È partita alle 11:37 del 22 agosto la centesima missione per il trasporto in orbita dei satelliti Starlink, conclusa con successo circa un’ora dopo. La missione, programmata inizialmente per il 18 agosto, ha subito diversi ritardi a causa del passaggio dell’uragano Hilary.
SpaceX continua ad ampliare la mega costellazione per fornire connessione internet in qualsiasi parte del mondo. L’operazione ha avuto inizio il 24 maggio 2019, con il lancio dei primi 60 Starlink, necessari per i primi test e che ormai non si trovano più nello spazio. Da quel giorno, l’azienda ha trasportato in orbita 4981 satelliti, apportando diverse migliorie e aggiornamenti nel corso degli anni.
L’ultimo carico, partito dalla base militare di Vandenberg, era composto da 21 Starlink V2 Mini che segnano anche l’inizio della costruzione di un nuovo guscio di satelliti.
Liftoff! pic.twitter.com/AvzApSXTnU
— SpaceX (@SpaceX) August 22, 2023
I prossimi 7500 Starlink
SpaceX ha ottenuto l’approvazione da parte della Federal Communications Commission per la gestione di 4408 Starlink in orbita, facenti parte della prima generazione. Successivamente, per la seconda generazione (la Gen2), l’azienda ha richiesto un permesso per l’utilizzo di circa 30 mila altri satelliti. La FCC ha approvato solamente in parte questo nuovo gruppo, cioè “solo” 7500 Starlink. Questi sono divisi in tre diversi gusci, ognuno caratterizzato da determinate inclinazioni e altezze dei satelliti.
Con quest’ultima missione, denominata Starlink-7.1, SpaceX ha iniziato a lanciare i primi 21 dei 2500 satelliti facenti parte proprio dell’ultimo gruppo, il settimo. Gli Starlink che SpaceX sta collocando in orbita servono a rafforzare l’infrastruttura e a migliorare le prestazioni.
Il servizio è in grado di fornire una velocità di connessione con picchi che superano i 400 Mbps e una latenza tra i 20 e i 30 millisecondi. Prestazioni di questo tipo consentono di supportare quasi ogni attività che viene svolta ogni giorno in rete dagli utenti.
Da inizio anno, SpaceX ha lanciato 1317 Starlink, per un totale di circa 537 mila kilogrammi trasportati in orbita terrestre bassa. Questo valore è circa 10 volte superiore rispetto alla massa trasportata dal secondo player più attivo in campo spaziale: l’Agenzia Spaziale Cinese.
Secondo le analisi di Jonathan McDowell, gli Starlink effettivamente operativi sono 3893. Questo perché i satelliti impiegano circa un paio di mesi prima di raggiungere l’orbita di destinazione. Inoltre, gli Starlink deorbitati sono 343, mentre altri sono in procinto di rientrare, distruggendosi completamente.
Il quarto Falcon 9 al quindicesimo volo
Anche per Starlink-7.1 SpaceX ha usato un booster che aveva già utilizzato diverse volte. Si tratta del Falcon 9 con numero di serie B1061, che ha volato la prima volta a novembre 2020, permettendo all’equipaggio di Crew-1 di raggiungere la ISS.
Il B1061 è il quarto Falcon 9 che riesce a completare con successo quindici missioni. SpaceX ha iniziato un processo di certificazione dei suoi booster per poterli utilizzare fino a 20 volte, e il B1061 potrebbe proprio essere uno dei primi a raggiungere questo nuovo traguardo.
Con Starlink-7.1 l’azienda ha concluso la missione numero 57 del 2023, mantenendo una media di un lancio ogni 4 giorni circa. Ormai mancano solamente pochi lanci per battere il record dello scorso anno, concluso con 61 missioni, e potrebbe arrivare a completarne circa 100.
Probabilmente però, potrebbe non riuscire a battere il record di Starlink lanciati nel 2022, ovvero 1722. Sebbene la cadenza dei lanci sia molto elevata, il numero di satelliti lanciati durante queste missioni si è ridotto, passando da 56 a 22. Ciò è dovuto alla massa e alle dimensioni degli Starlink V2 Mini, molto più grandi delle versioni precedenti.
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