• AstroSpace.it
  • Collabora
  • La redazione
  • Astrospace Shop
  • ADV
Nessun risultato
Guarda tutti i risultati
AstroSpace
  • Home
  • Agenzie Spaziali
    • NASA
    • Cina
    • ESA
    • ASI
  • Esplorazione spaziale
    • Speciale Artemis 1
    • ISS
    • Luna
    • Sistema solare
    • Scienza
      • Astronomia e astrofisica
      • Fisica
  • Space economy
    • SpaceX
    • Boeing
    • Blue Origin
    • Nuove imprese
    • Rocket Lab
    • Satelliti
  • Spazio Italiano
  • Le grandi firme dello spazio
    • Paolo Ferri
ORBIT
Shop
  • Home
  • Agenzie Spaziali
    • NASA
    • Cina
    • ESA
    • ASI
  • Esplorazione spaziale
    • Speciale Artemis 1
    • ISS
    • Luna
    • Sistema solare
    • Scienza
      • Astronomia e astrofisica
      • Fisica
  • Space economy
    • SpaceX
    • Boeing
    • Blue Origin
    • Nuove imprese
    • Rocket Lab
    • Satelliti
  • Spazio Italiano
  • Le grandi firme dello spazio
    • Paolo Ferri
Nessun risultato
Guarda tutti i risultati
AstroSpace
Nessun risultato
Guarda tutti i risultati

WASP-107 b è un esopianeta “gonfio”. Il James Webb ha scoperto perché

Mariasole Maglione di Mariasole Maglione
Maggio 21, 2024
in Agenzie Spaziali, Astronomia e astrofisica, ESA, NASA, News, Scienza
Rappresentazione artistica che mostra come potrebbe apparire l'esopianeta WASP-107 b sulla base dei dati raccolti dal James Webb Space Telescope insieme alle precedenti osservazioni di Hubble e di altri telescopi spaziali e terrestri. Credits: NASA, ESA, CSA, R. Crawford (STScI)

Rappresentazione artistica che mostra come potrebbe apparire l'esopianeta WASP-107 b sulla base dei dati raccolti dal James Webb Space Telescope insieme alle precedenti osservazioni di Hubble e di altri telescopi spaziali e terrestri. Credits: NASA, ESA, CSA, R. Crawford (STScI)

Condividi su FacebookTweet

Si chiama WASP-107 b, orbita attorno alla sua stella a una distanza di poco più di 8 milioni di km in meno di 6 giorni, dista circa 200 anni luce dalla Terra ed è un esopianeta molto particolare: sia osservazioni passate di telescopi terrestri e spaziali, come l’Hubble, sia recenti dati del James Webb, hanno mostrato che WASP-107 b è un pianeta “gonfio”.

Infatti, con più di tre quarti il volume di Giove, ma meno di un decimo della massa, questo mondo è classificato come un Nettuno caldo ma è uno dei pianeti meno densi che conosciamo. In base al suo raggio, massa ed età, gli scienziati pensavano che WASP-107 b avesse un nucleo roccioso molto piccolo, circondato da un’enorme massa di idrogeno ed elio. Ma come può un nucleo così piccolo raccogliere così tanto gas, per poi fermarsi e non raggiungere un volume pari a quello di Giove?

I recenti dati raccolti dagli strumenti di Webb, combinati con le misurazioni precedenti, hanno ora fornito la risposta: c’è (sorprendentemente) poco metano nell’atmosfera di WASP-107 b. Questa caratteristica, unita alle altre abbondanze chimiche nella sua atmosfera, indica che l’interno del pianeta deve essere significativamente più caldo e il nucleo molto più massiccio di quanto stimato in precedenza.

La spettroscopia di trasmissione

WASP-107 b è un obiettivo perfetto per il James Webb. Il suo raggio, l’atmosfera estesa e le sue caratteristiche orbitali lo rendono ideale per la spettroscopia di trasmissione, un metodo utilizzato per identificare i vari gas nell’atmosfera di un esopianeta in base al modo in cui influenzano la luce stellare. Ovvero, per ottenere informazioni dirette sulla chimica del pianeta.

Combinando le osservazioni della NIRCam (Near InfraRed Camera) e del MIRI (Mid InfraRed Instrument) di Webb con quelle della WFC3 (Wide Field Camera 3) di Hubble, il team di ricerca che si è occupato dello studio è stato in grado di costruire un ampio spettro di luce da 0.8 a 12.2 micron assorbita dall’atmosfera di WASP-107 b. Utilizzando il NIRSpec (Near InfraRed Spectrograph), invece, gli scienziati hanno costruito uno spettro indipendente che copre da 2.7 a 5.2 micron.

Confrontando la luminosità della luce filtrata attraverso l’atmosfera del pianeta (luce trasmessa) con la luce stellare non filtrata, è possibile calcolare la quantità di ciascuna lunghezza d’onda che viene bloccata dall’atmosfera. Poiché ogni molecola assorbe una combinazione unica di lunghezze d’onda, lo spettro di trasmissione può essere utilizzato per stimare l’abbondanza di vari gas.

Spettro di trasmissione di WASP-107 b ottenuto dagli strumenti di Hubble e James Webb, che mostra la quantità di diverse lunghezze d'onda della luce stellare bloccate dall'atmosfera del pianeta. Credits: NASA, ESA, CSA, R. Crawford (STScI)
Spettro di trasmissione di WASP-107 b ottenuto dagli strumenti di Hubble e James Webb, che mostra la quantità di diverse lunghezze d’onda della luce stellare bloccate dall’atmosfera del pianeta. Credits: NASA, ESA, CSA, R. Crawford (STScI)

La precisione dei dati ha quindi consentito non solo di rilevare, ma anche di misurare effettivamente l’abbondanza di numerose molecole nell’atmosfera di WASP-107 b, tra cui vapore acqueo, metano, anidride carbonica, monossido di carbonio, biossido di zolfo e ammoniaca. Entrambi gli spettri mostrano una sorprendente mancanza di metano nell’atmosfera di questo mondo: un millesimo della quantità prevista, in base alla temperatura presunta.

Un cuore caldo

L’analisi spettroscopica di WASP-107 b ha permesso agli scienziati di imporre un vincolo sia sulla forza di miscelazione verticale, ovvero su quanto il gas caldo proveniente dalle profondità del pianeta si mescoli con gli strati freddi più in alto, sia sulla temperatura interna, maggiore di 345 Kelvin. Una temperatura molto più elevata di quanto gli scienziati pensassero in precedenza.

Una probabile fonte di energia interna extra per WASP-107 b, che è sì molto vicino alla sua stella ma non abbastanza perché sia la sua vicinanza a giustificarne la temperatura, è il riscaldamento mareale causato dalla sua orbita leggermente ellittica. La distanza tra la stella e il pianeta, infatti, cambia continuamente durante l’orbita di 5.7 giorni, perciò anche l’attrazione gravitazionale cambia, “tirando” il pianeta e riscaldandolo.

I ricercatori avevano precedentemente proposto che il riscaldamento delle maree potesse essere la causa del gonfiore di WASP-107 b, ma fino a quando non furono ottenuti i risultati di Webb, non c’erano delle prove a confermarlo.

E un nucleo massiccio

Una volta stabilito che il pianeta ha abbastanza calore interno da causare una forte agitazione e mescolamento dei gas nell’atmosfera, a partire dagli spettri i ricercatori hanno anche trovato un nuovo modo per stimare la dimensione del nucleo. Daniel Thorngren della Johns Hopkins University (JHU) ha spiegato:

Se sappiamo quanta energia c’è nel pianeta, e sappiamo quanta parte del pianeta è costituita da elementi più pesanti come carbonio, azoto, ossigeno e zolfo, rispetto a quanta è idrogeno ed elio, possiamo calcolare quanta massa deve esserci nel nucleo.

Hanno così scoperto che il nucleo è almeno due volte più massiccio di quanto stimato precedentemente. Un risultato che in realtà è molto più giustificabile rispetto alle ipotesi precedenti. Infatti, suggerisce che pianeti come WASP-107 b non si formino in qualche strano modo a partire da un nucleo piccolissimo che attrae a sé un enorme involucro gassoso.

Si tratta invece di una formazione molto più simile a quella di Nettuno, con un nucleo solido sufficientemente grande da trattenere attorno a sé diversi strati gassosi, che si sono progressivamente contratti mentre il pianeta si raffreddava nel corso del tempo, fino a divenire come appare. I risultati potrebbero ugualmente spiegare il “rigonfiamento” di decine di esopianeti a bassa densità finora scoperti.

I due studi riguardanti WASP-107 b sono:

  • A high internal heat flux and large core in a warm neptune exoplanet, Welbanks et al. 2024
  • A warm Neptune’s methane reveals core mass and vigorous atmospheric mixing, Sing et al. 2024

© 2024 Astrospace.it Tutti i diritti riservati. Questo articolo può essere riprodotto o distribuito integralmente solo con l’autorizzazione scritta di Astrospace.it o parzialmente con l’obbligo di citare la fonte.
Tags: esopianetaJames WebbJames Webb Space Telescopepianeta extrasolare

Potrebbe interessarti anche questo:

Immagini infrarosse di Titano ottenute con il James Webb nel luglio 2023. A sinistra, un'immagine a colori rappresentativa. Credits: NASA, ESA, CSA, STScI, Keck Observatory

Il James Webb e il telescopio Keck II hanno osservato l’evoluzione delle nubi di Titano

Maggio 15, 2025
Osservazioni delle aurore di Giove con il James Webb, scattate a una lunghezza d'onda di 3.36 micron con la NIRCam il 25 dicembre 2023. Credits: NASA, ESA, CSA, Jonathan Nichols (University of Leicester), Mahdi Zamani (ESA/Webb)

Rivelati nuovi dettagli sulle aurore di Giove, grazie al James Webb

Maggio 13, 2025
Immagine di Zhúlóng, la galassia a spirale più lontana scoperta fino a oggi. Ha bracci a spirale notevolmente ben definiti, un vecchio rigonfiamento centrale e un grande disco di formazione stellare, simile alla struttura della Via Lattea. Credits: NOIRLab/NSF/AURA/NASA/CSA/ESA/M. Xiao (Università di Ginevra)/G. Brammer (Istituto Niels Bohr)/D. de Martin & M. Zamani (NSF NOIRLab)

Scoperta Zhúlóng, la galassia a spirale più distante mai osservata

Aprile 17, 2025
Rappresentazione artistica dell'insolita orbita perpendicolare dell'esopianeta 2M1510 (AB) b attorno alle sue stelle ospiti, una coppia di nane brune. Credits: ESO/L. Calçada

Trovato il primo pianeta su un’orbita perpendicolare attorno a una coppia di stelle

Aprile 16, 2025
Rappresentazione artistica di un anello di gas caldo lasciato attorno a una stella da un evento di "ingestione" planetaria intorno alla stella. Credits: NASA, ESA, CSA, Ralf Crawford (STScI)

Il James Webb ha osservato le conseguenze della distruzione di un pianeta da parte della sua stella

Aprile 11, 2025
L'osservazione del James Webb dell'asteroide 2024 YR4 utilizzando sia la NIRCam e MIRI. I dati di NIRCam mostrano la luce riflessa, mentre le osservazioni MIRI mostrano la luce termica. Credits: NASA, ESA, CSA, STScI, A Rivkin (JHU APL)

Il James Webb ha osservato l’asteroide 2024 YR4: è di classe Tunguska

Aprile 4, 2025
Attualmente in riproduzione

Abbiamo visto da vicino HALO: il primo modulo del Lunar Gateway

Abbiamo visto da vicino HALO: il primo modulo del Lunar Gateway

00:18:34

Yuri Gagarin, il semi Dio che ha sfidato lo spazio – La vera storia di Vostok 1

00:11:41

La storia completa del lander che ha portato l'ITALIA sulla Luna

00:22:58

SpaceX può arrivare su Marte nel 2026? Aggiornamenti da Starship e Starbase

00:11:08

Euclid inizia la creazione del più grande Atlante cosmico della storia - Le nuove immagini spiegate

00:11:18

Diretta allunaggio Blue Ghost e LuGRE

03:00:24

Diretta ottavo volo di test di Starship - Lancio rinviato!

02:21:37

Il 2025 di Starship. Cosa aspettarci fra lanci, test e progressi a Starbase

00:14:32

BE-4 o Raptor? Ecco come funzionano i due motori di Blue Origin e SpaceX

00:15:12

La storia di Europa Clipper: alla ricerca di vita aliena intorno a Giove

00:21:59

I sette telescopi spaziali e terrestri più attesi nei prossimi dieci anni

00:20:14

Com'è andato il settimo volo (ed esplosione) di Starship? Un'analisi preliminare

00:08:43

Verso la Luna, e oltre - I progressi di Starship

00:10:37

La nuova analisi ambientale di Starbase e il settimo volo di Starship

00:08:56

La storia del Dream Chaser, il nuovo spazioplano americano pronto al lancio

00:20:05

Speciale elezioni americane - Questa settimana nello spazio 39

01:37:52

La storia di Ariane 6, il nuovo razzo pesante europeo. Sarà l'ultimo?

00:21:44

Polaris Dawn: la storia della più incredibile missione spaziale privata di sempre.

00:17:51

Sesto lancio di test Starship - Diretta

04:33:33

Che fine hanno fatto i lanciatori europei? Analisi di una crisi in corso

00:17:14

Come è andato il quarto volo di Starship? Una dettagliata analisi.

00:11:34

La storia di Starliner: l'ultima capsula spaziale che costruirà Boeing?

00:23:54

La Cina può veramente portare un astronauta sulla Luna prima del programma Artemis?

00:13:00

Come funziona un razzo a propulsione termica nucleare?

00:19:16

Manned Venus Flyby: la storia di quella volta che la NASA voleva mandare tre astronauti su Venere

00:15:21

Il terzo volo di test di Starship (IFT-3) è stato un successo o un (parziale) fallimento?

00:12:12

Perché si costruiscono ancora stazioni spaziali?

00:13:52

La missione IM-1 di Nova-C Odysseus è stata un successo o un fallimento?

00:10:11

Quanto costa il turismo spaziale? Confronto fra mezzi, orbite e opportunità

00:17:16

Cosa sono e a cosa servono gli Accordi Artemis?

00:15:40

Perché è ancora così difficile atterrare sulla Luna?

00:23:27

Starship: successo o fallimento?

00:19:30

Speciale Artemis 1 - Ecco la prima missione del nuovo Programma di esplorazione lunare Artemis

00:30:05

DART e LICIACube: la prima missione di difesa planetaria. Cosa succederà prima e dopo lo schianto?

00:39:10

La prima foto del "nostro" buco nero Sgr A*

01:07:58

La guida completa alla scelta di un telescopio - Live speciale

01:24:54

I cancelli del cielo - Geopolitica ed economia dello spazio

01:03:56

Com'è andato il quinto volo di Starship?

00:09:21

Il test del Raptor nello spazio, l'ultimo prima di portare la Starship in orbita

00:09:40

Dopo HALO e il Lunar Gateway: il futuro lunare spiegato da chi ci lavora

00:17:39

I più letti

  • Ship 35 starship

    La FAA rilascia a SpaceX i permessi per il nono volo di Starship, ma con riserva

    0 condivisioni
    Condividi 0 Tweet 0
  • SpaceX propone Starlink come alternativa al GPS

    0 condivisioni
    Condividi 0 Tweet 0
  • Iniziata una pausa delle comunicazioni con le sonde Voyager. Durerà fino a febbraio 2026

    0 condivisioni
    Condividi 0 Tweet 0
  • La crosta di Venere potrebbe essere più sottile del previsto

    0 condivisioni
    Condividi 0 Tweet 0

Segui AstroSpace.it anche in:

Telegram LinkedIn Twitter Youtube

Eventi in programma

Mar 15
Marzo 15 @ 6:00 pm - Giugno 2 @ 8:00 pm

Mostra INAF Macchine del tempo

Mag 20
Maggio 20 @ 10:00 am - Maggio 22 @ 4:00 pm

Space Meetings Veneto 2025

Vedi Calendario

Gli ultimi approfondimenti

35 anni dal lancio di Hubble, che si avvicina alla fine della sua missione

Aprile 24, 2025
Eclissi parziale di Sole. Credits: Reuters

È in arrivo un’eclissi parziale di Sole, visibile anche dall’Italia. Ecco quando e come osservarla

Marzo 28, 2025

Present and future of space debris management. Interview with Tim Flohrer, head of the ESA Space Debris Office

Marzo 26, 2025


News e approfondimenti di Astronautica e Aerospazio. Astrospace.it è pubblicato da Astrospace Srl.

info@astrospace.it 
www.astrospace.it

P.IVA: 04589880162

  • Astrospace ADV
  • AstroSpace.it
  • Collabora
  • La redazione
  • Feed RSS
  • Newsletter
  • Shop
Privacy Policy Cookie Policy

Abbonati

Entra in Astrospace Orbit per leggere gli articoli Premium di AstroSpace

ISCRIVITI ORA

©2023 Astrospace

Nessun risultato
Guarda tutti i risultati
  • Home
  • Agenzie Spaziali
    • NASA
    • Cina
    • ESA
    • ASI
  • Esplorazione spaziale
    • Speciale Artemis 1
    • ISS
    • Luna
    • Sistema solare
    • Scienza
      • Astronomia e astrofisica
      • Fisica
  • Space economy
    • SpaceX
    • Boeing
    • Blue Origin
    • Nuove imprese
    • Rocket Lab
    • Satelliti
  • Spazio Italiano
  • Le grandi firme dello spazio
    • Paolo Ferri
Orbit
Shop

© 2024 Astrospace.it Info@astrospace.it - News e approfondimenti di astronautica e aerospazio. Astrospace.it è pubblicato da Astrospace srl P.IVA: 04589880162