Giunti all’epoca dei telescopi spaziali, delle sonde interplanetarie e dell’astronomia delle onde gravitazionali, ci accingiamo a leggere su questa carta avorio gli eventi ben poco mirabili – ma tutto sommato abbastanza tremendi – che avvennero nell’osservatorio di cui è bene e pio che si taccia il nome, in quella notte di un luglio qualsiasi del XXI secolo, mentre l’uomo progettava il suo ritorno sulla Luna…
Con queste parole, il prologo di “La luce delle stelle” fa entrare il lettore dritto nel racconto (di fantasia) di un delitto avvenuto all’interno di un osservatorio astronomico. L’autrice è Licia Troisi, la regina del fantasy italiano, astrofisica e divulgatrice, che per la prima volta si cimenta nel genere giallo, in un romanzo con atmosfere alla “Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie. L’editore è Marsilio.
La storia comincia con il protagonista, Gabriele, un giovane astrofisico ricercatore dalle molte insicurezze, la cui voce narrante, seppur in terza persona, accompagna il lettore nel corso di tutte le vicende. Lavora in un osservatorio astronomico di cui non conosciamo nome né posizione geografica, sappiamo solo che si trova in un luogo desertico e si percepisce sia liberamente ispirato a siti esistenti, come il Very Large Telescope in Cile.
Una sera, in questo osservatorio si verifica un blackout a causa di una manomissione dell’impianto elettrico. Cercando di capire come ciò possa essere accaduto, Gabriele e colleghi scoprono con sconcerto il corpo di un ricercatore, vittima di quello che potrebbe essere a tutti gli effetti un omicidio. E da lì cominciano, in solitaria e isolati dal mondo esterno, a indagare per scoprire il colpevole.
La trama è semplice, la lettura scorrevole e veloce, la durata molto breve. Per chi è abituato a leggere gialli e thriller con trame e sottotrame ricche e dense di colpi di scena, potrebbe risultare banale. L’elemento caratteristico di “La luce delle stelle” non è infatti l’intreccio delle vicende di per sé, è l’ambientazione. Licia Troisi è riuscita a fare divulgazione anche dentro un giallo, raccontando il lavoro del ricercatore, la pressione delle pubblicazioni e delle revisioni, descrivendo l’ambiente dell’osservatorio, spiegando cosa significa isolarsi dal mondo e usare dei giganteschi telescopi per fare scienza. C’è un po’ di lei ma anche di molti altri scienziati nelle parole di Gabriele, nel suo amore per le stelle, nel suo chiedersi se farà mai delle vere scoperte, nella sua sete di risposte.
Con questo libro, oltre a intrattenere il lettore che si sente invogliato ad arrivare alla fine per aver conferma dei suoi sospetti sul colpevole, l’autrice rompe alcuni pregiudizi sul mondo della ricerca, ne conferma altri, e sensibilizza il grande pubblico riguardo il lavoro dell’astrofisico. L’osservatorio astronomico diviene non solo teatro delle vicende, ma culla dei messaggi che Licia Troisi offre fra le righe a chi sa coglierli.
Forse “La Luce delle stelle” non soddisferà i lettori di gialli pieni di mistero e suspance, ma chi segue Licia Troisi per la divulgazione potrebbe restarne piacevolmente stupito.
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