Dallo spazioporto di Jiuquan, in Cina, è partito il 14 giugno, alle 09:55 italiane il satellite CSES-02 (China Seismo-Electromagnetic Satellite-02). Il satellite ha raggiunto lo spazio a bordo di un vettore Lunga Marcia 2D. Si tratta di un satellite congiunto fra Cina e Italia che avrà lo scopo di osservare e analizzare fenomeni ionosferici e magnetosferici legati a eventi geofisici estremi come i terremoti, nonché a fenomeni atmosferici e di Space Weather, come le tempeste geomagnetiche e le particelle solari ad alta energia.
CSES-02 opererà in tandem con il satellite gemello CSES-01, lanciato nel 2018 e ancora operativo. Questi due satelliti sono stati spesso oggetto di discussioni, soprattutto in virtù delle difficoltà e dei problemi di collaborare con la Cina in ambito spaziale.
Alla missione partecipa un’ampia componente scientifica italiana, che opera nell’ambito della collaborazione Limadou, una rete coordinata dall’ASI con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), e il contributo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR – IFAC) e delle università italiane dell’Aquila, Bologna, Roma Tor Vergata, Torino, Napoli, Trento e l’Università Telematica Internazionale UniNettuno.
Due degli undici strumenti a bordo del satellite sono stati progettati e realizzati in Italia: HEPD-02 (High-Energy Particle Detector), rivelatore di particelle di alta energia sviluppato dall’INFN in collaborazione con il CNR e il mondo accademico e EFD-02 (Electric Field Detector), realizzato congiuntamente da INFN e INAF per la misura del campo elettrico, entrambi progettati per incrementarne le prestazioni e l’informazione scientifica contenuta nei dati.
Il satellite CSES-02, come il suo predecessore, è particolarmente discusso e oggetto di critiche. Come evidenziato da un’indagine della giornalista Giulia Pompili su Il Foglio, attualmente diverse fonti sottolineano come dal 2018 il primo satellite non ha prodotto risultati scientifici rilevanti, e come non ci siano (ancora) prove scientifiche forti della correlazione fra fenomeni ionosferici e magnetosferici ed eventi geofisici estremi.
Sempre al Foglio, Antonio Zoccoli, presidente dell’Infn spiega come le tecnologie non siano più segretate e già scelte e finanziate anni fa. Fornire tecnologie a progetti spaziali cinesi è infatti oggetto di attente analisi da parte dell’intelligence non solo italiana. Una prova di queste tensioni è il fatto che al lancio del satellite in Cina, nonostante gli inviti, non sembra ci siano stati rappresentati ufficiali di ASI, ma “solo” ricercatori coinvolti nel progetto di alcune università ed enti di ricerca italiani.
“Con il lancio di CSES-02 prende forma la prima costellazione satellitare destinata allo studio dallo spazio dei fenomeni geofisici rapidi. L’analisi dei dati raccolti dal gemello CSES-01 ha portato in meno di sette anni alla pubblicazione di più di 200 articoli scientifici di elevata qualità”, ha commentato Roberto Iuppa, responsabile nazionale per l’INFN del progetto.
Iuppa, Professore Associato di fisica all’Università di Trento è stato a lungo collaboratore di Roberto Battiston (anche lui Professore all’Università di Trento), che sempre secondo il Foglio era presente al lancio in Cina. Battiston è stato uno dei principali promotori delle collaborazioni spaziali fra Cina e Italia quando era a capo dell’Agenzia Spaziale Italiana (2014-2018).
Comunicato stampa ASI sul lancio di CSES-02.
Indagine de Il Foglio della giornalista Giulia Pompili.