Kennedy Space Center, ore 20:02 del 15 settembre (le 2:02 del 16 qui in Italia). Al centro di controllo di SpaceX ad Hawthorne, in California, si sentono scroscianti applausi e urla di gioia. I nove motori Merlin del Falcon 9 stanno illuminando il cielo sopra lo storico pad 39A, proprio lì dove decenni prima erano partiti i Saturn V e gli Space Shuttle. Il razzo di SpaceX e la capsula Dragon, con a bordo il primo equipaggio composto esclusivamente da cittadini privati, ha iniziando la sua ascesa. Le fiamme che fuoriescono dai motori si allargano sempre di più man mano che il Falcon 9 prende quota. Dopo 2 minuti e 40 secondo, il primo stadio ha eseguito con successo il suo compito e si è separato dal secondo stadio, che ha proseguito il suo viaggio. È iniziata la missione Inspiration4.
Come di consueto, dopo poco più di nove minuti dalla partenza, SpaceX ha recuperato con successo il suo booster, facendolo atterrare senza problemi sulla chiatta in mezzo la mare. Trascorsi poco più di 12 minuti dalla partenza, la Dragon arriva con successo in orbita. Il secondo stadio si separa dalla capsula ed ha così inizio la storica missione Inspiration4.
Lassù, dove l’uomo non arrivava da anni
Tre giorni in orbita, un privilegio riservato a pochissime persone. Solo 600, fra uomini e donne hanno infatti avuto la possibilità di viaggiare oltre l’atmosfera. Più sale la quota raggiunta, più tale numero diminuisce ulteriormente. Con Inspiration4 infatti, la Dragon viaggerà fino a 575 km di altezza, 175 km al di sopra della Stazione Spaziale Internazionale. L’ultima volta che l’uomo si spinse così lontano dalla Terra è stato nel 2009, durante la missione STS-125 dello Space Shuttle Atlantis che raggiunse la quota di circa 560 km. Il record invece, senza scomodare le missioni Apollo, rimane ancora della missione STS-82 quando lo shuttle raggiunse la quota di 620 km.

L’obbiettivo della missione Inspiration4 è quello di dimostrare che ora i viaggi nello spazio sono accessibili anche a cittadini comuni. Non sono state comunicate cifre ufficiali, ma un sedile a bordo della Dragon ha un prezzo che si aggira attorno ai 55 milioni di dollari. Jared Isaacman, il finanziatore della spedizione, ha scelto il nome “Inspiration4” perché il suo intento è quello d’ispirare le persone a compiere grandi imprese e superare i propri limiti.
La missione però ha anche un altro importante obbiettivo: raccogliere fondi per l’ospedale St. Jude. Questa struttura si occupa di curare gravi malattie infantili e di effettuare ricerca scientifica nel campo dell’oncologia infantile. Jared Isaacman ha donato 100 milioni di dollari al St. Jude non appena è stata annunciata la missione. La sua speranza è quella di raccoglierne altrettanti tramite una campagna di donazioni e attraverso la vendita di alcuni ogetti che sono a bordo della Dragon. Al momento del lancio erano arrivati 30 milioni di dollari sul sito della missione. A questi si aggiungono altri 225 mila di dollari raccolti durante la live di SpaceX.
Durante il loro soggiorno in orbita, i 4 astronauti effettueranno anche diversi esperimenti per studiare il comportamento del corpo umano in condizioni di microgravità. Le diverse misurazioni avverranno con dispositivi che si trovano sul mercato, come l’Apple Watch ed il Butterfly iQ+, utilizzato per le ecografie.
L’addestramento prima del lancio
A differenza dei voli nello spazio offerti da Virgin e Blue Origin, l’equipaggio che vola con la Dragon di SpaceX necessita di mesi di preparazione. I 4 membri di Inspiration4 si sono addestrati per sei mesi. Sebbene la capsula sia progettata per volare autonomamente, è comunque necessario l’intervento dell’equipaggio in alcune situazioni particolari. Gran parte dell’addestramento si è focalizzato sulle procedure di emergenza e sulla loro gestione. A bordo infatti, non ci sono astronauti veterani professionisti.
In 6 mesi hanno quindi appreso come vivere e come sopravvivere all’interno della capsula, un addestramento simile a quello degli astronauti delle diverse agenzie nazionali. Nonostante fossero già stati scelti per la missione, durante questa fase potevano ancora essere scartati nel caso fosse emersa la non idoneità in determinate circostanze. Una delle prove più difficili da superare è stata la centrifuga. Questa simula la forza che il corpo subisce durante le varie fasi del volo anche in condizioni non nominali. La macchina infatti è in grado di ricreare anche le condizioni in cui qualcosa durante il lancio dovesse andare storto, arrivando all’attivazione del sistema di aborto in volo.

Per mettere ulteriormente sotto stress il corpo dell’equipaggio, Isaacman ha messo a disposizione la sua flotta di jet militari. Insieme ai Black Diamond, i 4 astronauti hanno effettuato diversi voli effettuando anche manovre durante la quale hanno sperimentato fino a 8 g di accelerazione. Oltre all’addestramento sulla Dragon, Isaacman voleva anche vivere un’esperienza che li avrebbe portati a lavorare in team in condizioni molto difficili. Un’esperienza simile a quella che viene proposta anche agli astronauti professionisti. L’impresa scelta da Isaacman era quella di scalare il monte Rainier. Prova affrontata a maggio e superata da tutti e quattro, che sono riusciti a scalare la montagna di 3000 metri.
Falcon 9 e Dragon usati
Il Falcon 9 che ha portato in orbita la capsula ha come codice seriale B1062 e questo è stato il suo terzo volo. Si tratta della prima volta che viene utilizzato un booster con due voli alle spalle per trasportare un equipaggio oltre l’atmosfera. Il B1062 ha infatti supportato due missioni per conto della Space Force, portando in orbita due satelliti GPS di terza generazione. Il primo lancio è avvenuto il 6 novembre 2020 con il satellite GPS III SV04 e il secondo il 17 giugno di quest’anno con il satellite GPS III SV05. Dopo circa nove minuti e mezzo, il B1062 è atterrato con successo sulla Just Read The Instructions, la chiatta posizionata a 543 km dalla costa.
La capsula Dragon ha invece volato già con la missione Crew-1, rimanendo nello spazio per 167 giorni consecutivi. In quell’occasione l’equipaggio aveva soprannominato la Dragon Resilience. La cupola, inserita al posto del meccanismo di attracco alla ISS, è la prima volta che arriva nello spazio. L’equipaggio avrà l’opportunità di sfruttare questo nuovo componente solamente poche volte, in quanto per la maggior parte del tempo sarà coperta dal fairing della capsula.
Una volta trascorsi i tre giorni in orbita la capsula Dragon rientrerà ammarando nell’Oceano Atlantico.
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