Il 20 ottobre 2020, dopo una permanenza di quattro anni nello spazio, la sonda OSIRIS-REx della NASA scendeva sull’asteroide Bennu per prelevare del materiale dalla sua superficie. Grazie a un braccio robotico apposito, ha raccolto quasi il triplo del materiale inizialmente previsto, durante un’operazione eseguita a 330 milioni di km dalla Terra.
I campioni, restituiti dalla capsula di OSIRIS-REx il 24 settembre 2023, sono ora oggetto di analisi presso il Johnson Space Center della NASA a Houston, in Texas.
La raccolta dei campioni di Bennu
Per il prelevamento di materiale di Bennu è stato utilizzato il braccio TAGSAM (acronimo di Touch-And-Go Sample Acquisition Mechanism), un sofisticato strumento progettato specificamente per raccogliere campioni dalla superficie dell’asteroide.
Il 20 ottobre 2020, OSIRIS-REx si è avvicinata a Bennu e ha eseguito una difficile manovra chiamata Touch-And-Go (TAG), durante la quale è scesa lentamente verso la superficie asteroidale. Il braccio TAGSAM, estendendosi verso il basso, ha fatto contatto con il suolo roccioso.
TAGSAM era dotato di un sistema di aspirazione che ha sparso una serie di gas ad alta pressione sulla superficie di Bennu, per agitare e sollevare i detriti, polveri e piccoli frammenti. Questi detriti sono stati quindi intrappolati da un’apposita camera di campionamento.
Di seguito, un’animazione ottenuta da scatti della telecamera SamCam di OSIRIS-REx il 22 ottobre 2020, che mostra la testa del campionatore piena di rocce e polvere raccolte dalla superficie di Bennu. Credits: NASA
Una volta raccolti i campioni, OSIRIS-REx è risalito in sicurezza verso l’orbita attorno a Bennu. La missione ha raggiunto un totale di circa 2 chilogrammi di materiale.
A che punto siamo con l’analisi?
L’11 ottobre 2023, la NASA ha tenuto una conferenza stampa per presentare i campioni Bennu. Non è ancora stato aperto il TAGSAM, perché il team si è concentrato sul materiale extra composto da polvere e particelle millimetriche che è rimasto intrappolato all’esterno della testa del collettore, del coperchio del contenitore e della base.
Le prime analisi indicano un alto contenuto di carbonio e acqua, elementi fondamentali per la vita come la conosciamo. Questo materiale asteroidale sarebbe anche il più ricco di carbonio mai analizzato presso il Johnson Space Center.
Gli scienziati hanno già iniziato a eseguire diversi tipi di analisi, tra cui microscopia elettronica a scansione, spettroscopia infrarossa, diffrazione dei raggi X e analisi chimiche. Le immagini a raggi X in tomografia computerizzata hanno creato un modello 3D di una delle particelle, evidenziando la presenza abbondante di carbonio e acqua. Altri campioni includono materiale idrato, zolfo e ossido di ferro, importanti per la ricerca astrobiologica.
Le analisi di laboratorio continueranno nei prossimi 6 mesi per catalogare tutte le tipologie di campioni, promettendo di rivelare informazioni cruciali sul Sistema Solare e sull’origine della vita.