L‘allunaggio del 23 agosto 2023 della missione indiana Chandrayaan-3 ha segnato un momento storico per il Paese e per la comunità scientifica indiana. La missione è stata un trionfo per l’India, specialmente dopo il fallimento della missione Chandrayaan-2 nel 2019.
Con questa missione, dal budget di circa 75 milioni di dollari, l’India è diventata il quarto Paese a effettuare un atterraggio lunare di successo, dopo Stati Uniti, Unione Sovietica e Cina. Inoltre, è stata la prima Nazione nella storia a effettuare un allunaggio vicino al Polo Sud lunare.
Dopo aver fornito importanti informazioni riguardo il mantello lunare, la missione Chandrayaan-3 ha portato a un’altra interessante scoperta. Sembra che il lander Vikram (con all’interno il rover Pragyan) sia infatti allunato nel cratere lunare più antico mai analizzato. Secondo gli scienziati, tra cui due team del Physical Research Laboratory e di ISRO, il cratere si sarebbe formato durante il periodo Nettariano. Si tratta di un’Era geologica lunare che va da 3.9 a 3.85 miliardi d’anni fa. Proprio in questo periodo si sarebbe originato il bacino Nectaris in seguito a impatto meteoritico.
Chandrayaan-3: l’allunaggio più antico del…la Luna!
Secondo il professor S Vijayan, del Planetary Sciences Division (Physical Research Laboratory), il piccolo rover Pragyan avrebbe fotografato materiali emessi da quello che potrebbe essere il più antico cratere lunare mai analizzato.
Un cratere si forma a partire da un impatto meteorico e il materiale spostato dall’impatto viene chiamato ejecta. Ora, le immagini ottenute dalla missione Chandrayaan-3 hanno evidenziato come una metà del cratere di allunaggio sia stato sepolto sotto il materiale espulso dal bacino Polo Sud-Aitken, il bacino da impatto più grande e conosciuto sulla Luna. Un bacino da impatto è un cratere grande e complesso con un diametro superiore a 300 km, mentre un cratere misura meno di 300 km di diametro.
“La formazione di ejecta è simile a quando si lancia una palla sulla sabbia e una parte di essa viene spostata o lanciata verso l’esterno in un piccolo mucchio…quando si forma un bacino d’impatto, il materiale superficiale verrà espulso. Più il diametro del bacino d’impatto è grande, più verranno scavati materiali provenienti da profondità maggiori”
Il professor Vijayan ha continuato affermando che la missione Chandrayaan-3 è innanzitutto allunata all’interno di un cratere semicircolare di circa 160 km di diametro. In secondo luogo, che questo cratere non è formato da ejecta provenienti dallo stesso impatto.
O meglio, come detto prima, solo per metà. Infatti, dalle immagini di Pragyan risulta evidente come il materiale espulso sia il risultato di una “mescolanza” di ejecta. Materiali, questi, provenienti da almeno un altro cratere d’impatto poco distante.
Il sito di allunaggio, battezzato Shiv Shakti Point il 26 agosto 2023, è dunque evidentemente costituito di materiale proveniente da diverse regioni della Luna e in periodi geologici differenti. Altri crateri analizzati del periodo Nettariano, infatti, presentavano caratteristiche di degradazione e modifiche consistenti. Ciò farebbe dunque non solo pensare che il cratere sia il più antico, ma che da esso si possa partire per comprendere meglio le modifiche subite dalla Luna durante le proprie Ere geologiche.
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