Il secondo carico di satelliti della costellazione Proliferated Warfighter Space Architecture (PWSA) è arrivato in orbita con successo. Il lancio è avvenuto dalla base militare di Vandenberg, in California, alle 16:26 italiane del 2 settembre. A bordo del Falcon 9 c’erano 13 satelliti, realizzati da diverse aziende, per conto della Space Development Agency (SDA), un’agenzia che fa capo alla Space Force americana.
Si tratta della seconda missione relativa alla PWSA, dopo la prima avvenuta ad aprile di quest’anno, quando sono arrivati in orbita i primi 10 satelliti della costellazione. Ora la SDA può contare su 23 elementi, con i quali potrà effettuare diversi test sia sulla gestione della costellazione che del loro funzionamento.
Transport Layer e Tracking Layer
I satelliti portati in orbita dal Falcon 9 di SpaceX non sono tutti uguali e avranno compiti diversi, sebbene facciano parte tutti della PWSA. La costellazione è suddivisa in Layer, in base al funzionamento dei diversi satelliti, e gli ultimi lanciati fanno parte del Transport Layer e del Tracking Layer.

Il primo Layer è composto da 11 satelliti: 10 costruiti da Lockheed Martin e uno da York Space Systems. Il Transport Layer inoltre, si suddivide in altri due gruppi, A e B, in base agli strumenti di bordo per le comunicazioni.
I satelliti del gruppo A sono dotati di 4 dispositivi per la comunicazione laser, mentre quelli del gruppo B hanno 2 apparati laser e antenne per le trasmissioni via Link 16. Quest’ultimo è un sistema di comunicazione della NATO utilizzato per le comunicazioni tattiche militari. Tra i 13 satelliti lanciati da SpaceX: 7 fanno parte del Transport Layer gruppo A e 4 sono del Transport Layer gruppo B.
I restanti due satelliti sono stati realizzati dalla stessa SpaceX, basandosi sul bus Starshield, una derivazione di Starlink, e facenti parte del Tracking Layer. Il compito di questi satelliti sarà quello di monitorare la Terra, tramite sensori a infrarossi ad ampio campo visivo, alla ricerca di eventuali missili balistici, soprattutto ipersonici. In caso di rilevamento, invieranno a terra i dati sfruttando le connessioni laser tra satelliti, in modo da velocizzare le comunicazioni. I link laser inoltre, evitano ai militari di dipendere da molte stazioni di terra, che potrebbero diventare un facile bersaglio.
La costellazione opererà ad una quota di circa 1000 km e questa prima Tranche 0 sarà composta da 28 satelliti, necessari per i primi test. Tra il 2024 e il 2025 sono previsti i lanci di altri 170 satelliti della Tranche 1.
Layer-Tranche | Numero Satelliti | Valore Contratto (In milioni di Dollari USD) | Prime Contractor | Bus Satellitare | Costo per satellite (in milioni di dollari USD) |
Transport 0(1) | 10 (7A-3B) | 187.5 | Lockheed Martin | Zuma di Terran Orbital | 18.75 |
Transporter 0(2) | 10 (7A-3B) | 94 | York Space | Uno fra S o LX Class | 9.4 |
Tracking 0(1) | 4 | 149 | SpaceX | Starlink, probabilmente Starshild | 37.25 |
Tracking 0 (2) | 4 | 193.5 | L3-Harris | Custom in-house | 48.4 |
Eguagliato il record di lanci del 2022
SpaceX è riuscita a completare con successo la missione numero 61 del 2023, raggiungendo in questo modo lo stesso numero di lanci effettuati lo scorso anno. L’obbiettivo del 2023 è quello di riuscire a portare a termine 100 missioni.
Attualmente sono in grado di far decollare un Falcon 9 ogni 3.9 giorni circa, grazie soprattutto alla possibilità di riutilizzare i vettori. Anche in questo caso infatti, il primo stadio era riutilizzato. Si tratta del booster con numero di serie B1063, che ha volato per la tredicesima volta, stabilendo anche un importante risultato. È il primo Falcon 9 con più di dieci lanci che completa una missione per un dipartimento militare.
Falcon 9’s first stage has landed on Landing Zone 4 pic.twitter.com/29ynnJnW4y
— SpaceX (@SpaceX) September 2, 2023
Solitamente infatti, per carichi così particolari, a SpaceX viene richiesto che il vettore sia nuovo o con pochi voli alle spalle. Tali richieste facevano aumentare i costi di lancio, mentre l’obbiettivo della SDA è anche quello di riuscire a contenere le spese. Con questa missione si conclude un primo contratto siglato tra la SDA e SpaceX, che prevedeva due lanci al costo di circa 150 milioni di dollari totali.
Il B1063, dopo aver rilasciato il secondo stadio in orbita, ha fatto ritorno sulla terraferma, atterrando sulla Landing Zone 4, una piattaforma che si trova a pochi metri dal pad di lancio.
La missione sarebbe dovuta partire un giorno prima, ma poco prima della partenza i tecnici avevano rilevato un problema a uno dei 9 motori Merlin. SpaceX è poi riuscita a risolverlo tempestivamente, evitando ulteriori ritardi.