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| On 2 anni ago

L’ultimo volo del telescopio SOFIA: termina ufficialmente la missione NASA-DLR

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Dopo otto anni di ricerca, l’osservatorio stratosferico SOFIA ha completato il suo programma scientifico e concluso le operazioni il giorno 29 settembre. Adesso si prepara per il meritato riposo, dopo aver effettuato l’ultimo volo dall’Armstrong Flight Research Center della NASA a Palmdale, in California, fino a Tucson, il 13 dicembre.

Dopo aver eseguito il regolare smaltimento delle attrezzature in eccesso, la NASA esporrà SOFIA al Pima Air&Space Museum, in Arizona, uno dei più grandi musei aerospaziali del mondo. L’aereo verrà preparato in un’apposita struttura di restauro per essere infine esposto in uno dei sei hangar presenti nel museo, alla quale si aggiungono anche 80 acri di esposizioni all’aperto. Sofia prenderà parte ad una collezione fornita già di oltre 425 velivoli provenienti da tutto il mondo. La NASA fornirà inoltre ulteriori oggetti espositivi utilizzati durante la missione SOFIA.

La decisione d’interrompere la missione è arrivata dopo la valutazione delle National Academies durante il Decadal Survery On Astronomy and Astrophysics 2020: la produttività scientifica di SOFIA non giustificava i suoi costi operativi, sempre al centro di numerosi dibattiti. Inoltre, la scienza prodotta da SOFIA non si sovrappone alle priorità scientifiche identificate dal Decadal Survey per il prossimo decennio, e può essere garantita da altre missioni.

Il progetto e le osservazioni

Lo “Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy” (SOFIA) è stato progettato per l’osservazione nell’infrarosso attraverso un telescopio riflettore da 2.5 metri posizionato all’interno di un Boeing 747SP appositamente modificato. SOFIA era un progetto nato dalla collaborazione tra la NASA e l’Agenzia Spaziale Tedesca (DLR): la parte americana gestiva il programma di ricerca scientifica, le operazioni di missione e la scienza a bordo, in collaborazione con la Universities Space Research Association in Columbia e il SOFIA Institute dell’università di Stuttgart. La manutenzione dell’aereo, il telescopio e altri supporti per le missioni erano forniti dalla parte tedesca.

Durante le osservazioni scientifiche la fusoliera dell’aereo rimaneva aperta per permettere al telescopio di osservare la luce infrarossa proveniente dalla Luna, dai pianeti, dalle stelle e dalle regioni di formazione stellare e dalle galassie vicine, dopo aver raggiunto la quota di circa 13000 metri. In questo modo le osservazioni potevano avvenire senza l’interferenza del vapore acqueo atmosferico, che nella stratosfera è ridotto di circa il 99%. Gli strumenti principali del telescopio erano 3 fotocamere che riuscivano a coprire una lunghezza d’onda da 1 a 210 μm. Per compensare le vibrazioni dell’aereo e la turbolenza che entrava dall’apertura, vi era un sistema di giroscopi, telecamere e motori a coppia magnetica, in maniera tale da rendere il più stabile possibile il telescopio.

Numerose scoperte scientifiche

Tra i principali risultati scientifici di rilievo, SOFIA ha osservato tracce di idruro di elio (HeH+) in una nebulosa a 3000 anni luce di distanza, una molecola definita come la prima che a formarsi nell’universo primordiale, ha aiutato a determinare che Cerere è ricoperto da uno strato di polvere di roccia proveniente da altri corpi celesti.

SOFIA ha anche recentemente confermato che non è presente Fosfina su Venere, oltre a dimostrare la presenza di acqua molecolare sulla superficie lunare esposta alla luce solare. Quest’ultima scoperta ha permesso di ampliare i siti di ricerca per un futuro insediamento umano dal momento che la presenza di acqua non era limitata ai soli luoghi freddi e poco colpiti dal sole come i poli, ma a tutta la sua superficie.

I dati di SOFIA saranno resi disponibili negli archivi pubblici della NASA per essere utilizzati dagli astronomi di tutto il mondo.

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