Durante il programma Apollo, per prepararsi alla discesa sulla Luna di Apollo 11, la NASA organizzò diverse missioni preliminari, per testare il docking fra modulo di servizio e lander, per provare le attività extraveicolari, e tanto altro. Una di queste missioni fu la Apollo 8, la prima ad aver raggiunto l’orbita lunare.
I tre astronauti a bordo, Frank F. Borman II, James A. Lovell Jr. e William A. Anders furono i primi tre uomini ad abbandonare la sfera di gravitazione terrestre, i primi tre a raggiungere l’orbita lunare e i primi tre esseri umani a vedere da vicino un altro corpo celeste. Oggi, 8 giugno, è stata data notizia che William Anders è mancato. James A. Lovell rimane ora l’unico dei tre astronauti di Apollo 8 ancora in vita.
William Anders morto in un incidente aereo, quando il mezzo che stava pilotando lui stesso è precipitato vicino alle isole di San Juan, nello stato di Washington. L’aereo, un Beech A45 è affondato in mare, con a bordo solamente l’astronauta. Aveva 90 anni.
L’alba della Terra di William Anders
A bordo della missione Apollo 8, William Anders fu l’astronauta che scattò una delle foto più importanti di tutto il programma Apollo, e lo fece proprio durante la prima missione lunare. L’immagine “Earthrise” è diventata anche una delle fotografie più iconiche mai scattate dallo spazio.
Fu scattata il 24 dicembre 1968 e mostra la Terra sorgere all’orizzonte lunare. Anders ha regalato al mondo un’immagine che ha cambiato la percezione dell’umanità sul proprio posto nell’universo. La vista della fragile e bellissima Terra sospesa nel vuoto dello spazio, con il suolo lunare in primo piano, ha avuto un impatto profondo sulla coscienza globale degli anni ’60 e ’70.
Earthrise ha alimentando movimenti ambientalisti e influenzando il pensiero filosofico e scientifico del tempo. Questa foto rimane un simbolo potente del legame tra la Terra e lo spazio, e della capacità umana di esplorazione e scoperta, e sopravviverà non solo a William Anders, ma anche a tutti noi.
Apollo 8
La missione Apollo 8, lanciata il 21 dicembre 1968, ha rappresentato un significativo avanzamento tecnologico e ingegneristico nell’esplorazione spaziale. Per la prima volta il Saturn V ha dimostrato di poter lanciare degli esseri umani oltre l’orbita terrestre in sicurezza prima di tutto. Inoltre, sono stati validati i sistemi di controllo ambientale, navigazione e propulsione nello spazio profondo del Modulo di Comando e Servizio (CSM).
L’Apollo Guidance Computer (AGC) ha gestito le traiettorie di volo e le operazioni di navigazione, utilizzando il sistema di guida inerziale per tracciare con precisione l’orientamento del mezzo e il sistema Unified S-Band (USB) ha combinato telemetria, comando remoto, comunicazione vocale e trasmissione video, garantendo le comunicazioni con la Terra. Tutto questo non era mai stato fatto.
Per la prima volta inoltre, è stato effettuato un rientro in atmosfera tornando dalla Luna, mentre a bordo della capsula c’erano astronauti. Questo dimostrò l’affidabilità dello scudo termico della capsula Apollo. Tutte queste operazioni eseguite per la prima volta, hanno fatto della missione Apollo 8 forse una delle più rischiose e ambiziose del programma Apollo, superata probabilmente solo da Apollo 11.