Il 25 giugno 1967 è una data importante della Space Economy, ma anche nella storia dello spettacolo televisivo. Quel giorno va in onda in diretta mondiale Our World, il primo programma multi-satellitare internazionale trasmesso dal vivo.
Quattordici Stati partecipano alla sua realizzazione e viene trasmesso in ventiquattro Paesi. Our World costituirà quindi la pietra miliare delle trasmissioni televisive satellitari, un evento durante il quale l’esibizione più famosa è lo storico debutto del brano “All You Need is Love” dei Beatles, registrato in una performance in diretta dagli Abbey Road Studios di Londra.
Our World è un audace esperimento di comunicazione internazionale. Non è altro che un tentativo di circumnavigare il globo con la televisione. Nonostante le numerose trasmissioni via satellite negli ultimi anni, Our World è unico e importante perché è la prima collaborazione globale nella realizzazione di un programma anziché nella trasmissione di un evento.
Hugh Greene, direttore generale della BBC nel 1967.
Our World e le potenzialità del satellitare
La prima trasmissione satellitare di immagini televisive in diretta tra Stati Uniti ed Europa si deve al satellite Telstar 1 della AT&T e lanciato dalla NASA nel 1962. Il Telstar 1, però, era posizionato in orbita MEO (Medium Earth Orbit) con un perigeo di 952 km e un apogeo di 5933 km e aveva un periodo orbitale di 2 ore e 37 minuti.
Per questi motivi forniva circa venti minuti di copertura sull’Atlantico ogni due ore e mezza, per la trasmissione di un singolo segnale tra i due continenti. La copertura televisiva continuativa è divenuta possibile nel 1965 con il raggiungimento dell’orbita geosincrona del primo satellite commerciale Intelsat I, chiamato “Early bird”.
Nel 1967, in piena corsa allo spazio, le trasmissioni televisive possono considerarsi ancora prevalentemente “locali” con qualche collegamento di carattere internazionale. La sfida ambiziosa del progetto Our World consiste nella creazione del primo programma completamente internazionale trasmesso in mondovisione.
Considerando che questi satelliti formavano un anello attorno al pianeta, l’idea era quella di realizzare un programma globale, ma a causa delle tensioni politiche di quel periodo, Unione Sovietica e Polonia si ritirano dal progetto che verrà portato a termine con i quattordici Paesi restanti: Australia, Austria, Canada, Danimarca, Francia, Italia, Giappone, Messico, Spagna, Svezia, Tunisia, Regno Unito, Stati Uniti e Germania Ovest. A questi, si aggiungono altri dieci Paesi che trasmetteranno il programma, ma senza contribuire alla realizzazione di contenuti.
Our World viene presentato come un modo per riunire luoghi distanti sul pianeta, ma ha prima di tutto il preciso intento di dimostrare al mondo le enormi potenzialità della telecomunicazione satellitare. Il programma è stato ideato, sviluppato e coordinato grazie alla BBC di Londra, su organizzazione della European Broadcasting Union (EBU).
I produttori concordarono di non trasmettere nulla di taglio politico, componendo il programma con una serie di sezioni tematiche che esaminavano altri aspetti delle vicende mondiali. Ogni Paese partecipante al progetto forniva un suo contributo in termini di contenuti, e in Italia venne trasmesso dall’allora Programma Nazionale col titolo “Il nostro mondo”.
Un complesso sistema basato su quattro satelliti
Per la prima volta nella storia, si poteva fornire uno spettacolo trasmesso in diretta da più parti del mondo, ma ciò non era affatto semplice. Come mostrato nel diagramma dei collegamenti realizzati per One World, il sistema si basava su due satelliti in orbita sopra l’Oceano Atlantico:
- Intelsat I “Early Bird”, costruito dalla Hughes Aircraft Company per conto di COMSAT, membro del consorzio Intelsat. Early Bird non è solo il primo satellite commerciale a raggiungere l’orbita geosincrona, ma era anche coperto dalla prima polizza assicurativa spaziale.
- Intelsat II F-3 “Canary Bird”, lanciato nel marzo del 1967 a bordo di un lanciatore Delta E1 da Cape Canaveral e collocato in orbita geostazionaria. Canary Bird deve il suo nome alla stazione di terra a cui era associato, quella di Maspalomas, nelle Canarie.
Oltre a questi, altri due satelliti in orbita sopra l’Oceano Pacifico:
- Intelsat II F-2, conosciuto come “Lani Bird”, lanciato due mesi prima del “fratello” Canary Bird.
- ATS-1 della NASA, lanciato nel 1966. ATS-1 è stato costruito anch’esso dalla Hughes Aircraft Company e rappresenta il primo satellite geostazionario sperimentale, pensato come satellite di telecomunicazione e meteorologia.
Questi satelliti erano gestiti da una rete di linee “in entrata e in uscita” che richiedeva l’uso di un totale di 43 sale di controllo. L’hub mondiale di tutti questi collegamenti, e sala di controllo principale, era il BBC TV Centre di Londra, con una serie di altri centri di controllo deputati al routing.
Ad esempio, il CBS Switching Center di New York gestiva i contributi da Canada, Stati Uniti, Messico, Australia e Giappone mentre l’EBU di Bruxelles si occupava dei contributi di Spagna, Francia, Tunisia, Italia, Austria, Germania e Svezia. Ogni emittente aveva il proprio narratore che permetteva di superare i problemi dovuti alla lingua. Per mettere insieme tutto ciò ci sono voluti dieci mesi e diecimila tecnici, produttori e interpreti. L’audience stimata per questo evento è stata di circa 400 milioni di persone.
Alcuni dei contributi più famosi
Il 1967 è però anche l’anno della tragedia dell’Apollo 1. In febbraio, gli astronauti Grissom, White e Chaffee persero la vita nell’incendio divampato all’interno del Modulo di Comando dell’Apollo 1 mentre effettuavano un test in rampa di lancio. Ciò comportò la sospensione dei voli umani della NASA per venti mesi al fine di consentire lo svolgimento delle indagini e apportare le modifiche necessarie al veicolo.
Tuttavia, il programma Apollo procedeva spedito in direzione Luna e il collegamento dagli Stati Uniti durante la trasmissione Our World, mostrava proprio le immagini dal Kennedy Space Center, dove erano impegnati nei lavori di preparazione alle future missioni Apollo.
Dall’Australia, invece, il radiotelescopio di Parkes riceveva un segnale dalla stella più lontana conosciuta in quel momento e proprio questa parte dedicata allo spazio chiudeva la trasmissione, come a ricordare ciò che si poteva raggiungere grazie alle tecnologie spaziali, tra cui i satelliti di telecomunicazione.
Non solo tecnologia
Non solo tecnologia, ma anche sport e arte. Tra i contributi italiani, il collegamento da Tuscania, dove il regista Franco Zeffirelli stava girando Romeo e Giulietta; gli spettatori assisterono in diretta alle prove della scena del matrimonio.
Tuttavia, l’esibizione più famosa di questa trasmissione fu il debutto di “All you need is love”, suonata dai Beatles in una sessione di registrazione agli Abbey Road Studios di Londra.
Per il primo collegamento televisivo globale dal vivo, era stato chiesto ai Beatles di presentare una canzone con un messaggio che potesse essere facilmente compreso da tutti e utilizzando termini in “inglese di base”. In uno studio allestito con cartelli e stelle filanti, pieno di ospiti vestiti con abiti psichedelici (tra cui membri dei Rolling Stones e degli Who), i Beatles registrarono la canzone che diverrà un inno per la controcultura che abbracciava la filosofia del “flower power”.
Questa partecipazione viene ricordata ogni anno nel “Global Beatles Day” che ricorre, appunto, il 25 di giugno e che lega, in qualche modo, una pietra miliare della Space Economy a una band pietra miliare della musica.
Solamente due anni dopo l’evento “Our World”, un’altra diretta mondiale effettuata tramite satelliti fece rimanere mezzo mondo incollato alla Tv: il primo allunaggio della missione Apollo 11.