design dei due razzi, nonostante le ultime dichiarazioni di Musk su Twitter. Arriva la conferma ufficiale dell’altezza del Super Heavy, che passa da 70m a 69m. Il booster inoltre sarà spinto da 33 Raptor, il numero massimo di motori che possono essere collocati nei 9m di diametro. Starship potrà trasportare nello spazio dalle 100 alle 150 tonnellate di carico. Molto dipenderà però dal successo delle operazioni di rifornimento in orbita. Musk si aspetta di effettuare delle prime prove di attracco tra due diverse Starship in orbita entro la fine del prossimo anno. Grazie alla capsula Dragon, SpaceX ha già ricavato molti dati sulle manovre di attracco. Secondo Musk, le operazioni per agganciare due mezzi uguali e tutti e due progettati da loro, saranno più facili. Nel seguente video, una presentazione aggiornata del viaggio verso Marte di una Starship con equipaggio.

Per quanto riguarda la base di Starbase, in futuro potrebbe diventare una sede avanzata per la ricerca e sviluppo del progetto Starship. Le missioni operative invece partiranno dalla Florida. A Cape Canaveral SpaceX ha iniziato la costruzione sia d’infrastrutture per i lanci, al complesso 39A, che edifici per la realizzazione dei razzi. Una versione aggiornata e migliorata di Starbase. Lo Stage 0, ovvero tutte le strutture che si trovano a terra e supportano i lanci, hanno richiesto sforzi di progettazione pari a quelli di Starship e Super Heavy. Ciò vale maggiormente per Mechazilla. Con l’esperienza ottenuta in Texas, i lavori in Florida potranno progredire più velocemente.

Musk ha infatti dichiarato che il 39A potrebbe essere utilizzato come pad di riserva in caso ci siano problemi o ulteriori ritardi nell’ottenimento dei permessi da parte della Federal Aviation Administration. Alle domande dei giornalisti riguardanti il primo volo nello spazio di Starship, Musk è stato però molto vago. L’obbiettivo è di effettuarlo entro la fine dell’anno, e i lavori per raggiungere tale traguardo sono ancora molti. Potremmo quindi dover attendere ancora diversi mesi prima di assistere a tale evento.

I Raptor V2, i veri protagonisti

Confronto fra un Raptor V2, a destra, e un Raptor V1 a sinistra.
Confronto fra un Raptor V2, a destra, e un Raptor V1 a sinistra.

Vicino al palco sono stati posizionati anche due diversi motori Raptor, per mostra le differenze tra la prima e la seconda versione. Come si può notare, il nuovo motore è molto più “snello” rispetto alla versione utilizzata finora. Musk infatti ha sottolineato che si è trattato di un vero e proprio redesing, in quanto gli ingegneri hanno dovuto modificare molte parti e sopratutto ne hanno eliminate molte. La sfida maggiore è stata progettare la camera di combustione in modo che questa non fonda a causa delle elevate temperature che si generano. Un problema ancora non risolto del tutto e su cui SpaceX sta lavorando, ma Musk ha affermato oggi che la soluzione è molto vicina. Il nuovo motore in sviluppo è ciò che ha occupato maggiormente Musk nell’ultimo periodo, insieme al software per la guida completamente autonoma di Tesla.

Il nuovo motore è in grado di generare 230 tonnellate di spinta, con una pressione in camera di combustione pari a 300 bar. Musk però ha affermato che possono spingersi anche oltre, raggiungendo una spinta di 250 tonnellate. Durante gli ultimi test effettuati, il picco di spinta massimo è stato di 247 tonnellate. Non solo prestazioni migliori, il costo di produzione di un Raptor 2 è la metà rispetto quello della versione precedente. Ciò quindi permetterà di risparmiare sia sul costo di produzione dei razzi che sui prezzi di lancio.

Ancora incerto è invece il numero di Raptor di cui sarà dotata la Starship, che potrebbe passare dagli attuali 6 a 9. I motori inoltre, saranno anche un elemento fondamentale per la Starship in versione da trasporto umano. Così come i SuperDraco, Musk si aspetta che i Raptor siano in grado di allontanare la Starship dal Super Heavy in caso questo abbia problemi durante il lancio.

Uno zoom dei due motori Raptor. A sinistra una vecchia versione V1 del 2021. A destra il primo V2 alla conferenza a Starbase.
Uno zoom dei due motori Raptor. A sinistra una vecchia versione V1 del 2021. A destra il primo V2 alla conferenza a Starbase.

Conclusione

La presentazione di Elon Musk a Starbase è stata piuttosto fredda e con poche novità. Sono mancate alcune informazioni fondamentali e molto attese, come la data per il primo volo orbitale o nuove informazioni sulla versione Crew. In compenso abbiamo visto per la prima volta il motore Raptor V2 e lo staking della Starship, avvenuto per la prima volta con i chopstick di Mechazilla. Dopo diversi test effettuati sui meccanismi che consentono ai bracci di Mechazilla di muoversi, SpaceX ha infatti deciso di utilizzarli per assemblare nuovamente la Starship sul booster.

Le manovre hanno avuto inizio il 7 febbraio, con il posizionamento del Super Heavy sul pad di lancio. Per questa operazione SpaceX si è affidata alla gru già utilizzata per spostare i diversi prototipi al sito di costruzione, quindi senza l’intervento dei chopstick. Successivamente gli operai hanno trasportato la Ship20 alla base della torre. Prima di sollevare il prototipo i tecnici hanno verificato il corretto allineamento dei quattro punti di aggancio, due per ogni lato, con i perni presenti sui bracci.

Ultimati i controlli, Mechazilla ha dovuto ruotare verso l’esterno il Quick Disconnect Arm (QDA) per liberare il passaggio dei bracci che hanno sollevato la Starship. Una volta che la Starship ha raggiunto la sommità della torre il QDA è ritornato in posizione agganciandosi alla cima del Super Heavy, fornendo così maggiore stabilità all’intero razzo. SpaceX ha monitorato l’intera manovra sia da terra che con l’utilizzo di diversi droni.

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Tags: Elon MuskPresentazioneSpaceXStarbaseStarship

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