La Giunta regionale della Sardegna, guidata dalla presidente Alessandra Todde, ha compiuto un passo importante per sostenere la candidatura del sito minerario di Sos Enattos, a Lula, come possibile sede dell’Einstein Telescope (ET). Il 24 gennaio 2025 è stata infatti istituita un’Unità di progetto dedicata, che avrà il compito di coordinare tutte le attività tecniche e amministrative necessarie per rafforzare la candidatura del territorio.
Questo sviluppo arriva dopo una serie di iniziative già avviate dalla Regione per favorire la candidatura, tra cui lo stanziamento di 350 milioni di euro, l’approvazione della realizzazione di un Centro di Ricerche e l’organizzazione del G7 della Scienza proprio a Sos Enattos. L’Unità di progetto avrà il delicato compito di elaborare il “Bid Book”, un fascicolo tecnico che dovrà essere presentato entro il 2025 per convincere il comitato di valutazione.
Oltre alla preparazione del Bid Book, la struttura dovrà collaborare con enti regionali per raccogliere documentazione e ottenere i pareri preliminari necessari per l’avvio dei lavori, qualora il progetto venisse approvato nel 2026.
Einstein Telescope in Italia
L’Einstein Telescope è un ambizioso progetto per la costruzione di un osservatorio di terza generazione per lo studio delle onde gravitazionali, vibrazioni dello spazio-tempo previste dalla teoria della relatività generale di Einstein. Rispetto agli attuali interferometri, come LIGO e Virgo, ET sarà significativamente più sensibile, in grado di captare segnali provenienti da regioni ancora più remote dell’universo e persino dall’era cosmica subito successiva al Big Bang.
Se costruito in Italia, ET potrebbe sorgere proprio a Sos Enattos, un sito ideale per via delle sue caratteristiche geologiche. Il substrato roccioso di granito e la bassissima sismicità della zona garantiscono condizioni ottimali per ridurre i disturbi ambientali e permettere osservazioni di precisione. Inoltre, la posizione geografica favorirebbe l’integrazione del telescopio con altri osservatori nel mondo, creando una rete globale per lo studio delle onde gravitazionali.

La struttura, che potrebbe estendersi per decine di chilometri sotto terra, prevede la costruzione di tunnel a forma di triangolo equilatero. Al loro interno saranno collocati potenti laser e specchi sospesi in camere a vuoto, progettati per rilevare minuscole deformazioni dello spazio-tempo causate dal passaggio di onde gravitazionali.
La scelta dell’Italia, e nello specifico della Sardegna, porterebbe importanti ricadute economiche e scientifiche. Oltre a posizionare il Paese al centro delle future scoperte nell’ambito dell’astrofisica, il progetto stimolerebbe lo sviluppo di tecnologie innovative e la crescita di competenze in settori strategici.
La decisione definitiva sarà presa nel 2026, ma i preparativi in Sardegna procedono a pieno ritmo, dimostrando un forte impegno per questa sfida internazionale.