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| On 1 anno ago

General Atomics ha collegato un drone a guida autonoma con una rete satellitare in orbita LEO

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L’azienda americana General Atomics ha annunciato di avere testato per la prima volta il collegamento di un drone militare (UCAV), pilotato da un’intelligenza artificiale, tramite una rete satellitare in orbita bassa terrestre. General Atomics ha simulato delle manovre di combattimento con il drone MQ-20 Avenger della compagnia, in cui si sono alternati al comando dei piloti e la guida con AI.

La trasmissione dati tra l’UCAV e terra è stata possibile con un data link che utilizza una costellazione satellitare in orbita bassa terrestre, LEO. Utilizzare una rete di questo genere permette la trasmissione di dati a bassa latenza in qualunque punto del globo. Nel caso specifico dell’Avenger è stato possibile aggiornare l’AI durante il corso del volo nel giro di pochi minuti.

Precedentemente a questo volo sperimentale, General Atomics aveva recentemente testato questo tipo di collegamento satellitare con un altro drone, il MQ-9A Reaper. In quell’occasione il presidente della divisione aerenuatica di General Atomics aveva commentato così la notizia:

L’utilizzo di una rete satellitare LEO non solo consente di collegare i velivoli GA-ASI dal Polo Nord al Polo Sud per consentire le operazioni negli ambienti più ostili, ma fornisce anche una connettività resiliente che permette agli operatori di trasmettere molti più dati da e verso il velivolo.

L’orbita bassa sempre più centrale per l’aviazione USA

L’introduzione delle nuove reti satellitari in orbita bassa terrestre sta riscuotendo grande interesse da parte del pentagono e non solo. L’impiego di Starlink in Ucraina ha dimostrato che questo tipo di servizio sarà inevitabilmente una parte fondamentale sul terreno di un qualsiasi futuro conflitto.

Starlink ha reso possibile agli Ucraini di operare droni, anche commerciali, in ambiente contestato e potenzialmente ben oltre le linee nemiche, tanto da paventare un utilizzo di questi asset come armi a lungo raggio. Proprio questa ragione aveva spinto SpaceX a limitare la copertura di Starlink in certe aree del teatro di conflitto nel Donbas.

Più recentemente, sempre SpaceX ha lanciato i primi satelliti di PWSA, la nuova megacostellazione in LEO della SDA, che aggiungerà nuove capacità alla Space Force americana. Alcuni di questi satelliti hanno due terminal laser per trasmettere dati a satelliti della stessa orbita, con l’aggiunta di un’antenna per connettersi agli aerei o droni militari via Link 16, uno standard NATO per le comunicazione tattiche.

Se questi satelliti avranno successo il pentagono potrebbe avere una rete di circa 300-500 satelliti per comunicare a bassa latenza con tantissimi aeromobili in qualunque punto del globo.

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