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Bloccati i rientri dei Falcon 9 di SpaceX alle Bahamas

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Il governo delle Bahamas ha sospeso tutti i futuri atterraggi dei razzi Falcon 9 di SpaceX nel proprio spazio aereo e marittimo. La decisione, annunciata il 15 aprile dal Direttore delle Comunicazioni Latrae Rahming, resterà in vigore fino alla conclusione di un’indagine post-lancio e alla revisione di una valutazione ambientale completa in seguito all’ultimo rientro di un razzo di SpaceX.

Il 19 febbraio 2025 è stato infatti effettuato con successo il primo rientro di un Falcon 9 nell’arcipelago delle Bahamas. Si è trattato del primo rientro internazionale per questo vettore di SpaceX.

Dopo questo primo rientro, il governo delle Bahamas aveva approvato in via preliminare altri 19 atterraggi per il 2025,come riportato da Reuters, subordinati al rispetto delle normative ambientali. Tuttavia, l’iter si è ora interrotto per permettere un’analisi più approfondita dei potenziali rischi per l’ecosistema marino e costiero.

L’esplosione di Starship e le ricadute ambientali

La decisione del governo bahamense è stata influenzata dall’esplosione in volo della Starship, avvenuta a marzo durante l’ottavo lancio di test. La Starship, dopo aver perso il controllo, si è disintegrata in alta quota, causando la dispersione di detriti nello spazio aereo della Florida meridionale e delle Bahamas.

Le autorità hanno confermato che i frammenti non contenevano materiali tossici e non rappresentavano una minaccia immediata per la fauna marina o per la qualità delle acque. Tuttavia, l’evento ha sollevato interrogativi sulla gestione dei rischi ambientali legati ai lanci e ai rientri spaziali in aree sensibili.

L’indagine sull’incidente di Starship è attualmente in corso da parte della Federal Aviation Administration (FAA), che valuterà l’accaduto anche in relazione a future autorizzazioni di volo.

Gli atterraggi dei Falcon 9 nelle Bahamas rappresentavano un nuovo asset strategico per SpaceX. La possibilità di far rientrare i primi stadi in una zona più vicina alle traiettorie di alcune missioni, soprattutto quelle verso l’orbita polare, avrebbe consentito un risparmio di carburante e una maggiore flessibilità operativa. Inizialmente, anche il lancio della capsula Dragon per la missione Fram2 prevedeva il rientro del Falcon 9 alle Bahamas.

Sfruttare questa zona inoltre, consentirebbe a SpaceX di far rientrare i Falcon 9 in acque più tranquille, rispetto a quelle dell’Oceano Atlantico. L’azienda sarebbe quindi meno soggetta alle pessime condizioni meteorologiche del periodo invernale, con conseguente rinvio dei lanci.

Le numerose indagini ambientali

Quella delle Bahamas è solamente una delle diverse indagini riguardo gli impatti che i lanci di SpaceX hanno sull’ambiente. Attualmente infatti, sono in corso due diverse analisi inerenti i voli di Starship: uno a Starbase e uno per il complesso di lancio 39A del Kennedy Space Center, in Florida.

Per entrambi questi siti, SpaceX ha richiesto di aumentare il numero di lanci che possono effettuare in un anno. A Starbase, l’azienda punta a eseguire fino a 25 partenze di Starship, che prevedono anche 25 rientri del Super Heavy e 25 della Ship, il secondo stadio. Per il complesso di lancio 39A invece, il numero di missioni previsto è di 44.

SpaceX, nei prossimi anni, dovrebbe prendere il controllo anche di un ulteriore complesso di lancio di Cape Canaveral, ovvero il numero 37. Quest’ultimo pad infatti, non è più in gestione di ULA a seguito dell’ultimo lancio del suo Delta IV Heavy, avvenuto ad aprile del 2024.

SpaceX punta a utilizzare anche il complesso 37 per supportare le missioni di Starship, quindi sarà necessario valutarne gli impatti sull’ambiente.

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