Il Programma Apollo è sicuramente l’avventura di esplorazione spaziale più raccontata e con più dettagli e storie a disposizione. Lo è perché ha coinvolto centinaia di migliaia di persone negli Stati Uniti, ma anche perché rimarrà per sempre lo sforzo più impegnativo e più azzardato mai tentato nello spazio dall’Umanità.
I protagonisti del programma Apollo non sono stati solo gli astronauti che effettivamente hanno raggiunto la Luna, ma sicuramente il loro racconto di quell’avventura è il più personale, il più dettagliato e spesso ricco di dettagli. Quest’ultimo caso è quello di Carrying The Fire, l’autobiografia dell’astronauta Michael Collins, edito da Cartabianca.
Per realizzare questo volume italiano, pubblicato nel nostro Paese solamente questo autunno, Cartabianca ha intrapresa un’avventura non banale, una storia nella storia che ci fa capire subito l’importanza di questo libro. Come raccontato dalla casa editrice, le eredi di Collins desiderano che quanto scritto dal proprio padre sia reso con la massima fedeltà, attenendosi scrupolosamente a quanto pubblicato sulle edizioni statunitensi originali, proprio perché il libro, scritto interamente dall’astronauta senza coautori, presenta un linguaggio molto personale, oltre che una quantità di storie e dettagli tecnici mai visti in nessun’altra biografia di astronauti.
Cartabianca ha quindi costruito una vera e propria squadra di traduttori, capitanata da Paolo Attivissimo, giornalista, traduttore, divulgatore e fra i massimi esperti del Programma Apollo in Italia. Il risultato è questo splendido volume, la migliore biografia di un astronauta Apollo che personalmente abbia mai letto.
L’uomo più solo dell’Universo?
Michael Collins è stato nel 1969 il pilota del modulo di comando della missione Apollo 11, quella con cui Neil Armstrong e Buz Aldrin sono scesi per la prima volta sulla superficie della Luna. Essere pilota del modulo di comando durante Apollo voleva dire rimanere in orbita lunare mentre i propri due compagni scendevano sulla superficie. Questo comportava che durante il passaggio dietro alla Luna, nemmeno le comunicazioni radio con la Terra potevano essere mantenute. Solitudine e silenzio.
Solo a pensarci fa paura, ma Michael Collins dedica poco spazio nella sua biografia a questo primato, e quando lo fa nega di averne sofferto come ci si poteva aspettare. Ci tenevo a raccontare questa sua piccola caratteristica perché rende bene l’idea dell’uomo invece che dell’astronauta. Una mente pragmatica, professionale e oggettiva ma anche il giusto ironica e autoironica.
Carrying the fire è, come già accennato, una delle biografie di un astronauta Apollo più tecniche e ricche di dettaglio, ma allo stesso tempo è anche quella che racconta di più della persona che scrive. Non aneddoti personali e vita familiare, di cui gli astronauti sono (anche giustamente) sempre riservati. Nel modo in cui spiega, come descrive i suoi colleghi e anche i lutti.
Pietro Bianucci, scrittore e giornalista scientifico, ha curato una splendida postfazione per questa edizione italiana, che sul retro riporta anche una sua citazione: “L’autobiografia di Collins è misurata, elegante, senza tracce di retorica, sottilmente poetica”.
Una edizione preziosa
Michael Collins scrisse questa autobiografia nel 1973, e credo che un po’ si noti. Ed è un fatto positivo. I ricordi sono ancora vividi, i dettagli molti e il racconto è ancora quello di un giovane uomo, che ha appena concluso la più grande avventura della sua vita.
Sono presenti tre introduzioni. Quella originale alla prima edizione del 1973, quella dell’edizione americana nel 2009 e quella dell’edizione americana del 2019. Michael Collins è mancato nel 2021, all’età di 91 anni. Sono tutte e tre introduzioni importanti, con un punto di vista non banale dell’astronauta, anche dopo cinquant’anni dalla sua impresa.
Insieme a questo libro, è stato reso disponibile anche un sito web italiano contenente molte delle fotografie relative alle missioni di Collins e alla sua vita. Si raggiunge all’indirizzo carryingthefire.it.
Cartabianca ha finora pubblicato in italiano tre biografie di astronauti Apollo. Quella di Eugene Cernan (L’ultimo uomo sulla Luna) quella di John Young (Forever Young) e quella di Michael Collins (Carrying the Fire). Sono tre libri spettacolari, stampati bene, con un bel formato. Dei tre, per ora, il migliore è proprio questo. Un acquisto obbligato per ogni appassionato di esplorazione spaziale.
Nonostante la quantità di dettagli e di aneddoti tecnici, la lettura di questo libro rimane però sempre molto scorrevole. Il merito è dello stile poco formale di Collins, della narrazione condita di storie e anche battute, ma credo anche un po’ dell’ottima traduzione.
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